Il Tar scagiona, ancora, le centrali geotermiche dell’Amiata

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Il Tar Toscana conferma in una sentenza, in risposta all'esposto dei comitati locali, che le centrali geotermiche non hanno effetti sulla salute umana. Sotto accusa è soprattutto l’ammoniaca rilasciata dalle centrali, ma alcuni studi la legano quasi esclusivamente ad agricoltura e allevamenti. Ma resta il problema della CO2.

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Per una qualche misteriosa ragione, legata probabilmente alle dinamiche comunicative sulla rete, le centrali geotermiche toscane da qualche anno sono diventate una sorta di bersaglio mobile dell’azione di gruppi ambientalisti, convinti che da questi impianti esca ogni genere di veleno e che quindi provochino impatti sulla salute pubblica.

Per anni, per esempio, associazioni come Sos Geotermia, che coordina i vari comitati locali contro gli impianti a vapore sotterraneo, hanno sostenuto che le centrali dell’Amiata (perché poi l’azione si concentra contro queste e non contro i ben più numerosi e potenti impianti di Larderello e dintorni?) stavano avvelenando le popolazioni locali con le emissioni di fumi ricchi di arsenico, ammoniaca, mercurio (caratteristico delle rocce locali, usate per secoli per estrarre questo metallo) e acido solfidrico, un gas fortemente tossico, che però è tipico delle aree vulcaniche e termali: si deve a lui l’odore di uova marce di tante “acque della salute” intorno a cui accorrono frotte di persone per curarsi.

Insomma un cocktail micidiale di veleni geotermici, per cui sembrerebbe quasi che abitare sulle falde dell’antico vulcano spento nel sud della Toscana, sia peggio che risiedere nei pressi di una raffineria.

A queste accuse sono seguite raffiche di articoli di denuncia, manifestazioni, conferenze, pagine Facebook dedicate ed esposti alla giustizia.

Questi ultimi, che rappresentano il momento in cui dalle opinioni si passa al vaglio della realtà oggettiva, sono stati finora tutti respinti.

L’ultimo proprio pochi giorni fa, quando il Tar della Toscana ha definito inconsistenti le tesi dell’associazione Forum Ambientalista, secondo le quali la centrale di Bagnore 3 avvelenava l’aria dell’Amiata con un eccesso di emissioni di ammoniaca.

Ad aiutare il lavoro dei giudici in questi anni, è stata l’attività della Regione Toscana, che non ha preso sottogamba le continua accuse contro la geotermia, né le ha demonizzate, ma ha risposto con una serie di ricerche scientifiche che ne valutassero la consistenza.

Per esempio a fine 2016 è stata presentato uno studio condotto dalla Agenzia regionale di sanità toscana (ARS) sui presunti effetti dell’idrogeno solforato in area amiatina, che non ha rilevato criticità evidenti, anche perché le moderne centrali geotermiche (a ciclo aperto) hanno filtri che abbattono gran parte di questo inquinante, che, secondo i dati delle stazioni di monitoraggio, resta così quasi sempre sotto ai limiti consentiti.

Contemporaneamente un’altra ricerca della ARS aveva valutato le conseguenze sulla salute in persone dell’Amiata in cui erano state rilevate nel 1998 concentrazioni più alte della norma di arsenico e mercurio nel sangue (assunti soprattutto con le acque dell’area, che ne contengono naturalmente): non sono stati trovati effetti sulla mortalità, mentre per quanto riguarda gli effetti sulla salute non ne sono stati rilevati per il mercurio e solo una maggiore incidenza di malattie della pelle nei soli uomini per via dell’arsenico.

Del resto che il quadro generale fosse del tutto normale lo aveva già indicato, nel 2010, una indagine ARS-Cnr sulle cause di morte nelle regioni geotermiche toscane, che non aveva individuato particolari differenze con la media regionale, con l’eccezione di un eccesso di mortalità degli anziani maschi dell’Amiata, dovuto però alle “esposizioni professionali pregresse e negli stili di vita personali (…) non direttamente attribuibile agli impianti geotermici”.

Nell’aggiornamento del 2012 dello stesso studio si concludeva ”i risultati sono ancora in linea con l’ipotesi che le emissioni geotermiche abbiano un ruolo del tutto marginale o assente negli eccessi delle malattie“.

C’è poi da notare che le persone che entrano adesso nelle statistiche di mortalità, sono anche quelle esposte per decenni ai fumi dei vecchi impianti geotermici, molto meno “filtrati” e sorvegliati degli attuali.

Ma i comitati anti-geotermia non si sono sentiti rassicurati e non hanno abbassato i toni o ritirato le denunce. La battaglia è continuata nelle aule di tribunale, contro le due più nuove centrali geotermiche dell’Amiata, Bagnore 3 e 4.

La costruzione della Bagnore 4 è stata a lungo bloccata dal Tar per un esposto del Forum Ambientalista, WWF e altri, che ne ipotizzava la pericolosità per aria e acqua, ma nel 2014 il Tar ha rigettato le ragioni “ambientaliste”, confermando il blocco solo per un difetto di forma nella presentazione dei documenti, superato il quale la centrale è stata inaugurata nel 2016.

