Cippato, in Provincia di Bolzano esempio di uso virtuoso che genera occupazione

  • 18 Gennaio 2017

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Dalla Provincia autonoma un esempio virtuoso di come gestire la risorsa legno. Imprese agro-forestali in prima linea per garantire trasparenza e legalità nell’uso del cippato, generando occupazione e contribuendo alla gestione sostenibile dei boschi. Un intervento dell'AIEL.

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Se l’utilizzo virtuoso delle biomasse legnose è un’opportunità per creare sviluppo economico e occupazione, oltre che per stimolare la gestione sostenibile del patrimonio boschivo, i produttori di cippato della Provincia Autonoma di Bolzano rappresentano un interessante esempio di buone pratiche che rispondono a un duplice obiettivo: tutelare l’ecosistema e generare attività produttive e occupazione.

Buone pratiche: il cippato di qualità

Le imprese agro-forestali di Biolzano contano circa 120 unità produttive e 450 addetti. Tra questi sono presenti anche i produttori professionali di biomasse associati ad AIEL – Associazione italiana energie agroforestali, che hanno intrapreso un percorso di qualificazione professionale ottenendo l’attestazione di conformità dei prodotti legnosi immessi sul mercato da parte di un laboratorio di analisi. Questo modo di operare mira a posizionarsi sul mercato in un’ottica di trasparenza e legalità.

Dal 2015, inoltre, le aziende boschive di AIEL (Associazione Italiana Energie agroforestali) possono aderire allo schema di certificazione volontario Biomassplus per garantire un prodotto che risponde a precisi requisiti in termini di tracciabilità, sostenibilità e legalità.

L’obiettivo è incrementare ulteriormente la trasparenza del mercato a vantaggio della sicurezza del consumatore finale. Obiettivo sul quale i recenti fatti di cronaca lasciano ben sperare.

A seguito di un’indagine su un presunto cippato contaminato, infatti, i gestori degli impianti di teleriscaldamento di Bolzano hanno cominciato a richiedere i certificati di qualità della biomassa conferita, e tutte le aziende altoatesine del Gruppo Produttori Professionali di Biomasse di AIEL ne sono risultate in possesso.

Per certificato di qualità si intende proprio il report, emesso dal laboratorio di analisi, che verifica e assicura che il cippato sia di classe A1, A2 o B, così come dichiarato dal produttore.

Il bosco, risorsa ed ecosistema da gestire in modo sostenibile

In Alto Adige il bosco cresce ogni anno di 1,07 milioni di metri cubi, di questi solo 0,82 (meno del 77%) vengono tagliati. Se includiamo anche l’import e il legname da altre provenienze (agricoltura e manutenzione del verde dei parchi), la regione annualmente lavora 1,19 milioni di metri cubi di legname tondo che poi prende diverse destinazioni.

Al volume sopra riportato si aggiungono altri 1,33 milioni di metri cubi di legno già lavorato o semilavorato, che concorre quindi ad alimentare il settore dell’industria del legno di prima e seconda lavorazione (segherie e falegnamerie) per un totale di 2,52 milioni di metri cubi (1,19+1,33).

La Provincia di Bolzano è, tra le provincie italiane, quella in cui si preleva e si utilizza più legname, ma nonostante questo la crescita annuale del bosco è nettamente superiore al prelievo annuale dal bosco, quindi le attività economiche legate alla lavorazione boschiva avvengono nel totale rispetto della risorsa naturale che è quindi gestita in modo sostenibile.

Dal taglio del bosco e dalla lavorazione del legname da parte dell’industria del legno, si ottengono degli scarti (cascami), che vengono destinati alla valorizzazione energetica, in impianti singoli o di teleriscaldamento. Annualmente vengono utilizzati circa 0,98 milioni di metri cubi di biomassa residuale, ovvero 833.000 tonnellate; di queste:

  • 443.000 tonnellate circa vengono destinate a impianti di teleriscaldamento (77 impianti di teleriscaldamento a biomassa su un totale di 82 in tutta la provincia);
  • 390.000 tonnellate circa vengono destinate a impianti privati (60% cippato, 40% legna) prevalentemente alberghi, strutture produttive, abitazioni.

Tutta questa biomassa (legna e cippato) genera un controvalore economico di 60-65 milioni di euro.

Considerando che tale volume di biomassa produce, al netto dei rendimenti medi degli impianti (calcolati al 75% medio), 1.393.000 MWh di energia, applicando un prezzo di vendita (o di controvalore economico) di 85 €/MWh, si ottiene un valore annuo della produzione energetica di circa 118,4 milioni di € ogni anno, 60-65 dei quali da attribuire al valore del legno, la restante agli altri segmenti della filiera.

(fonte: AIEL)

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