I tostapane di Salvini e le nuove regole Ue sugli elettrodomestici

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L'Europa non vieterà affatto i tostapane a doppia feritoia come paventato dal leader leghista. Dal primo gennaio sono invece scattate nuove regole su etichette energetiche ed elettrodomestici. Misure che potrebbero far risparmiare i consumatori e ridurre i consumi, rendendo più competitive le industrie europee. Vediamo cosa cambia.

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Dal primo gennaio sono entrate in vigore nuove regole europee sugli elettrodomestici. In Italia se ne è parlato poco e in maniera distorta: il tema è arrivato nel dibattito pubblico solo grazie all’uscita del leader leghista Matteo Salvini sui tostapane, secondo la quale con le regole della “gabbia di matti”, cioè l’Ue, “scaldare due fette di pane assieme non sarà più possibile”.

Ovviamente non è così. “La sparata di Salvini prende spunto da uno studio europeo sugli elettrodomestici, in cui si parla anche di tostapane: lì però ci si limita a segnalare che esiste un brevetto che permette di disattivare una delle due feritoie quando non la si usa, consentendo di risparmiare energia. Non si parla di nessun obbligo o divieto che, d’altra parte, eventualmente non colpirebbe i tostapane già sul mercato”, spiega a QualEnergia.it Davide Sabbadin, responsabile del progetto Marketwatch per Legambiente. Altre sono invece le regole che effettivamente sono entrate in vigore dal primo gennaio: 3 norme che interessano un ampio ventaglio di elettrodomestici.

Innanzitutto si impone di mostrare l’etichetta energetica completa dei prodotti anche a chi vende via internet: fino a oggi i negozi online avevano l’onere di indicare la classe di appartenenza del prodotto (ad esempio classe A), ma non quello di indicare anche tutte le altre classi della scala (a+, A++, B, ecc), rendendo difficile comparare l’efficienza del prodotto.

Altra novità: l’etichetta energetica diventa obbligatoria anche per i nuovi forni a gas e le cappe avranno una loro etichetta energetica, mentre fino a oggi solo i forni elettrici ce l’avevano.

Terza regola entrata in vigore è l’obbligo di stand-by automatico per gli apparecchi connessi in rete: tutti i prodotti connessi alla rete (come modem, router, decoder, stampanti, web televisori, ecc.) immessi nel mercato dovranno avere una funzione attivabile che mette il prodotto in funzione basso consumo quando non in uso in maniera attiva.

Infine, si introduce l’obbligo di stand-by automatico per le macchine del caffé: tutte le nuove macchine  immesse nel mercato dovranno avere una funzione attivabile che mette il prodotto in funzione ‘basso consumo’ dopo un certo periodo (che dipenderà dal tipo di macchina).

Cambiamenti che dovrebbero far risparmiare i consumatori europei. Come ci spiegano da Legambiente, presentando i dati forniti dalla Commissione, ad esempio, un forno a gas efficiente (classe A+) farà risparmiare tipicamente al proprietario circa 180 € nel suo ciclo di vita, comparato con un forno di classe inferiore (ad esempio classe D). Accade cioè quello che succede con i forni elettrici dove un forno di classe A+ rispetto ad uno di classe D mediamente fa risparmiare 230 € durante il ciclo di vita del prodotto.

Le nuove regole per lo stand-by per gli apparecchi connessi permetteranno di far risparmiare mediamente ad ogni famiglia circa 40 € senza intaccare minimamente le performance dei prodotti. Quelle per lo stand-by nelle macchine da caffè permetteranno di risparmiare, nelle macchine a filtro (quelle per il caffè all’americana tipiche del centro Europa) il 30% dell’energia consumata, che significa circa 45 € di risparmi sul ciclo di vita del prodotto. Cioè più o meno euqivalente al prezzo d’acquisto di una macchina a caffè di quel tipo.

L’insieme delle tre nuove regole, stima la Commissione, farà risparmiare ad una famiglia europea media circa 45 € all’anno. In generale i consumatori che compreranno prodotti particolarmente efficienti potranno risparmiare fino a 465 € all’anno al 2020 per ogni famiglia.

Quanto al clima, le nuove norme, dovrebbero ridurre le emissioni europee di 15 Mt di CO2: l’equivalente delle emissioni della città di Bucarest. Si pensi che il consumo elettrico degli apparecchi elettrici connessi alla rete in Europa quando non sono in uso è di circa 90 TWh all’anno, pari al consumo elettrico annuo di 24 milioni di famiglie europee. Considerando nel loro complesso tutte le misure esistenti di efficienza relative agli stand-by, si ridurrà il consumo elettrico annuale europeo di 75 TWh senza influire sulle performance dei prodotti. Questo significa la diminuzione di 28 Mt di CO2, pari alle emissioni di 1,5 milioni di famiglie.

Le nuove regole, secondo il il legislatore Ue, sono strategiche anche per la difesa della competitività delle aziende europee. Il fatto che l’85% dei consumatori europei usi le etichette energetiche per fare acquisti si tradurrebbe infatti in circa 55 miliardi di euro di fatturato in più per le aziende Ue. Oltre a ciò le misure Ecodesign contribuiscono a ridurre i costi e a migliorare la competitività perché creano regole condivise a livello europeo evitando i costi che sarebbe necessari per adeguarsi a 28 diversi standard nazionali. Queste regole inoltre tutelano i produttori domestici dalla competizione scorretta di prodotti di bassa qualità e basso costo. Inoltre – spiega la Commissione – visto l’aumentare dei requisti di efficienza energetica in molti mercati dei paesi sviluppati e in via di sviluppo, queste regole aiutano le aziende europee ad essere competitive anche nei mercati esteri.

Insomma, le norme europee sull’efficienza energetica possono fare molto da diversi punti di vista. Peccato che da questo punto di vista sembra che la nuova Commissione sarà meno proattiva. “Non c’è un’aria favorevole a queste norme – commenta Sabbadin – sono entrate nel mirino degli euroscettici come esempio di ingerenzanelle piccole cose da parte dell’Unione Europea. Anche per questo il nostro timore è che, anziché continuare il lavoro, la giunta Juncker tenda a tirare i remi in barca”.

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