Auto elettrica e nuova mobilità, sempre più business

Sta cambiando il concetto di mobilità e sembra che il mercato si stia spostando sempre più verso i veicoli elettrici. Quali sono i nuovi trend, i servizi e i veicoli proposti dalle case automobilistiche che investono nel settore? Carlo Iacovini racconta il salone internazionale dell’automobile di Francoforte.

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Il salone internazionale dell’automobile di Francoforte svoltosi a settembre può essere considerato uno dei più importanti eventi del settore degli ultimi anni, non tanto per i contenuti – innovativi sì, ma non straordinari – ma per la portata dello ‘tsunami’ che ha travolto proprio uno dei padroni di casa, la Volkswagen. Ma andiamo per ordine, partendo dagli elementi più significativi.

Visitando la manifestazione si intuivano due punti essenziali: le case automobilistiche soprattutto europee hanno preso con decisione la direzione della tecnologia elettrica, portandola ad avere piena dignità all’interno delle strategie di marketing e prodotto. In secondo luogo la “new mobility” – intesa come servizi “per muoversi” e nuove forme di condivisione – esce definitivamente dal concetto di nicchia per diventare a tutti gli effetti un business case, direttamente collegato all’automotive.

Il commento più diffuso è che il 66° International Motor Show (IAA) di Frankfurt sia stato un vero successo e che New Mobility World (padiglione interamente dedicato a questi temi) abbia dato un contributo sostanziale a questo risultato. “Abbiamo riposizionato IAA come un grande, fondamentale, forum internazionale per il megatrend del networking della mobilità e la digitalizzazione”, ha detto Matthias Wissmann, presidente della VDA tedesca.

Mentre all’inizio dell’anno i temi della digitalizzazione e dell’automotive dovevano essere coperti separatamente in due diversi saloni negli Stati Uniti – il CES di Las Vegas e il Detroit Auto Show – nella IAA entrambi sono stati legati insieme per la prima volta in un’unica fiera. Con 30.000 mq di ”New Mobility World”, un nuovo spazio espositivo creato per questo scopo, più di 180 aziende provenienti da una vasta gamma di settori, dalle piccole start up alle società globali, si sono presentate al pubblico. L’età media del visitatore è stata molto giovane (34 anni), tre anni meno delle precedenti edizioni. Ciò dimostra che le auto possono tornare a interessare i giovani – soprattutto quando sono collegate a uno smartphone. Non solo, Newmobilityworld ha visto la presenza del G7 dei Ministri dei Trasporti europei, con la partecipazione del Ministro Graziano Delrio che ha visitato l’unica start up italiana presente al salone, Spin8, dedicata allo sviluppo della mobilità elettrica attraverso reti di ricarica anche fastcharge.

Porsche vs Tesla

E proprio sull’elettrico si sono viste le novità più interessanti. Porsche ha lanciato quella che da tutti i visitatori è stata descritta come l’anti Tesla: una berlina sportiva, dal design esclusivo e ricercato, un concentrato di tecnologia e sportività con l’ultima generazione di innovazioni del settore. 600 cavalli e uno 0-100 in 3,5 sec con un’autonomia di oltre 500 km. Anche i sistemi di ricarica sono ad alta potenza (attualmente non ancora in commercio) e consentono di ricaricare l’80% in 15 minuti. Una chiara visione del futuro prossimo, previsto fra 3 anni. A fianco di Porsche, sempre in casa tedesca, Audi ha presentato il suv E-tron, fully electric. Con dimensioni che lo pongono nella fascia di alta gamma, oltre 500 CV e 95 kw di capacità batteria che consentono un’autonomia di oltre 500 km. Se a questi aggiungiamo i nuovi prodotti Mercedes (Classe B fully electric e una gamma di elettrici plug-in) e i modelli Volkswagen (Golf E e GTE) abbiamo la piena conferma che l’industria tedesca ha deciso di accelerare sulla transizione verso l’elettrico.

Al traino dell’industria automotive stanno crescendo realtà che dovranno progettare e realizzare infrastrutture di ricarica sempre più potenti, così da ridurre i tempi e quindi facilitare la diffusione delle auto elettriche. Fino a oggi abbiamo assistito a installazioni soprattutto di tipo “slow charge” (3-7 kw). Questi punti di ricarica sottendono una logica di utilizzo residenziale (carico di notte nel garage di casa) o aziendale (carico nelle 8 ore previste di lavoro se la mia azienda ha un parcheggio dotato di punti di ricarica). Il futuro dovrà essere diverso, con una rete capillare e veloce che consente un normale utilizzo dei veicoli anche per lunghe percorrenze.

