Rinnovabili e reti sicure, in Australia si punta sui grandi impianti FV con accumuli

Annunciato quello che diventerà il più grande parco fotovoltaico con storage integrato del mondo: 330 MW e migliaia di batterie per un investimento di circa 1 mld di $ australiani. L’obiettivo è rendere il sistema elettrico più stabile e in grado di rinunciare al carbone.

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Non è la prima volta che l’Australia fa notizia per qualche progetto legato alla transizione energetica, che siano grandi impianti di generazione da fonte rinnovabile, mercati elettrici innovativi o batterie di accumulo.

Ora, come si apprende da vari siti internazionali, il paese è pronto a ospitare la centrale fotovoltaico con storage più grande del mondo.

Le informazioni diffuse finora fanno tutte capo a David Green, partner di Lyon Solar, società australiana di Lyon Group, specializzata nello sviluppo di parchi fotovoltaici utility-scale.

Il progetto Riverland Solar Storage, secondo le dichiarazioni rilasciate da Green, comprenderà quasi tre milioni e mezzo di moduli solari con una potenza complessiva installata di 330 MW, mentre le batterie per l’accumulo avranno una capacità totale pari a 100 MW/400 MWh.

La costruzione del mega impianto integrato dovrebbe partire nei prossimi mesi in South Australia. L’investimento ammonterà a circa 1 miliardo di $ australiani finanziato con fondi privati. Il progetto, ha precisato Green, si farà a prescindere dall’esito della gara appena lanciata dal governo di Adelaide per realizzare un super-sistema di accumulo da 100 MW.

Quest’ultimo rientra nel piano annunciato nei giorni scorsi dal premier locale, Jay Weatherill, che prevede investimenti per oltre 500 milioni di $ australiani destinati a incrementare la sicurezza delle forniture energetiche nei territori del sud.

Il piano, infatti, include la costruzione di una centrale a gas da 250 MW che, insieme allo storage, dovrà contribuire a stabilizzare la rete, bilanciare domanda-offerta e fronteggiare eventuali condizioni di emergenza, come i picchi di consumi estivi non coperti dall’output delle fonti rinnovabili.

Altre compagnie, oltre a Lyon Solar, hanno detto di essere interessate a partecipare alla gara: Carnegie, Zen Energy e anche Tesla, sempre più ingolosita dalle potenzialità del mercato australiano dello storage.

All’inizio di marzo, Elon Musk aveva affermato che il colosso statunitense potrebbe installare un sistema di accumulo da 100 MW con batterie Powerpack in soli cento giorni.

Non è esagerato definire “crisi energetica” quella che sta vivendo da diversi mesi a questa parte il South Australia, soprattutto da quando lo scorso anno ha chiuso definitivamente i battenti la centrale a carbone di Port Augusta, l’unica dello Stato. A chiudere è stata anche la centrale a carbone di Hazelwood nello Stato confinante di Victoria, da dove proveniva una parte dell’elettricità importata dal South Australia.

Il problema è che la produzione variabile dei parchi eolici e solari FV potrebbe non bastare in determinate circostanze: la rete, per essere stabile, ha bisogno di un’adeguata riserva di backup, ecco perché si stanno pianificando tutti questi investimenti nell’accumulo elettrochimico, nella generazione distribuita e nella nuova centrale a gas.

Lyon Group è già impegnata in un secondo grande progetto di FV con accumulo nell’Australia meridionale, Kingfisher Solar Storage (120 MW solari e 200 MWh di capacità di storage) la cui realizzazione è data per imminente.

Nel complesso, il programma del gruppo prevede di sviluppare in tutta l’Australia 1,7 GW di grandi parchi fotovoltaici con 1 GW di storage entro il 2020.

Non c’è solo l’Australia nella corsa per installare tecnologie di storage a livello di rete: di recente abbiamo visto quanti sforzi stia facendo la California per potenziare il sistema elettrico con rinnovabili e accumuli, mostrando chiaramente che le tecnologie pulite sono sempre più competitive rispetto alla stessa generazione convenzionale a gas-carbone.

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