Rinnovabili, MiSE: “urge intervento su autoconsumo e caro-energia”

In una relazione alla Camera la visione dello Sviluppo Economico sull'energia: priorità è ridurre le bollette elettriche, rimodulando e redistribuendo gli oneri. A brevissimo il decreto di recepimento della direttiva europea sull'efficienza energetica, che conterrà anche un rafforzamento degli incentivi e una semplificazione del Conto Termico.

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Caro-energia come problema prioritario da risolvere, con l’urgenza di redistribuire gli oneri di sistema, riordinare le misure di sostegno e affrontare il problema del restringimento della base imponibile degli oneri elettrici.

Al mondo delle rinnovabili in autoconsumo fischieranno, per l’ennesima volta le orecchie leggendo la relazione presentata ieri alla commissione Attività Produttive della Camera dal viceministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti in occasione dell’audizione sulla SEN, la Strategia Energetica Nazionale. Nota positiva per chi spera in una transizione energetica più decisa, De Vincenti ha anche annunciato l’emanazione “a brevissimo” del decreto di recepimento della direttiva europea sull’efficienza energetica, la 27/2012, con la quale, tra le altre cose, saranno rafforzati gli incentivi alle efficienza esistenti e si semplificherà il Conto Termico.

Tra gli obiettivi della SEN, si spiega nella relazione (allegata in basso), quello che “meriterebbe forse maggiore attenzione” è “il problema del gap di costo dell’energia non solo tra il nostro Paese e gli altri Stati membri, ma anche quello tra i costi europei e i costi di altre zone geografiche, in particolare Stati Uniti e Medio Oriente”. Quando si mette l’accento sul problema del caro-energia – probabilmente sopravvalutato come emerge anche dai recenti dati di Legambiente e Kyoto Club –  siamo abituati a vedere trascinate sul banco degli imputati le rinnovabili elettriche e, di recente, l’eventuale diffusione dell’autoconsumo, colpevole di essere esente da oneri di rete e di sistema.

Infatti, la menzione a questo aspetto nel documento non manca: “Il Governo ha assunto negli ultimi tempi varie iniziative per contenere e governare meglio la spesa di incentivazione (decreti ministeriali di riforma emanati dal Governo Monti nel 2012, con introduzione di aste e registri; interventi in Destinazione Italia su ritiro dedicato e spalmatura volontaria degli incentivi) – si riconosce – Ma occorre ancora pensare ad un riordino delle misure di sostegno, sovrapposte e variamente onerose, affrontando inoltre il tema politico fondamentale della partecipazione di tutte le categorie al costo della trasformazione e della progressiva restrizione della popolazione pagante. E’ un tema quest’ultimo già affrontato in Parlamento in occasione di interrogazioni, ad esempio, sul tema delle reti private (RIU, SEU e altro) ma su cui è bene ritornare a breve: via via che cresce l’area esente dal pagamento degli oneri, diventerà sempre più forte il peso degli oneri sulle altre categorie di consumatori e dunque la spinta a far parte dell’area esente, con il rischio di un carico insostenibile su famiglie e PMI che già oggi pagano – non solo in Italia ma in tutta Europa – la maggior parte del peso. Questo è un risultato chiarissimo ad esempio delle simulazioni in corso sui target al 2030 ed è necessario che il tema dell’equità redistributiva venga affrontato, prima che si assumano decisioni e impegni.”

Tra le misure che il governo Renzi intende adottare per “ridurre fortemente il costo dell’energia per il sistema produttivo”, si cita “una spinta alla ulteriore liberalizzazione del settore e alla integrazione con i mercati europei, puntando nel 2014 ad allineare i prezzi all’ingrosso del gas e ad avere effetti positivi anche sull’energia elettrica”. In questo, “giocano un ruolo importantissimo le infrastrutture di rete e contiamo, a questo riguardo, di accelerare il più possibile il completamento e l’entrata in esercizio del nuovo elettrodotto tra Sicilia e Continente. Altra strada che si seguirà: “una riduzione rapida, anche per le imprese piccole e medie, degli oneri diversi dal prezzo all’ingrosso che oggi si scaricano sui prezzi finali. Gli interventi agiranno per razionalizzare alcune voci di costo, relative a più ambiti o servizi, nella ricerca di una maggiore equità contributiva”.

