Ostacoli, comunicazione e pregi del Conto Termico. Cosa dicono gli operatori?

Dopo una prima fase molto faticosa qualcosa nella diffusione del Conto termico sembra essersi sbloccato. Restano però alcuni problemi come la scarsa promozione e la questione "catalogo". Con l'aiuto di alcuni esperti del settore proviamo a illustrare la situazione dell’incentivo.

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Quali sono gli ostacoli che rallentano una maggiore diffusione nell’utilizzo del Conto Termico?

Presto questa domanda risulterà obsoleta. Infatti, dopo una prima fase al rallentatore, nella quale il settore ha dovuto studiare l’incentivo e i calcoli che lo regolano, oggi, parlando con gli operatori si percepisce una maggiore consapevolezza sui vantaggi di questo meccanismo e, soprattutto, su come proporlo al cliente finale.

Anche i dati del Contatore del GSE confermano che qualcosa inizia a muoversi. Al 1 marzo 2018 (data dell’ultimo aggiornamento) sono state utilizzate il 17% delle risorse, per un totale di 262 milioni di € di incentivi.

Una percentuale sicuramente limitata se valutata in senso assoluto. Ma dobbiamo sottolineare che dal 2016 al 2017 i dati sono pressoché triplicati.

Ci vorranno ancora un paio d’anni, secondo gli operatori ascoltati da QualEnergia.it (tra questi, i rappresentanti di Viessmann, Immergas e Radiant), per una diffusione capillare nell’utilizzo di questo meccanismo incentivante.

Con l’aiuto di alcuni esperti, tra liberi professionisti, aziende e associazioni (alcuni non citati per loro scelta), affronteremo le diverse problematiche, passate e presenti, emerse riguardo all’utilizzo del Conto Termico 2.0.

I dati del GSE

Partiamo dai dati del GSE. Dall’avvio del Conto Termico al 1 marzo 2018 sono state utilizzate il 17% delle risorse disponibili (900 milioni di euro annui: 200 per le PA e 700 per i privati), per un totale di 262 milioni di incentivi richiesti, in percentuale maggiore da soggetti privati.

Per quali tecnologie è più utilizzato?

Come mostra il grafico, elaborato dal GSE e aggiornato al 1 marzo 2018, tra i privati gli interventi più diffusi abbinati al Conto Termico sono l’acquisto di generatori a biomasse (42.749 interventi, prevalentemente al nord) e l’installazione di impianti solari termici (30.158 interventi, prevalentemente al centro-sud).

Seguono le pompe di calore, in percentuale piuttosto limitata, in quanto, secondo gli operatori intervistati da QualEnergia.it per questa tecnologia si preferisce la detrazione fiscale, più semplice da richiedere e sicuramente più conosciuta e promossa.

Inoltre l’incentivo del Conto Termico, risulta più conveniente per impianti a pompa di calore di taglia più grande, indicativamente dai 35 kW in su.

Nella Pubblica Amministrazione (PA), che ha raccolto il 16,8% degli incentivi erogati, la percentuale maggiore di interventi riguarda l’installazione di generatori a condensazione (1.786 interventi).

I dati ci dicono quindi che si stanno sciogliendo alcuni nodi che imbrigliavano la diffusione dell’incentivo. Ma vediamo meglio quali sono stati i principali ostacoli.

Gli iniziali problemi del Conto Termico

Avviato con il DM 16/2/2016 ed entrato in vigore il 31 maggio dello stesso anno, il Conto Termico 2.0, che, lo ricordiamo, incentiva gli interventi di incremento dell’efficienza energetica e gli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili, ha vissuto una prima fase “difficile”, principalmente perché il suo funzionamento è completamente diverso dagli incentivi e dalle agevolazioni adottate fino ad allora.

Non si tratta infatti di una detrazione fiscale o di un incentivo in conto capitale, ma del “rimborso” di una percentuale dell’investimento realizzato che viene poi erogata tramite bonifico.

L’incentivo vuole premiare l’energia rinnovabile termica prodotta e per calcolarlo è necessario quindi stimarne la produzione. Questa misurazione si ottiene tramite un algoritmo.

In una prima fase quindi pochi operatori conoscevano questo meccanismo ed è stato necessario per loro formarsi e informarsi sul suo funzionamento, per poterlo proporre al cliente. In questa fase, nel lavoro quotidiano, in molti hanno preferito, per inerzia, continuare a proporre le detrazioni fiscali.

Va poi detto che per il Conto Termico la domanda di incentivo non viene compilata dall’utente finale, come per le detrazioni, ma serve un professionista.

Parallelamente al DM 16/2/2016 è nata quindi la necessità di un soggetto intermedio tra utente finale e installatori, progettisti, aziende e rivenditori che potesse seguire tutto l’iter fino all’ottenimento dell’incentivo. A svolgere questo ruolo oggi sono in molti casi le ESCo, ma aumenta anche il numero di professionisti autonomi che effettuano per i soggetti interessati questo tipo di servizio.

Molte aziende si stanno quindi costruendo un loro portfolio di contatti e propongono al cliente finale assistenza continua dalla scelta del prodotto, all’installazione fino alla compilazione della richiesta di incentivo e alla produzione della relativa documentazione.

Il gap comunicativo

Come abbiamo visto il Conto Termico si sta finalmente facendo conoscere e inizia a prendere piede. Ma sono ancora pochi gli installatori che lo conoscono in modo approfondito e che quindi lo riescono a promuovere in modo appropriato.

