Eolico offshore in Italia, “aggredire” gli alti fondali con la tecnologia galleggiante

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Ecco come l’eolico offshore con tecnologia a piattaforma galleggiante può diventare una grande opportunità per raggiungere gli obiettivi nazionali per le rinnovabili e per un'ampia platea di aziende italiane. Potenzialità, competenze, normative e strategie da mettere in campo.

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L’articolo è stato pubblicato sul n.5/2017 della rivista QualEnergia con il titolo “Galleggiare sull’energia”

Tra le fonti di energia rinnovabili dal mare, l’eolico offshore ricopre un ruolo prioritario per la stabilità della risorsa energetica in mare aperto e per il maggior consenso sociale che gli impianti di sfruttamento energetico in mare riscuotono rispetto a quelli su terra.

Sebbene la maggior parte degli impianti eolici marini esistenti nella Ue siano installati nel Mare del Nord, in condizioni di acqua bassa e quindi con tecnologie a “fondazione fissa”, la necessità di muoversi verso fondali marini più profondi, mediante l’utilizzo di tecnologie a piattaforma galleggiante, è ormai opinione largamente accettata.

Ciò permetterà di produrre energia eolica nel Mare del Nord in siti non ancora utilizzati, ma soprattutto consentirà di produrre energia elettrica da fonte eolica offshore anche in mari, come il Mediterraneo, che finora erano stati esclusi a causa della loro profondità anche a brevi distanze dalla costa.

L’uso di strutture galleggianti è di grande interesse per le industrie Ue, attive nel settore dell’oil&gas, che intravedono in questo un settore nel quale travasare sia il loro know-how tecnologico, sia il loro modello di business, favorendo una salvifica transizione e evitando una possibile crisi occupazionale.

Allo stesso modo, lo sviluppo di questo settore industriale può garantire la generazione di una richiesta di nuova occupazione altamente qualificata in un campo in cui non esistono soluzioni progettuali consolidate e il mercato non è dominato da posizioni di oligopolio come le installazioni su “fondazione fissa”.

In questo contesto l’Unione Europea si sta dotando di un piano strategico europeo per le Energy Technology (Set-Plan) che si pone l’obiettivo prioritario denominato “EU Number One in Renewable Energy” con lo scopo di rafforzare la leadership europea nel settore delle rinnovabili, attraverso due azioni fondamentali:

  • il rafforzamento delle tecnologie performanti per le energie rinnovabili e la loro integrazione nel sistema energetico Ue;
  • la riduzione dei costi delle tecnologie principali.

Per una crescita costante del potenziale energetico europeo da energie rinnovabili che possa portare al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla “low carbon economy” per il 2050, la Ue identifica nell’eolico offshore e nel fotovoltaico le tecnologie più mature.

In particolare, riguardo all’eolico offshore, preme per una crescita delle installazioni galleggianti eoliche nel Mar Mediterraneo (Set-Plan), caratterizzato da fondali profondi, aprendo una sfida progettuale e di ricerca impegnativa per via delle condizioni ambientali complesse.

Tuttavia, nonostante la maturità del settore eolico marino in acqua bassa, con oltre 13 GW di potenza installata nell’Ue, quello su strutture galleggianti richiede ancora una sostanziale attività di ricerca, stimolando il sistema R&S europeo verso un’accelerazione di soluzioni innovative per l’eolico galleggiante in mare, in accordo con gli obiettivi della piattaforma Mission Innovation (Mi), anche attraverso il raddoppiamento delle risorse finanziarie da dedicare al settore.

In questo scenario il nostro paese, sottoscrivendo gli accordi del Set-Plan e di Mi, porta avanti gli obiettivi europei, come confermato nel piano strategico nazionale per le risorse sostenibili (SEN), nel convincimento che questa sia un’ottima occasione per poter svolgere un ruolo importante nella promozione di una attività che, potenzialmente, rappresenta una opportunità di crescita per l’Europa intera.

Potenzialità sostenibili

L’Italia, con oltre 7mila km di costa possiede una grande potenzialità per uno sviluppo ecosostenibile dell’eolico offshore. La mappa di sintesi della velocità media annua del vento a 75 mt s.l.t. sulla terraferma e a 75 mt s.l.m. offshore, ossia fino a 40 km dalla costa, mostra come le potenzialità della risorsa eolica in mare siano molto più elevate rispetto a quelle sulla terraferma.