Questione di tempo, e le novità del salone lo hanno dimostrato, mentre resta ancora da definire quali saranno i soggetti più titolati a investire nel settore delle infrastrutture. In America un caso di successo è rappresentato da Chargepoint che già oggi detiene oltre 23.000 punti di ricarica accessibili facilmente tramite Rfid, carta di credito o smartphone. In Europa Fastned è un operatore privato che sta installando reti di fastcharge ogni 50 km per tutta l’Olanda e ha appena presentato come immagina di estendere il network a livello europeo.

Il servizio è mobile

Se da un lato la mobilità elettrica è in prima linea, i servizi di mobilità non sono certo da meno. In questo settore sono evidenti alcuni trend. Il car sharing consolida una posizione di business di rilievo, soprattutto nelle principali metropoli. L’adesione degli operatori di car sharing all’ANIASA, recentemente deliberata e approvata, ha reso questo servizio ancora più “ufficiale”, nonché inserito nelle dinamiche più “formali” delle istituzioni italiane. Nuovi operatori si affacciano al mercato con operation sempre più attive: ACIglobal, dopo aver lanciato il servizio “tradizionale” a Verona (GirAci), ha acquisito attraverso bando pubblico la gestione del servizio di ATM Milano, GuidaMi. Una scelta precisa per una strategia aggressiva di ingresso nel mercato anche se per ora concentrato al modello “tradizionale”.

Non dimentichiamo però che in Italia ci sono 12 città in totale che, grazie al contributo e supporto di ICS – Iniziativa Car Sharing (finanziata dal Ministero dell’Ambiente), hanno avviato servizi di car sharing oggi per lo più in perdita e con scarsa efficienza (in assenza di economie di scala). Una buona opportunità per chi voglia investire nel settore.

Ancor più dinamico il mercato internazionale: importanti operatori del settore, soprattutto francesi, hanno avuto iniezioni di capitali da parte di fondi di investimento. Non è più la Silicon Valley il solo terreno privilegiato per trovare capitali. Vulog, software house che offre una piattaforma completa di gestione di car sharing (freefloating, corporate, tradizionale) ha da poco chiuso un round di 8,4 mln Euro per sostenere la crescita internazionale in Nord America, Asia ed Europa. BlaBlaCar, società di ridesharing dedicata alla condivisione di viaggi in lunghe percorrenze (tra città o addirittura tra diverse regioni) ha da poco ricevuto un finanziamento di 200 milioni di dollari, erogato da Venture Partners, Lead Edge Capital e Vostok New Ventures con una valore di capitalizzazione di 1,6 miliardi di dollari. In questo caso si segue il business model tipico, una piattaforma tecnologica centralizzata e una crescita globale in tutti i più importanti mercati internazionali.

Sempre in Francia troviamo il provider di car sharing Ubeeqo, società fondata nel 2008 che è stata acquisita da Europcar nel 2015 con l’obiettivo di integrare le soluzioni software fornite dalla start up all’interno delle opportunità offerte dal gruppo del noleggio. Le sinergie sono state molto importanti e proprio a Francoforte Ubeeqo esponeva una vettura brandizzata “YEP”, un servizio di car sharing tradizionale di prossima apertura a Londra e Parigi basato sulla loro piattaforma che rappresenta il principale valore aggiunto.

Dal noleggio all’app

Il mondo del noleggio è tra i più interessati al settore e la posizione di Europcar è particolarmente aggressiva e “multibranding”. Europcar è partner di Car2go (almeno in Italia) per la flotta in free floating, ma con altre aziende sta lanciando operazioni (tipo Ubeeqo) in UK e Francia. In Spagna (a Malaga) ha recentemente lanciato un servizio di car sharing elettrico su base Nissan Leaf, in collaborazione con Endesa (Enel). Una ramificazione strategica evidente e significativa del commitment che l’azienda ha voluto dare al business dello “sharing”.

Un ultimo filone di innovazione riguarda le app, tanto diffuse e amate dai giovani e dalla business community. In questo caso, senza entrare nelle vicende di Uber, il mercato si concentra sugli “aggregatori”, strumenti facili da usare e che integrano sempre più scelte modali. Il settore è molto dinamico e importanti gruppi del settore travel stanno entrando in questo mercato con acquisizioni che saranno annunciate entro fine anno.

Altri player internazionali crescono velocemente, Carjump (origine tedesca e un recente round di finanziamento di 1 mln Euro per sviluppo tecnologico) al momento sembra essere tra le start up più interessanti per tipologia di applicazioni offerte, compresa la possibilità di registrarsi in video chat in tempo reale a tutti i servizi di car sharing disponibili nei mercati dove operano. Insomma: la sharing economy ha tanto cambiato la nostra mobilità negli ultimi anni, ma molte altre sorprese dovranno ancora arrivare.

L’articolo di Carlo Iacovini (Corporate Relations Energica Motor Company) è stato pubblicato sul numero n.5/2015 della rivista bimestrale QualEnergia con il titolo ‘Elettroni in movimento’.

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