Effetto eolico e fotovoltaico sul PUN: ci ha fatto risparmiare 7,3 miliardi in 3 anni

L'impatto della produzione da eolico e FV sul Merit Order Effect ha prodotto riduzioni consistenti del prezzo unico nazionale. Il dato è di uno studio di AssoRinnovabili. Nel 2014 sono stati risparmiati così 1,8 miliardi di €: meno rispetto ai due anni precedenti per il calo dei PUN medi di riferimento.

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Solo grazie all’effetto che hanno sulla Borsa elettrica e, dunque, sulla formazione del PUN, eolico e fotovoltaico in 3 anni ci hanno fatto risparmiare 7,3 miliardi di euro. Il dato arriva da un nuovo studio che AssoRinnovabili ha dedicato all’argomento (allegato in basso).

Come sappiamo due sono le grandi tendenze che hanno caratterizzato il mercato elettrico italiano in questi ultimi anni (vedi grafico sotto): il calo della domanda, scesa di 30 TWh nel periodo 2006-2014 e la crescita delle fonti rinnovabili, la cui produzione nello stesso periodo è cresciuta di 70 TWh.

Assieme questi due fenomeni hanno portato ad una diminuzione significativa delle ore di utilizzo degli impianti tradizionali con i costi di produzione più alti, i a ciclo combinati a gas, e a una consistente riduzione del PUN, il prezzo unico nazionale sul mercato del giorno prima. Come si vede nel grafico sotto, il 2014 tra gli ultimi anni è stato quello con i valori più bassi, registrati specialmente nei mesi estivi.

Il lavoro di Assorinnovabili prova appunto a quantificare il contributo che le rinnovabili hanno dato a questa riduzione e, in particolare, quello della produzione eolica e fotovoltaica.

Concetto chiave per capire come solare e vento facciano abbassare i prezzi è quello del Merit Order Effect (MOE) Come noto, il mercato elettrico italiano è basato in gran parte sul Mercato del Giorno Prima (MGP), che è organizzato secondo il criterio dell’ordine di merito economico: si vende prima l’energia offerta al prezzo minore. In questo meccanismo, basato sulla valorizzazione dell’energia all’offerta marginale, fotocoltaico ed eolico, caratterizzati da costi marginali di produzione pressoché nulli, spiazzano dalla curva di offerta gli impianti a fossili, specialmente quelli più costosi come gli impianti a gas, contribuendo così a ridurre il prezzo dell’energia sul mercato, soprattutto nelle ore di punta della domanda, che corrispondono in parte (per il picco diurno) con la maggior produzione del FV.

Gli effetti del Merit Order Effect sono chiari se si guarda al grafico qui sotto che mostra come nelle stesse fasce orarie (si considerano giorni lavorativi) a una maggiore offerta da eolico e fotovoltaico corrispondono prezzi più bassi:

Il grafico sotto mostra su base annuale (dati 2014) l’andamento dei PUN medi in funzione sia del volume dell’energia venduta sul MGP, sia della quota di eolico e FV. 

http://www.qualenergia.it/sites/default/files/articolo-doc/PUN_MOE_volumi_2014.jpg

È possibile notare che quando c’è meno offerta da sole e vento (primo scaglione di produzione 0-2000 MW) il PUN medio passi, all’aumentare dell’energia venduta sul MGP, da circa 40 €/MWh a 87. Viceversa con il crescere dell’offerta da eolico e fotovoltaico, il prezzo cala e con il massimo di produzione dalle due rinnovabili considerato (12.000-15.000 MW), non supera mai i 45 €/MWh. In parole semplici, più offerte da eolico e FV ci sono sul mercato più si abbassano i prezzi zonali e, di conseguenza, il prezzo unico nazionale dell’energia.

Ad esempio, si legge nello studio, un mercato zonale elettrico particolare come la Sicilia, inefficiente per problemi di collegamento con le altre zone, sola ed eolico in questi ultimi 3 anni hanno fatto risparmiare circa 300 milioni l’anno (vedi grafico).

A livello nazionale invece il risparmio dato dall’impatto di eolico e fotovoltaico sull’MGP, secndo il calcolo di Assorinnovabili, è di circa 2 miliardi di euro l’anno e, come detto, negli ultimi 3 anni cumulativamente è stato di 7,3 miliardi di € (vedi tabella).

Da notare come nel 2014, nonostante il contributo del fotovoltaico sia cresciuto del 10% circa (mentre l’eolico è rimasto quasi stabile), il risparmio da MOE si sia notevolmente ridotto, passando dai circa 2,6-2,7 miliardi di euro del primo biennio a 1,8 miliardi: ciò è dovuto, si spiega, alla progressiva diminuzione dei consumi elettrici che ha determinato una riduzione dei PUN medi di riferimento, rispetto ai quali si stima il risparmio MOE.

Lo studio assoRinnovabili (pdf)

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