Emissioni Ue: -23% sul 1990, ma per il target 2030 bisogna cambiare marcia

Il nuovo progress report che la Commissione europea ha inviato a Europarlamento e Consiglio mostra che il target 2020 sulle emissioni di gas serra è facilmente raggiungibile. Ma per arrivare all'obiettivo 2030 sono necessarie nuove politiche di decarbonizzazione. Il documento.

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A fine 2016, le emissioni di gas serra dell’Unione europea erano già del 23% inferiori ai livelli del 1990. L’obiettivo 2020, dunque, è assolutamente a portata di mano.

Per il target 2030, che prevede un taglio del 40% sulla stessa baseline, bisogna però mettere in campo nuove politiche: diversamente lo mancheremmo di circa 10 punti percentuali (vedi grafico sotto).

A metterlo nero su bianco è l’ultimo progress report che la Commissione europea ha inviato a Europarlamento e Consiglio per fare il punti sui progressi dell’Unione in quanto a taglio delle emissioni (allegato in basso).

In base alle proiezioni dell’esecutivo europeo, 21 Stati Ue su 28 risultano sulla traiettoria giusta per centrare l’obiettivo al 2020 e l’Italia è tra questi.

Dal rapporto emerge chiaramente come l’Ue è riuscita a diminuire la carbon intensity, cioè a disaccoppiare crescita del Pil ed emissioni climalteranti.

Tra il 1990 e il 2016, a fronte del citato calo del 23% dei gas serra, il prodotto interno lordo è cresciuto del 53% (vedi grafico). Nel 2016 le emissioni sono scese dello 0,7% a fronte di un aumento del Pil dell’1,9%.

Come si vede da quest’altro grafico, si è riusciti a tagliare la CO2 in tutti i settori tranne che nei trasporti:

Sempre in base al rapporto, il contributo dell’Unione europea alle emissioni mondiali di CO2 è sceso dal 19,7 % del 1990 al 9,6 % del 2015.

Sull’Italia, ai dati del report della Commissione (che si fermano al 2016) vanno affiancati quelli forniti per il 2017 nell’ultima analisi trimestrale Enea.

L’aumento della domanda di energia, riporta il rapporto Enea diffuso a ottobre, assieme alla ripresa degli impianti a gas nell’elettrico e alla battuta d’arresto delle rinnovabili, nei primi sei mesi hanno prodotto una crescita delle emissioni di anidride carbonica dell’1,9%.

Quello registrato nel secondo trimestre 2017 per il nostro Paese è il terzo aumento consecutivo dopo il +5% del IV trimestre 2016 e il +2,5% del I trimestre 2017.

In questo scenario – spiegava l’Enea – gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra al 2020 restano comunque a portata di mano, ma il cambiamento della traiettoria di decarbonizzazione a partire dal 2015 “rende più problematico il raggiungimento degli obiettivi al 2030”.

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