Oltre un anno di ritardo per il Fondo efficienza energetica

I decreti attuativi per il fondo rotativo, introdotto dal decreto 102 del 2014, avrebbero dovuto essere emanati entro 90 giorni dall'entrata in vigore, cioè a partire dal 19 luglio 2014, ma ancora non ci sono. Una nuova interrogazione parlamentare, questa volta al Senato, chiede ai ministri competenti i motivi del ritardo.

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È uno strumento che potrebbe fare molto per sbloccare l’enorme potenziale di risparmio energetico del Pese, eppure, ad oltre un anno e tre mesi dalla pubblicazione del decreto che lo istituisce, il Fondo nazionale per l’efficienza energetica resta ancora sulla carta. Cosa si aspetta? A riportare l’attenzione sulla mancata attuazione della misura una nuova interrogazione parlamentare indirizzata dai senatori M5S Girotto e Castaldi ai ministri di Sviluppo Economico e Ambiente.

Il Fondo è stato istituito con il del decreto 102 del 2014, che attua la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, in vigore dal 19 luglio 2014. Di natura rotativa, dovrebbe sostenere gli investimenti per l’efficienza energetica attraverso la concessione di garanzie ed erogazione di finanziamenti (direttamente o attraverso banche e intermediari finanziari).

Tra le finalità per le quali dovrebbe sbloccare finanziamenti garantiti dallo Stato il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione; la realizzazione di reti per il teleriscaldamento e per il teleraffrescamento; l’efficienza energetica dei servizi e infrastrutture pubbliche, compresa l’illuminazione pubblica; l’efficientamento energetico di interi edifici destinati ad uso residenziale, compresa l’edilizia popolare; l’efficienza energetica e riduzione dei consumi di energia nei settori dell’industria e dei servizi.
Insomma un bel po’ di interventi che produrrebbero grandi risparmi, anche per le casse pubbliche, e muoverebbero un ragguardevole volume di investimenti.

La dotazione del Fondo per l’anno 2014 è di 5 milioni di euro e di 25 milioni di euro nell’anno 2015 e poi di 70 milioni l’anno fino al 2015 e secondo le analisi fatte il fondo potrà mobilitare almeno 400 milioni di euro l’anno di risorse private (si veda nostra intervista a chi ha collaborato alla scrittura della misura, l’ingegner Mauro Mallone, dirigente della Divisione efficienza energetica presso il Ministero dello Sviluppo economico).

Entro 90 giorni dall’entrata in vigore del citato decreto 102, con uno o più decreti attuativi si dovevano individuare le priorità, i criteri, le condizioni e le modalità di funzionamento, di gestione e di intervento del Fondo. Invece non si è visto ancora nulla.

Per questo oggi arriva un’altra interrogazione (allegato in basso): “dall’Energy Efficiency Report 2015 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano emerge che l’Italia è il Paese in Europa con il maggior potenziale di mercato legato al raggiungimento dell’obiettivo 2020 sull’efficienza energetica: si potrebbero muovere investimenti per 55-76 miliardi di euro. Secondo il Report il settore nel nostro Paese è anche tra i più maturi, ma il potenziale rimane frenato da burocrazia e difficoltà di accesso al credito; la costituzione del Fondo darebbe impulso a numerosi investimenti attualmente fermi per le incertezze generate verso gli operatori del settore”, fanno notare i senatori interroganti denunciando il ritardo dei provvedimenti attuativi.

Girotto e Castaldi chiedono, dunque, “se i Ministri interrogati non ritengono opportuno fornire le reali motivazioni che ad oggi hanno impedito l’emanazione dei decreti attuativi ai Ministri e quali azioni intendano intraprendere per rendere in tempi brevi funzionale il Fondo nazionale per l’efficienza energetica”.

La risposta sarà certamente di interesse per tutto il settore, sperando ci siano novità rispetto a quanto annunciato appena due settimane fa. Rispondendo ad un’analoga interrogazione alla Camera, infatti, il Governo aveva fatto sapere che lo schema del decreto attuativo che doveva essere pronto un anno fa “è attualmente (era il 9 ottobre ndr) in fase di concertazione finale presso le altre Amministrazioni coinvolte nel procedimento di adozione del provvedimento (lo stesso Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Economia)”.

Il ritardo rispetto al termine dato dal decreto legislativo deriva, informava l’Esecutivo “dalla naturale complessità di funzionamento di un Fondo che, volutamente, è stato concepito per offrire al settore dell’efficienza energetica una molteplicità di strumenti finanziari di sostegno, adatti a integrare varie tipologie di progetti e di soggetti. Da qui, una maggiore necessità di articolazione delle regole di funzionamento, rispetto a quello che sarebbe stato sufficiente per intervenire, ad esempio, solo con un contributo in conto capitale”.
Il secondo aspetto che ha causato un rallentamento “ha riguardato la necessità di identificare un soggetto gestore del fondo, in grado di portare rapidamente ad operatività lo strumento”.

Sulla base di questa positiva evoluzione – concludeva la risposta – si ritiene che la conclusione del procedimento sia ormai prossima, confidando in una sua emanazione entro la fine dell’anno”.

L’interrogazione al Senato (pdf)

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