Contatore rinnovabili non FV: cala il costo degli incentivi

Il contatore degli incentivi per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche ha camminato all'indietro rispetto all'ultimo aggiornamento. Mancano 402 milioni di € al tetto dei 5,8 miliardi, ma stando alle parole del viceministro De Vincenti dovrebbe arrivare presto un decreto tampone per garantire che il sostegno non venga interrotto.

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Fa un piccolo scatto all’indietro il contatore degli oneri impegnati per gli incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche: l’ultimo aggiornamento, comunicato martedì e riferito al 31 ottobre, infatti, segna quota 5,398 miliardi di euro, contro i 5,403 dell’aggiornamento del 30 settembre, riferito a fine agosto. Si allontana dunque il tetto che segnerebbe la fine dell’incentivazione, salvo novità normative che, stando a dichiarazioni del MiSE, dovrebbero arrivare presto

In base all’art. 3 del D.M. 6/7/2012, infatti, il “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui. Mancano pertanto 402 milioni, anche se dal 2015 si libereranno altre risorse, quelle assegnate a impianti che usciranno dal periodo in cui sono incentivati.

Infatti, i 5,398 miliardi di cui stiamo parlando sono la stima dell’onere annuo potenziale (già impegnato anche se non ancora interamente sostenuto) degli incentivi riconosciuti agli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici in attuazione dei vari provvedimenti di incentivazione statali che si sono succeduti negli anni.

Il timore degli operatori è che il tetto massimo di spesa dei 5,8 miliardi di  € venga raggiunto prima che si liberino altre risorse nel corso del 2015 o che vengano prese altre misure.

A rassicurarli rispetto a questa eventualità, potenzialmente nefasta per il mondo delle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, a novembre sono arrivate le parole del viceministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti.

Sugli incentivi alle rinnovabili elettriche – ha dichiarato il 7 novembre ad un convegno – “stiamo lavorando a una ridefinizione del tetto dei 5,8 miliardi, con un provvedimento tampone. Abbiamo bisogno di accompagnare le rinnovabili alla grid parity anche perché è importante consolidare le filiere che si stanno formando in Italia”.

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