Quello che continua a mancare, secondo aziende e associazioni, è una efficace comunicazione sui vantaggi del Conto Termico e sul suo funzionamento.

Per esempio, un beneficio che spesso viene sottovalutato – ci spiegano alcuni operatori – è il tempo di erogazione dell’incentivo del Conto Termico, pari alla metà del tempo previsto per la detrazione fiscale.

Su questi punti di forza si dovrà imparare a far leva per favorire una sua diffusione sempre più ampia.

“Non c’è nessuna promozione del Conto Termico da parte delle istituzioni. Sono ancora moltissimi gli installatori che non propongono questo meccanismo, perché non ne conoscono il funzionamento. L’unica comunicazione fatta finora è stata promossa dalle associazioni di categoria dei settori coinvolti. Come AIEL stiamo spingendo e promuovendo questa agevolazione a spese nostre”, ci spiega Valter Francescato, direttore tecnico di AIEL.

“Nel lancio di un nuovo incentivo e di tutte le procedure che lo compongono è fondamentale formare e informare il settore. Ma per il Conto Termico c’è stato un disinteresse diffuso e, a mio avviso, ingiustificato”, prosegue Francescato.

Aggiornamento del catalogo GSE, un falso problema?

Passiamo ad un altro aspetto controverso nell’ambito del Conto Termico: la questione del Catalogo dei prodotti domestici pubblicato dal GSE che rispettano le specifiche tecniche per l’accesso al Conto Temico. Questo catalogo ha creato un malcontento diffuso.

La percezione della problematica varia per intensità in base al settore e alle esperienze delle aziende, delle quali le associazioni si sono fatte portavoce.

“Quando il GSE ci ha incaricato come associazione di categoria di raccogliere le domande di iscrizione al Catalogo degli apparecchi domestici, abbiamo organizzato dei corsi di formazione per istruire le aziende su come avrebbero dovuto compilare la documentazione. Su come realizzare il file excel e come collegarlo ai vari link e documenti richiesti. Questo ovviamente non ha escluso del tutto gli errori, ma li ha senz’altro ridotti. Credo che la questione ‘catalogo’ sia un falso problema. Vorrei invece segnalare che con l’aumento del numero delle richieste di accesso all’incentivo il portaltermico ha iniziato ad andare in tilt. Riceviamo giornalmente delle segnalazioni da professionisti che non riescono a caricare le domande”, spiega Francescato.

Secondo il Direttore tecnico dell’AIEL non vi sarebbe quindi nessuna particolare difficoltà segnalata dalle aziende delle biomasse nella redazione della documentazione richiesta per accedere al catalogo.

Tuttavia, a sentire il segretario generale di Anima-Assotermica, Federico Musazzi, la questione “catalogo” non sarebbe poi così secondaria.

“Se è vero che il Gestore ha sempre precisato che l’elenco non sarebbe mai stato esaustivo è anche vero che, una volta pubblicato, è diventato un punto di riferimento per chi vuole accedere all’incentivo e, ad oggi, il numero di prodotti censiti e per i quali è previsto l’accesso agevolato è ancora estremamente esiguo”, ci spiega Musazzi.

“Inoltre – prosegue il segretario – la procedura è estremamente ‘artigianale’. Viene chiesto alle aziende di fornire una lunga serie di documenti, decisamente onerosi da produrre. Il numero e la complessità di questi documenti aumentano la possibilità di errore da parte delle aziende e ciò, in un regime rigido come quello applicato dal GSE nei controlli, spesso diventa motivo di esclusione dal catalogo”.

“Per fare un esempio, prosegue il segretario generale, tra i documenti è richiesto il test report completo. Spesso le aziende consegnano il summary di questo documento, contenente tutti i dati fondamentali dell’impianto. Ma ciò si traduce sistematicamente nell’esclusione di quel prodotto dal catalogo”, dice il segretario generale di Anima-Assotermica.

“Da qui si genera poi tutta un’altra serie di malcontenti e incomprensioni legate alle serie difficoltà di dialogo con il Gestore – aggiunge Musazzi – Mi spiego. Le associazioni di categoria individuate dal GSE devono raccogliere la documentazione dalle aziende e farsi carico dell’invio. Spesso il peso di questi file supera il limite consentito e diventa quindi necessario segmentare la documentazione seguendo le indicazioni del Gestore, adottando una nomenclatura specifica, facendo caso a maiuscole e minuscole e via discorrendo”.

“Quando poi l’azienda non trova il suo prodotto nel catalogo si rivolge all’associazione-tramite, aspettandosi che questa abbia un qualche accesso facilitato alle informazioni del GSE. Ma purtroppo non è così. Spesso nemmeno noi sappiamo cosa rispondere alle aziende che ci chiedono chiarimenti. Come associazione ci siamo rivolti al MiSE per segnalare questa problematica”.

Entrambe le associazioni sentite ritengono che l’unica soluzione possibile sia quella di realizzare un portale dedicato nel quale le aziende possano autonomamente caricare tutta la documentazione necessaria. La pubblicazione del prodotto sarebbe comunque moderata dal GSE, ma così si andrebbe a semplificare sicuramente il processo.

Il GSE ha risposto che serve tempo per predisporre una piattaforma del genere. “Ma ormai è un anno che aspettiamo”, ha ricordato Musazzi.

Gli operatori che volessero segnalare significative disfunzioni riguardo al meccanismo del Conto Termico possono scrivere a: [email protected]. Daremo evidenza al problema e proveremo con i nostri esperti a fornire una risposta pubblicandola su QualEnergia.it.

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