Picco prezzo kWh ‘anti-rinnovabili’, l’Autorità indaga

Su queste pagine per primi avevamo denunciato la strana dinamica che si sta verificando sul mercato elettrico italiano: un anomalo aumento del prezzo dell'elettricità nel picco serale, che compensa la riduzione nelle fasce diurne prodotta dal fotovoltaico. Ora finalmente l'Autorità per l'energia annuncia un'indagine.

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Su queste pagine, primi tra la stampa, avevamo denunciato la strana dinamica che si sta verificando nel mercato elettrico italiano. Ora finalmente la troviamo riconosciuta e ben descritta anche in un documento ufficiale dell’Autorità per l’energia, che annuncia che indagherà su quel che sta accadendo. Stiamo parlando dell’anomalo aumento del prezzo dell’energia nelle fasce serali che si sta verificando alla Borsa elettrica sul mercato del giorno prima negli ultimi 6 mesi. Un fenomeno che si spiega con l’autodifesa dei produttori da fonti convenzionali dalla concorrenza delle rinnovabili e soprattutto del fotovoltaico.

Riassumendo, per chi si fosse perso le puntate precedenti (Quelenergia.it, Un cartello delle fossili per difendersi dal fotovoltaico? e Fossili contro rinnovabili e la bioraria conviene meno): prima dell’esplosione del fotovoltaico dell’ultimo anno alla Borsa elettrica c’erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è praticamente scomparso, ma in compenso il picco di prezzo serale è schizzato alle stelle.

Quel che succede è che il fotovoltaico, assieme alle altre rinnovabili, producendo a costi marginali nulli (non serve più combustibile per dare un kWh in più), di giorno fa concorrenza alle centrali tradizionali e riesce a contenere il prezzo dell’energia (l’effetto peak shaving che nel 2011 ha fatto risparmiare 400 milioni di euro). A rimetterci sono i produttori da fonti tradizionali, specie chi ha investito in nuovi impianti a ciclo combinato, che durante il giorno deve spesso tenere ferme le centrali, con evidente danno economico. L’ipotesi di Qualenergia.it è che dietro l’impennata del prezzo nel picco serale ci possa essere un tentativo di questi operatori di rifarsi dei guadagni erosi nella fascia diurna, cosa che sicuramente rende inefficiente il sistema elettrico e che potrebbe anche nascondere pratiche di cartello.

Un’ipotesi che la settimana scorsa ha confermato lo stesso presidente dell’Aeeg, Guido Bortoni, in un’audizione (vedi documento in pdf) alla 10a Commissione industria del Senato, annunciando indagini. Un intervento molto interessante in cui si affrontano a tutto tondo le varie problematiche legate al peso sempre più importante delle rinnovabili nel sistema elettrico italiano, tra cui appunto quella dell’anomala impennata del picco serale del prezzo, che si sta manifestando con proporzioni impressionanti più o meno da ottobre 2011.

“Il confronto tra gli andamenti dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso nel corso del I° trimestre del 2012, rispetto all’analogo periodo del 2011 (vedi grafico), evidenzia una ‘compressione relativa’ dei prezzi dell’energia elettrica nelle ore di maggior produzione fotovoltaica, produzione che si caratterizza per assenza di costi variabili e specifici programmi di offerta. Ne consegue una significativa riduzione del numero delle ore in cui gli impianti termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, prima ancora della quota parte dei costi fissi, anche le eventuali perdite sui costi variabili registrate nelle ore della giornata in cui sono costretti a rimanere in servizio a causa dei loro vincoli tecnici di funzionamento. Da ciò deriva un’esigenza di copertura dei costi variabili di produzione in un numero più concentrato di ore, il che, a sua volta, concorre a spiegare l’aumento relativo registrato nei livelli dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso nelle prime ore serali”, spiega l’Autorità.

Se questo basti a giustificare l’entità dell’aumento del prezzo in quella facia oraria o se invece ci sia dietro dell’altro, si ammette tra le righe, andrà indagato: “Al fine di meglio comprendere gli effetti di questo fenomeno, l’Autorità sta sviluppando analisi finalizzate a valutare l’evoluzione dei costi degli impianti con riferimento ai loro possibili profili di utilizzo e la relazione di aderenza degli stessi ai prezzi che si formano sul mercato. Ciò al fine di completare la base conoscitiva in vista di eventuali provvedimenti. Le risultanze forniranno anche un contributo oggettivo e neutrale rispetto a un dibattito che si è spesso sviluppato sulla base di analisi parziali e variamente orientate.”

Non sarebbe la prima volta, aggiungiamo noi, che in questo settore si applicano pratiche scorrette per tenere alto il prezzo dell’elettricità nelle ore di picco. È ciò che sono state scoperte a fare nel 2010, ci spiegano dall’Antitrust, sia Enel ed Enel Produzione (EP) che Edipower e le sue società ‘toller’ sul mercato zonale siciliano.

A ogni modo, che il picco sia giustificato dai costi fissi e di produzione o che i produttori “ci mettano del loro”, resta il fatto che questo fenomeno rivela come sia necessario intervenire sul nostro mercato elettrico per renderlo capace di accogliere il contributo crescente dell’energia pulita in maniera più efficiente. “In prospettiva, l’integrazione su vasta scala nel sistema elettrico delle fonti rinnovabili non programmabili e della generazione distribuita richiederà, a livello europeo, di rivedere l’attuale disegno di mercato, originariamente pensato per un parco elettrico di tipo più tradizionale”, conclude l’Autorità.

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