Storage per il FV: arrivata la delibera, partirà il mercato?

Con la delibera 574/2014 sull'integrazione dei sistemi di accumulo nel sistema elettrico mancano ormai solo alcuni piccoli dettagli, che saranno definiti tra gennaio e fine marzo, per poter installare impianti fotovoltaici con batterie contando su regole certe. Il mercato italiano è pronto? Come stanno evolvendo i prezzi? Ne parliamo con alcuni esperti.

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L’attesa è sembrata infinita, ma alla fine l’atteso provvedimento è uscito: venerdì è stata pubblicata la delibera AEEGSI che fornisce le disposizioni per l’integrazione dei sistemi di accumulo nel sistema elettrico nazionale. Un documento “molto simile al documento di consultazione e che non sembra presentare grandi criticità”, commenta soddisfatto a QualEnergia.it uno degli esperti di regolazione del settore, Marco Pigni – ‎Advisor Regulatory Affairs presso FIAMM.

Dunque, chi vuole installare un impianto fotovololtaico con batterie può finalmente contare su regole certe? In sostanza si può dire di sì, anche se a dire il vero manca ancora qualche piccolo passaggio. Il Comitato Elettrotecnico Italiano deve definire le norme 0-16 e 0-21; le discuterà venerdì 28 e dovrebbero essere pronte entro i primi di dicembre, per essere poi recepite entro fine anno da una delibera dell’Autorità; il GSE invece, secondo la delibera, è tenuto ad aggiornare le proprie regole tecniche entro il 31 marzo 2015, ma dovrà disporre un regime transitorio valido dall’entrata in vigore della delibera, cioè il primo gennaio.

Le prime installazioni di impianti FV con storage – come avevamo raccontato in un reportage pubblicato a gennaio – sono già partite da tempo: in molti hanno iniziato a fare impianti con batteria senza attendere le regole. Cosa possiamo attenderci ora che le regole finalmente sono arrivate?

Dalle nostre simulazioni economiche, basate sui prezzi rilevati a inizio anno, risulta che, qualora si usufruisca della detrazione fiscale del 50%, il bilancio economico di un impianto FV residenziale con batteria è già attraente. Le ultime previsioni di IHS su FV + storage parlano di un mercato mondiale che si decuplicherà nei prossimi 4 anni, menzionando l’Italia tra i paesi in cui questa soluzione ‘abilitante’ della tecnologia fotovoltaica si diffonderà maggiormente. Possiamo attenderci un boom? Pigni è invece cauto: “In Italia il mercato partirà presumibilmente nel corso del 2015, con una prevalenza delle taglie commerciali e in maniera minore nel residenziale, magari come retrofit e grazie alla spinta della detrazione fiscale.”

Nelle simulazioni di QualEnergia e ATER pubblicate a marzo, sulla base delle rilevazioni compiute a inizio anno, avevamo stimato che un impianto FV da 3 kWp, dotato di una batteria al piombo (la tecnologia più economica) da 5,5 kWh, avesse un costo di circa 14.200 euro (Iva compresa). Sul versante prezzi cosa possiamo attenderci ora?

“Da inizio anno sul mercato europeo c’è stato un calo del 10-15%; credo che realisticamente possiamo attenderci ulteriori riduzioni del 5-8% all’anno per i prossimi 4-5 anni”, risponde l’esperto. “Studi che prospettano evoluzioni più ottimistiche – aggiunge – sono spesso motivati più che altro dalla volontà di attrarre investimenti. Ovviamente se il sistema creditizio e le banche iniziano a credere in questo mercato tutto può accelerare. La delibera toglie il rischio regolatorio, ma la domanda è ancora bassa.”

Anche Francesco Groppi, docente di impianti tecnici presso il Politecnico di Milano, nonché autore dello Speciale tecnico di QualEnergia.it sul fotovoltaico in autoconsumo, non si sbilancia: “l’attrattività economica è maggiore laddove più grande è il differenziale tra remunerazione dell’energia immessa in rete e costo di quella prelevata. In questo senso teoricamente è più conveniente in situazioni in cui non si può accedere allo Scambio sul posto (si veda qui la nostra recente spiegazione del funzionamento del meccanismo, al quale dopo le recenti modifiche possono accedere gli impianti fino a 500 kWp, ndr). Altra situazione in cui il FV con accumulo è già conveniente è quella dei piccoli impianti residenziali che possono accedere alle detrazioni fiscali.”

Anche se ancora manca una conferma esplicita da parte dell’Agenzia delle Entrate – sembra fuori di discussione che le batterie abbiano diritto alla detrazione fiscali del 50% (la legge di Stabilità in fase di approvazione le conferma per tutto il 2015) che spetterebbe loro sia che siano considerate una componente dell’impianto fotovoltaico, sia che siano considerate un intervento di ammodernamento dell’impianto elettrico.

Se il contorno normativo è relativamente sicuro, ora l’evoluzione di questo settore dipenderà da possibili modifiche all’orizzonte per quel che riguarda la struttura della bolletta. “Un elemento che potrà essere decisivo per il mercato dello storage, come anche per quello dei SEU, è la riforma tariffaria prevista per il 2016 dall’Autorità per l’Energia”, sottolinea a Pigni.

Come sappiamo, infatti, l’Autorità ha annunciato nel suo ultimo dco sulle linee strategiche 2015-2018, “una profonda revisione alla luce dello sviluppo della generazione distribuita e dell’autoconsumo in sito e della necessità di garantire gli investimenti effettuati anche a fronte di una riduzione dell’energia elettrica prelevata dalla rete di distribuzione”. Una riforma che dovremo seguire attentamente.

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