Oggi, in piena siccità epocale, Bagnore 4 viene però accusata da Sos Geotermia di causare la scarsità d’acqua nel locale acquedotto del Fiora.

La vicenda giudiziaria di Bagnore 3 si è invece conclusa (per ora) pochi giorni fa: la centrale era stata accusata dal solito Forum Ambientalista di sforare le emissioni di ammoniaca, rispetto ai limiti ammessi.

Il Tar ha deliberato con questa sentenza che le emissioni della centrale, contrariamente a quanto sostenuto, rientrano nei limiti ammessi, anche se sono per ora al di sopra di quelli auspicabili, cioè programmati al 2020 (l’Italia al momento è al 6% sopra questo limite) e che non è vero che questo inquinante non sia monitorato.

Il Tribunale amministrativo ricorda anche (forse indicando una certa stanchezza dei magistrati nel dover esaminare ricorsi che non tengono conto di quanto già scoperto) che l’indagine Ars-Cnr citata prima ha già dimostrato la probabile inesistenza di effetti su salute e mortalità da parte delle attività geotermiche.

E così ha condannato il Forum Ambientalista a pagare 1.000 euro di spese legali a ognuno degli enti portati sul banco degli accusati: Enel Green Power, Provincia di Grosseto e all’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana.

Il Forum Ambientalista ha naturalmente gridato alla sentenza ingiusta e annunciato ricorso al Consiglio di Stato, per continuare la battaglia contro l’ammoniaca geotermica.

Ma perché tanto allarme per questo inquinante, che sembra aver sostituito nell’immaginario negativo gli ormai scagionati idrogeno solforato, mercurio e arsenico, come possibile causa di danni (peraltro invisibili alla ricerca epidemiologica) alla salute del popolo dell’Amiata?

Negli articoli di Sos Geotermia lo spiegano citando le ricerche del professor Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, che ha rilevato come le emissioni di ammoniaca da impianti geotermici costituiscano ben il 39% delle emissioni di questo gas del comparto industriale in Italia e il 4,2% dell’intera UE.

Dati impressionanti, se non fosse che a Sos Geotermia non precisano che in realtà la stragrande maggioranza delle emissioni di ammoniaca in aria non arrivano dall’industria e tantomeno dalla geotermia, ma, come ricorda l’Agenzia di protezione ambientale europea, dall’agricoltura: dagli allevamenti e dai campi concimati con fertilizzanti azotati o letame deriva il 94% delle emissioni di ammoniaca nel continente, contro lo 0,2% dalla produzione energetica.

Tutto bene quindi per quanto riguarda le centrali geotermiche toscane? Non proprio. Le analisi del professor Basosi hanno rivelato un altro aspetto poco conosciuto, e finora non smentito da Enel o altri, riguardo alle emissioni di queste centrali dell’Amiata.

Insieme ai gas tossici, precedentemente ricordati, nei loro fumi sono presenti grandi quantità di CO2, gas non tossico ma che altera il clima. Secondo Basosi ogni kWh di elettricità che producono è associato  a 380-1000 grammi di CO2, che vuol dire un range di emissioni climalteranti che va da quelle delle migliori centrali a metano alle peggiori a carbone.

Si potrebbe obiettare che comunque quella CO2, di origine naturale, uscirebbe fuori da sola dal terreno, prima o poi. Ma secondo il ricercatore nella situazione dell’Amiata, che non aveva in passato le grandi manifestazioni idrotermali (soffioni e geyser) che erano invece presenti a Larderello, le centrali geotermiche hanno accelerato di migliaia di volte il rilascio del gas climalterante.

Se è così non si capisce perché la geotermia, almeno nelle aree dove, per motivi geologici, rilascia molta più CO2 del fondo naturale, sia incentivata come tecnologia “amica del clima”, visto che lo altera come i combustibili fossili.

Se vuole gli incentivi, almeno, reinietti la CO2 nel giacimento sotterraneo, o, meglio ancora, non la faccia neanche uscire, con tutti gli altri gas connessi, usando sistemi binari, dove i fluidi geotermici si limitano a scaldare un secondo fluido, acqua pura o altro liquido, che muove lui la turbina. .

QualEnergia.it approfondirà questo problema “climatico” della geotermia in un successivo articolo. Intanto, però non può fare a meno di notare che forse questi comitati, nella loro furia anti-geotermica hanno forse puntato al bersaglio sbagliato insistendo su un pericolo sanitario che era certo più utile per suscitare allarme nelle popolazioni locali, ma che alla fine si è rivelato inconsistente.

Sottolineare invece il fatto che da un punto di vista climatico le tecnologie a “ciclo aperto” dell’Amiata sono dannose come il carbone e godono quindi immeritatamente degli incentivi pubblici, sarebbe stata forse, dal loro punto di vista, una strategia molto più efficace.

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