Emissioni auto: le case rispondono ai dubbi degli investitori

Un importante gruppo di investitori del settore automotive ha chiesto alle dieci maggiori case automobilistiche informazioni più dettagliate sulla loro posizione in merito alle norme sulle emissioni allo scarico negli Stati Uniti e in Europa e su quali azioni hanno attuato per rispettare tali norme.

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Non c’è soltanto il mondo ambientalista a essere in subbuglio perché Volkswagen falsificava i test anti-inquinamento. Anche quello finanziario, preoccupato per i propri investimenti multi-miliardari, è messo in allarme: basti pensare che le stime delle perdite di Volkswagen si attestino intorno a qualcosa come 15 miliardi di euro a causa dello scandalo scoperchiato alla fine del 2015.

Non deve quindi sorprendere che un gruppo di investitori del settore automotive, che detiene un totale di oltre 625 miliardi di patrimonio, ci abbia voluto veder chiaro su quanto fanno i concorrenti di Volkswagen e abbia chiesto alle principali case automobilistiche mondiali informazioni più dettagliate sulla loro posizione in merito alle norme sulle emissioni allo scarico negli Stati Uniti e in Europa e su quali azioni hanno attuato per rispettare tali norme.

L’iniziativa è stata coordinata dalle organizzazioni non-profit inglesi ShareAction e InfluenceMap e ha coinvolto le seguenti dieci case automobilistiche: BMW, FCA (Fiat Chrysler Automobiles), Daimler, Ford, General Motors, Honda, PSA Peugeot Citroen, Renault/Nissan, Toyota e Volkswagen.

Le domande ai costruttori

Le domande sottoposte sono state personalizzate per ciascuna azienda, ma rientrano comunque nelle seguenti categorie:

  • La posizione dell’azienda in merito alle norme europee sulle emissioni del parco veicoli, e in particolare sulla proposta di posticipare dal 2020 al 2025 il limite di 95 g/km della flotta veicoli in commercio.
  • Le stime delle emissioni della flotta veicoli delle singole aziende al 2020 e al 2025.
  • La posizione dell’azienda relativamente alle norme statunitensi CAFE (Corporate Average Fuel Economy) sulle emissioni del proprio parco veicoli.
  • Le attività di lobby intraprese nei confronti delle autorità europee e statunitensi.
  • Il grado di coinvolgimento nelle associazioni di settore.
  • Chiarimenti sulla posizione di ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association) rispetto agli standard europei delle emissioni di CO2 al 2025 (i CEO delle case automobilistiche coinvolte nell’indagine fanno tutti parte del Board di ACEA, la cui azione viene considerata dagli investitori ostile a questi standard).

I risultati sono stati pubblicati in un rapporto elaborato da ShareAction e InfluenceMap, insieme con le raccomandazioni per gli investitori (il link al rapporto si trova alla fine dell’articolo).

Le risposte delle aziende

Quasi tutte le aziende, tranne Nissan/Renault, PSA e Ford, hanno risposto al questionario. Ford ha successivamente reso noto di aver ricevuto molte altre richieste da gruppi interessati e di essere attiva per fare in modo che le procedure di standard prova e misura delle emissioni siano il più prossime possibile alle condizioni del mondo reale. Ha anche aggiunto che i suoi veicoli rispettano tutti i requisiti di legge sulle emissioni.

Anche PSA ha dichiarato di aver ricevuto numerose richieste da parte degli investitori a seguito dello scandalo Volkswagen, ma che ha preferito rispondere a queste attraverso i comunicati stampa piuttosto che individualmente. Ha inoltre confermato che il suo parco veicoli è conforme a tutte le normative vigenti. Problematica la posizione di Nissan/Renault: questa azienda ha risposto al questionario con un sibillino “no comment” ma a gennaio le sue azioni hanno perso il 20% dopo la notizia della perquisizione dei suoi uffici da parte di investigatori alla ricerca di informazioni sulle emissioni inquinanti del parco veicoli dell’azienda.

Tra le case che hanno risposto al questionario, l’unica le cui risposte sono state considerate incomplete dai ricercatori di ShareAction e InfluenceMap è stata Daimler. Questa azienda ha dato una risposta di una singola riga sulla domanda se la società possa essere coinvolta in irregolarità sui test emissioni (“Non vi è alcun motivo per essere preoccupati”), nonostante il fatto che Daimler si sia classificata al tredicesimo posto su quindici nelle emissioni di CO2 della flotta UE nel 2014 e abbia, insieme ad altri importatori europei di veicoli ad alte prestazioni, regolarmente pagato multe al governo degli Stati Uniti per il mancato rispetto degli standard CAFE.

Secondo gli analisti di ShareAction e InfluenceMap, Fiat-Chrysler Automobiles ha offerto le risposte più equilibrate e dettagliate in merito alla sua posizione sullo sviluppo delle normative UE e USA. Tuttavia, la risposta di FCA sulla regolamentazione CAFE sembra essere non in linea con le recenti dichiarazioni del CEO su quanto sarà arduo raggiungere i futuri limiti imposti negli Stati Uniti. General Motors ha sostenuto la sua intenzione di abbassare le emissioni della sua flotta riducendo il peso e le prestazioni dei motori e ha fornito il proprio parere sullo sviluppo di standard nell’UE e gli USA. È stata l’unica casa ad aver risposto specificamente alle domande sulle risorse accantonate da parte delle associazioni di categoria a fini di lobby (non sono stati però forniti i dettagli di questi accantonamenti). 

I commenti

«Molte grandi aziende non sono riuscite a rispondere alle nostre richieste e questo ci fa dire che esiste un problema di trasparenza nel settore – ha dichiarato Charlotta Dawidowski Sydstrand, Environmental Social Governance Manager del fondo svedese AP7 -. Dal punto di vista di un investitore a lungo termine questa è una cattiva notizia. La mancanza di trasparenza danneggia la capacità del mercato di valutare correttamente i rischi potenziali. Il fondo AP7 vuole essere rassicurato sul fatto che le attività di lobby dei costruttori stiano contribuendo a un clima di sicurezza, al fine di di proteggere il valore a lungo termine del nostro portafoglio».

Seb Beloe, responsabile della ricerca presso wheb Group, ha dichiarato: «La debacle Volkswagen ha fermamente stabilito la rilevanza delle prestazioni emissioni dei veicoli per le case automobilistiche. Le aziende leader devono essere in grado di dimostrare strategie di prodotto coerenti. La mancanza di risposta da alcune società, tra cui Nissan/Renault, PSA e Ford solleva dei dubbi circa l’approccio che queste aziende stanno prendendo rispetto alla problematica in questione e stanno potenzialmente minando la loro capacità di mantenere le quote sui mercati».

Il report “Greenhouse gas emissions regulations: the automakers disclose to investors” (pdf)

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