Al via il primo conto energia per le rinnovabili termiche

Operativo il primo conto energia per le rinnovabili termiche del mondo. E' quello del Regno Unito. Le aziende saranno pagate in proporzione al calore prodotto dai loro impianti a rinnovabili. Dovrebbe far risparmiare 43 milioni di tonnellate di CO2, creando 500mila posti di lavoro. Per il conto energia termico italiano si dovrà attendere fine anno.

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Parte il conto energia per le rinnovabili termiche, ed è nel Regno Unito. In Gran Bretagna, infatti, è operativo da ieri il primo meccanismo incentivante al mondo di questo tipo per il calore da energie rinnovabili. Uno schema simile a quello che, secondo il decreto rinnovabili del 3 marzo 2011, dovrebbe essere introdotto anche in Italia: i decreti attuativi per mettere in piedi l’incentivo dovevano essere pronti per fine settembre. Le ultime dichiarazioni del neoministro per l’Ambiente, Corrado Clini, fanno sperare che arrivino invece entro la fine dell’anno. Presto dunque anche le rinnovabili termiche italiane potranno essere premiate in maniera direttamente proporzionale all’energia che forniscono, come avviene ad esempio con il conto energia fotovoltaico.


Ma veniamo al Regno Unito, dove il conto energia per le rinnovabili termiche è già partito. Da ieri infatti industrie e attività commerciali possono richiedere di accedere al Renewable Heat Incentive (RHI), mentre per i clienti domestici un meccanismo diverso, il Renewable Heat Premium Payment scheme, entrerà in vigore più avanti, a data ancora da definirsi.


Chi ha installato un impianto alimentato a rinnovabili termiche dopo il 15 luglio 2009 si vedrà pagato un premio per ogni kWh che l’impianto produce. Tecnologie come le caldaie a biomassa, il solare termico e le pompe di calore, ad esempio, si vedranno corrisposto un premio rispettivamente di 0,079, 0,085 e 0,045 sterline per kWh prodotto, ossia 0,092, 0,099 e 0,052 euro/kWh. Altre tecnologie incentivate sono l’incenerimento di rifiuti solidi urbani (sulla cui classificazione come fonte rinnovabile qualcuno avrebbe da ridire), la combustione di biogas in loco o l’immissione di biometano in rete e la geotermia profonda (qui tutte le informazioni sul nuovo incentivo).


La misura verrà finanziata per ora con 860 milioni di sterline (1 miliardo di euro) dalle casse statali: la proposta fatta in passato di reperire le risorse da una componente aggiuntiva sulle bollette del gas (come si farà in Italia) è stata bocciata. Nei prossimi dieci anni, secondo i calcoli di Londra, il RHI dovrebbe stimolare 14mila installazioni nell’industria e 112mila nel commerciale e nel pubblico. Per il 2020 si prevede che il nuovo incentivo per le termiche faccia risparmiare circa 43 milioni di tonnellate di CO2.


La misura dovrebbe essere determinante nel raggiungere l’obiettivo del Piano nazionale per le rinnovabili britannico (15% di rinnovabile sul totale), secondo il quale le termiche dovrebbero crescere dall’1,5% attuale al 12% sul totale del calore. Ma la misura dovrebbe dare anche una spinta all’economia del paese: si stima che in dieci anni stimoli la creazione di mezzo milione di posti di lavoro nel settore e metta in moto investimenti per 4,5 miliardi di sterline (5,2 miliardi di euro).

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