Calenda: “verso percorso per uscire al carbone”, ma le priorità restano gas ed energivori

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Il ministro dello Sviluppo Economico con la SEN vuole “indicare percorso e tempistica per l’uscita definitiva dal carbone”, ma senza fughe in avanti rispetto all'UE. Intanto i perni della politica energetica restano nuovi gasdotti e misure per alleggerire le bollette delle industrie.

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Nella Strategia Energetica Nazionale il MiSE e il MinAmbiente vogliono “arrivare ad indicare un percorso e una tempistica per l’uscita definitiva dal carbone.”

A dichiararlo il ministro sello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che si è però cautelato aggiungendo che “sarà importante il coordinamento con l’Europa per evitare di trovarsi poi nella paradossale situazione di importare dall’estero energia prodotta magari con la lignite.”

In un’intervista apparsa sul “Sole 24 Ore” (link in fondo), Calenda ha spiegato che nella SEN “spiegheremo come intendiamo raggiungere gli obiettivi europei al 2030 investendo su rinnovabili, efficienza e gas”.

Proprio il gas, ha ribadito il ministro, sarà centrale nella SEN: la fonte per Calenda è “fondamentale per ridurre le emissioni e accompagnare il phase out del carbone. Rimarrà un’energia di transizione finché non sarà risolto il problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili”.

Il TAP da questo punto di vista nell’ottica del titolare del MiSE “è cruciale per la sicurezza energetica italiana”. Il nuovo gasdotto, ha spiegato al giornalista del Sole 24 Ore Carmine Fotina, “potrà soddisfare il 113% del nostro fabbisogno già nella prima fase, ma anche perché rappresenta una diversificazione delle fonti.” Una visione, quella della strategicità del Tap, sulla quel diversi esperti di sicurezza energetica hanno qualche dubbio, come abbiamo spiegato nell’articolo “Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?”.

La strada ha spiegato il ministro è quella di ridurre la dipendenza europea delle forniture di gas dalla Russia che “resta notevole” promuovendo, oltre al TAP, “ nuove fonti di approvvigionamento, come il progetto di gasdotto EastMed da Israele, e le possibilità di far arrivare in Europa carichi di Gnl dagli Usa e in futuro anche dal Canada.”

Sul mercato elettrico, Calenda ha spiegato che si sta lavorando “per creare un nuovo segmento di mercato utile a mantenere l’adeguatezza della capacità e dare le risorse di flessibilità necessarie al completo utilizzo dell’energia”, riferendosi a capacity market e riforma del mercato del dispacciamento.

Il sistema, ha precisato, “sarà aperto oltre che alla generazione convenzionale, alle fonti rinnovabili in grado di fornire il servizio richiesto, alla domanda attiva e alle nuove tecnologie.”

Nell’intervista Calenda ha parlato poi anche di “misure a difesa della competitività” , definendo come “obiettivo prioritario”, accanto alla SEN “il varo del ‘pacchetto energia’ che punterà a ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese italiane rispetto ai concorrenti europei.”

“Nell’immediato – ha spiegato – interverremo sulla quota della bolletta (circa il 25%) che costituisce la parte degli oneri di sistema legata agli incentivi per le rinnovabili: li ridurremo in modo deciso sulle industrie manifatturiere più energivore, esposte alla concorrenza internazionale.” Su questo “siamo in attesa della decisione della Commissione Ue”, ha informato.

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