Altro annuncio importante, come detto, quello dell’attuazione imminente della direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica, che stabilisce anche l’elaborazione di una strategia sul medio-lungo termine per la riqualificazione energetica del parco edilizio nazionale; la riqualificazione annua di almeno il 3% della superficie degli immobili della pubblica amministrazione centrale dello Stato; la riduzione dell’1,5% annuo del volume delle vendite di energia ad opera di soggetti obbligati identificati tra i distributori o le società di vendita dell’energia e l’introduzione di campagne obbligatorie di diagnosi energetiche nel settore industriale .

A brevissimo, il Governo approverà lo schema di decreto”. Con l’occasione, “non solo si rafforzeranno gli strumenti di incentivazione, ma si introdurranno dei criteri per orientare la regolazione dei mercati e dei settori regolati in senso sempre più attento all’efficienza complessiva del sistema”. Tra le misure in arrivo, come anticipato, ci dovrebbe essere una semplificazione del Conto Termico, interventi sui Certificati Bianchi, mentre sulle detrazioni fiscali si ricorda che “come già previsto dalla norma, entro il 2015 il Governo proporrà una rimodulazione della spesa, per la stabilizzazione dello strumento”.

Interessante poi il riepilogo che la relazione fa su come il nostro sistema energetico è cambiato e di quanta strada ci resta da fare per raggiungere gli obiettivi della SEN. Secondo la Strategia dobbiamo raggiungere al 2020 il 19-20% di rinnovabili sui consumi finali, il 34-38% per quelli elettrici, il 20% per quelli termici e il 10% sui trasporti.

A fine 2012 la quota di consumi energetici totali coperti da rinnovabili era del 13,5%, un risultato, si ricorda, frutto “non solo della crescita delle rinnovabili ma della contrazione dei consumi, causa misure di efficienza energetica ma soprattutto per la crisi economica”. Al raggiungimento della quota del 13,5% sopra citata, “concorrono per circa il 46,5% la produzione elettrica da fonti rinnovabili; per circa il 44% la produzione di calore da fonti rinnovabili; per poco più del 9% i carburanti da fonti rinnovabili. La spesa annua impegnata per l’elettricità da rinnovabili ammonta a circa 12 miliardi di euro, prelevati sulle tariffe elettriche; per contro, la gran parte del calore da fonti rinnovabili proviene dall’uso di biomasse e di pompe di calore, non incentivate o con incentivi che, finora, gravano prevalentemente sul bilancio dello Stato, comunque per valori molto modesti. L’incentivo per i carburanti da fonti rinnovabili si scarica invece direttamente sui prezzi di benzina e gasolio, per un valore annuo complessivo stimato in meno di 1 miliardo di euro l’anno.

Altri dati da ricordare quelli sul mercato elettrico: “nel 2013, la produzione elettrica nazionale ha avuto una riduzione del 3,6% e quella termoelettrica una riduzione del 12% rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2013 il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso (PUN) registrato sul Mercato del Giorno Prima (MGP) gestito dal GME è risultato pari a 62,99 €/MWh, mostrando una riduzione pari al 17% sul 2012 e arrestando una dinamica rialzista in atto dal 2009. La dinamica ribassista dei prezzi è confermata in questa prima parte del 2014 (-15% rispetto allo stesso periodo del 2013) e appare proiettarsi nei prossimi due anni, come evidenziato dalle quotazioni relative ai prodotti annuali registrati sul Mercato a Termine del GME, in linea con il dato del 2013 per l’anno in corso e in ulteriore diminuzione attesa per il 2015 (55,50 €/MWh)”.

Nel 2013 le rinnovabili hanno costituito circa il 34% dell’offerta di energia elettrica (compreso l’import) e circa il 37% della sola produzione nazionale. L’accresciuto ruolo delle fonti rinnovabili, si ricorda, ha “messo in discussione l’architettura originaria del mercato elettrico e stimolato un confronto – anche a livello europeo – sull’ adeguatezza di misure di sostegno della capacità termoelettrica necessaria a preservare la sicurezza del sistema”.

La relazione De Vincenti (pdf)

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