Geotermia, 30.000 posti di lavoro potenziali

  • 31 Marzo 2015

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In Italia ci sono 10 progetti pilota per impianti a media entalpia di piccola taglia che possono mettere in moto investimenti privati per circa 400 milioni. Il comparto geotermico da 3.000 occupati sarebbe in grado di dare lavoro a 30mila addetti. Se ne è parlato al convegno "Speciale geotermia, il futuro a emissioni zero è già qui", promosso da Legambiente e Kyoto Club.

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Il comparto geotermico conta 3.000 occupati in Italia, indotto escluso, ma le imprese del settore sarebbero in grado di dare lavoro a 30.000 addetti, qualora le condizioni di mercato e normative consentissero di sfruttare appieno il potenziale esistente. È questo il messagio arrivato oggi dal convegno “Speciale geotermia, il futuro a emissioni zero è già qui”, promosso da Legambiente e Kyoto Club.

Più nel dettaglio, allo stato attuale la geotermia ci dà in Italia 6.000 GWh di energia elettrica attraverso gli impianti di vecchia generazione (alta entalpia) situati in Toscana e 500 MWh di energia generata da media entalpia.

In quest’ultimo caso, sono in corso di sviluppo 10 progetti pilota per impianti a media entalpia di piccola taglia e, spiega una nota delle due associazioni, “dal successo di queste sperimentazioni, che metteranno in moto investimenti privati per circa 400 milioni di euro, dipende la possibilità di rimettere in carreggiata l’Italia rispetto alle best practice internazionali in fatto di geotermia di nuova generazione”.

Tra i progetti più interessanti in fase avanzata di autorizzazione, figura la piattaforma tecnologica proposta da Itw Lkw Geotermia Italia, che realizzerà un impianto sperimentale di 5 MW a Castel Giorgio (provincia di Terni). Grazie ad un sistema chiuso a ciclo binario che esclude il rilascio di emissioni in atmosfera, trasformerà in energia elettrica i fluidi geotermici ad una profondità di circa 1.000 mt, producendo 40 GWh/anno.

A fronte di queste evoluzioni, si spiega, è “urgente una razionalizzazione normativa che permetta al comparto di svilupparsi attraverso le nuove tecnologie più efficienti e sostenibili”. “A livello globale – si avverte – il cambiamento si è già consumato e anche in Italia la geotermia di nuova generazione è pronta a spostare l’ago della bilancia del nostro energy-mix verso soluzioni rinnovabili, efficienti e distribuite.”

Secondo Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera, “la sfida di un futuro rinnovabile non può fare a meno dalla geotermia”. Dunque, “tecnologie più evolute, trasparenza, certezza delle procedure e dei tempi, impianti di piccole e medie dimensioni diffusi sono una componente essenziale di questa sfida”.

Gli fa eco Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club: “È importante che tutti facciano la propria parte: le imprese nell’operare in maniera responsabile e partecipata rispetto ai territori, i cittadini nell’accettare la sfida del dialogo, la politica a cui spetta la definizione di un quadro normativo semplificato e favorevole allo sviluppo di una economia energetica sostenibile”. 

Infine, spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini: “Occorre alzare il livello del confronto sulle tecnologie e nei territori, ma anche introdurre procedure trasparenti e efficaci di valutazione che sono nell’interesse delle comunità e possono consentire di accelerare nella direzione di un sistema energetico sempre più distribuito e a emissioni zero di gas serra”.

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