Solare termico e caldaia a gas: costi e risparmi

La combinazione di solare termico e caldaia a gas per la produzione dell’acqua calda sanitaria è una soluzione piuttosto diffusa in Italia nel settore residenziale. Un'analisi economica dei risparmi conseguibili e degli incentivi ai quali si può accedere mostra differenze significative nei tempi di ritorno economico per diverse aree del paese.

ADV
image_pdfimage_print

L’applicazione più diffusa del solare termico in Italia è senza dubbio quella della singola utenza per acqua calda sanitaria. Nell’ambito di questo utilizzo del solare, molto frequente è la combinazione con una caldaia individuale alimentata a gas metano. Vediamo allora quali costi richiede e quali risparmi questa soluzione è in grado di generare per l’utente finale.

Il primo parametro da valutare è il costo dell’impianto solare, considerando il suo valore “chiavi in mano”, comprensivo quindi di tutti gli eventuali lavori accessori (come quelli di muratura), dell’installazione, del collaudo e del primo avviamento. Esiste chiaramente una grande variabilità di tale costo, legata innanzitutto alle condizioni preesistenti, come la necessità di effettuare i già citati interventi di muratura, il dover lavorare in altezza per l’installazione, ecc. Molto rilevante, inoltre, è anche la variabilità commerciale dovuta al diverso costo di singoli prodotti, a eventuali promozioni o “svendite”, ecc.

Per fissare dei valori con i quali effettuare dei calcoli, considereremo qui una forbice, valida per sistemi di piccola taglia, che va dagli 800 € per ogni metro quadrato di collettore solare installato fino a 1.200 €/m2 (iva inclusa). Eseguendo delle valutazioni su un impianto solare per utenza singola, quindi, con un superficie, ad esempio, di 4 m2, avremo un costo “chiavi in mano” compreso tra 3.200 € e 4.800 €.

A quali meccanismi di supporto economico potrebbe accedere un impianto di questo tipo?

Prima di tutto, sono ancora disponibili le buone vecchie detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica, che consentono di detrarre il 65% della spesa, spalmando il bonus sui 10 anni successivi all’installazione. In alternativa, il solare termico può usufruire anche delle detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizie, pari al 50% della spesa affrontata e anch’esso diviso in dieci rate annuali di pari importo.

Le possibilità di detrazione, dopo la proroga inserita nella legge di Stabililità in fase di approvazione, dovrebbe restare valida fino al termine del 2015.

 

Un’opportunità più recente, poi, è quella del cosiddetto “Conto Termico”, strumento gestito oggi interamente dal GSE. Un impianto di questo tipo, cioè con una superficie captante inferiore a 50 m2, riceverebbe 170 €/m2 per ogni anno, su un periodo di 2 anni. Complessivamente, quindi, si tratta di 340 €/m2 che, applicati al nostro sistema di riferimento di 4 m2, diventerebbero 1.360 €. Il conto termico sarebbe allora in grado di coprire una quota dell’investimento che va dal 42% dello scenario di costo basso scendendo a meno del 30% per lo scenario di costo più elevato. Si tratta di percentuali decisamente inferiori a quelle ottenibili con le detrazioni fiscali, ma vale la pena sottolineare due differenze. Prima di tutto, questo incentivo viene corrisposto in un periodo più breve (2 anni invece dei 10 previsti dalle detrazioni) e, poi, è un sistema che prevede una reale remunerazione dell’utente finale e non un corrispettivo sotto forma di riduzione delle tasse.

Nel calcolo, comunque, non si terrà conto di queste due differenze, la cui valutazione viene lasciata alla discrezione dell’utente che, secondo la sua specifica situazione, deciderà quale scelta sia più adatta.

La tabella riassume, nei due scenari di costo ipotizzati, il costo di investimento netto ottenibile nel caso dei due differenti sistemi di incentivazione non considerando, come già segnalato, l’effetto dovuto al fatto che tali somme vengano corrisposte in un periodo più esteso.

Anche per quanto riguarda il risparmio, legato alla producibilità (output) dell’impianto, nonché ovviamente al costo del gas non consumato, si utilizzano tre scenari, localizzando l’ipotetica installazione a Milano, a Roma oppure a Palermo, ottenendo, tramite una simulazione con il software T*SOL, i risultati riportati in tabella.

Per quanto riguarda il costo del gas è stato valutato un consumo compreso tra i 200 e i 700 m3/anno, considerando anche le differenze regionali. Ne risulta un costo di 0,84 €/m3 in Lombardia, 0,93 €/m3 nel Lazio e 0,95 €/m3 in Sicilia (prezzi registrati da differenti gestori).

Il tempo di ritorno economico, calcolato in modo semplice senza tenere conto di eventuali effetti finanziari, deriva dal confronto tra le due tabelle sopra riportate.

La prima conclusione interessante è che tutti i valori, anche nei casi più sfavorevoli, sono inferiori ai 10 anni, mentre il tempo di vita utile solitamente considerato plausibile per un impianto solare di buona qualità è di almeno 20 anni. La seconda considerazione è che la detrazione fiscale, in valore assoluto, resta ancora la forma più interessante di supporto, anche se sarebbero da tenere in conto gli effetti finanziari della divisione del beneficio nei dieci anni successivi all’installazione.

La producibilità dell’impianto, infine, come d’altronde era da attendersi, gioca un ruolo fondamentale. In questa semplice simulazione, si è considerato solo l’effetto delle condizioni climatiche, ma non bisogna dimenticare la funzione essenziale legata alla qualità dell’impianto installato e, quindi, alla sua capacità di produrre una maggiore quantità di energia a parità di radiazione solare disponibile.

ADV
×