Se messa a confronto con una mappa equivalente per la profondità del fondale marino, possiamo facilmente capire che la tecnologia più appropriata per l’eolico offshore in Italia sia proprio quella su piattaforma galleggiante.

Quasi 50mila kmq del nostro mare, in una striscia compresa tra i 5 km e i 40 km dalla costa e con velocità del vento superiore ai 6 mt/s a 75 mt s.l.m., ha una profondità di oltre 50 metri, che costituisce l’attuale limite tecnologico per l’utilizzo della tecnologia su piattaforma fissa.

Solo per dare un’idea quantitativa della potenzialità della risorsa eolica in mare, se solo considerassimo una percentuale di area di utilizzo pari al 4% di quella disponibile (cioè circa 2000 kmq), potremo arrivare a una potenza installabile di circa 13 GW, che è l’attuale potenza dell’eolico offshore installata nella Ue.

Un’equivalente analisi su fondale basso, per cui sarebbe possibile la tecnologia su piattaforma con fondazione fissa, porterebbe a una potenza installabile di circa 3,7 GW, che è meno del 30% di quella su fondale elevato.

L’elevata profondità, e quindi la mancanza di una tecnologia pronta per tali sfide, spiega, almeno in parte, l’assenza di parchi eolici marini nel Mar Mediterraneo.

In tale contesto, l’eolico offshore su piattaforma galleggiante deve essere visto come una prospettiva di crescita unica per il sistema Italia, sia dal punto di vista ambientale attraverso una strategia ecosostenibile delle installazioni marine, che dal punto di vista economico ed occupazionale, attraverso una politica di investimenti e di incentivazione opportuna.

Questo richiede un coinvolgimento coordinato e sinergico tra il mondo istituzionale, sollecitato a favorire una crescita delle tecnologie rinnovabili, il sistema della ricerca scientifica e tecnologica, chiamata a cooperare per fornire soluzioni innovative ed ecosostenibili, e gli stakeholder industriali ed economici, stimolati a investire nel settore per una crescita blu del sistema Italia.

Il nostro Paese possiede tutte le carte in regola per partecipare da protagonista, in Europa e nel mondo, allo sviluppo di tecnologie per l’energia offshore da quella eolica su piattaforme galleggianti.

Questo è stato confermato nel recente simposio organizzato a Bari dall’Associazione Owemes, dove la comunità eolica offshore italiana, unita e rappresentata all’interno del nascente Cluster Big (Blue Italian Growth), – che si è formalmente costituito in associazione, sta sottoponendo la formale richiesta di riconoscimento al Miur e riunisce 133 partner nazionali, tra cui 29 Università, tutti i centri di ricerca pubblici nazionali, (Cnr, Ogs, Ingv, Infn, Enea, Szn, Ispra) grandi industrie (Fincantieri, Saipem, E-Geos, Tecnomare), Pmi, 5 distretti regionali e 11 regioni – ha presentato un documento per una crescita blu da fonti di energia eolica da sottoporre alle istituzioni.

L’intenzione è di arrivare a identificare e proporre una possibile strategia nazionale di sviluppo e preparare i primi passi per consentire, nel medio-lungo termine, una implementazione ecosostenibile ed integrata dell’eolico marino su piattaforma galleggiante nel Mar Mediterraneo.

Il nostro Paese possiede tutte le competenze necessarie, scientifiche (Cnr, Enea, Rse, Università), industriali, includendo quelle d’installazione e d’infrastruttura elettrica (Fincantieri, Enel, Saipem, Tozzi, Trevi, Prysman, le società del consorzio Roca), di gestione e sfruttamento dell’energia prodotta (Gse, Enel), di promozione e sostegno alla comunicazione (Owemes,Anev, Cluster Big) per far crescere in maniera sinergica la tecnologia dell’eolico offshoreed investire nel settore.

Normative necessarie (…)

continua a leggere l’articolo sulla versione digitale della rivista bimestrale QualEnergia

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