Fra tre anni fotovoltaico meno caro dell’elettricità dalla rete

Uno studio sui costi del chilowattora fotovoltaico realizzato dal team di Arturo Lorenzoni dell'Università di Padova valuta che la grid parity in regime di autoconsumo in Italia è alla porte: secondo calcoli definiti addirittura conservativi, nel meridione è già nel 2013 con impianti da 200 kWp, nel 2014 con impianti da 3 kWp.

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In Italia meridionale già nel 2014 converrà, senza incentivi, produrre l’elettricità in casa con i pannelli fotovoltaici rispetto ad acquistarla dalla rete. Per impianti più grandi, da 200 kWp questo succederà già fra due anni, cioè a metà 2013. Sono le conclusioni dei calcoli del team guidato dal professor Arturo Lorenzoni, del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università di Padova, raccolti in uno studio commissionato da Conergy Italia: “lo studio più aggiornato ad oggi disponibile che analizza il momento in cui in Italia verrà raggiunta la ‘grid parity’“.

Al centro Italia l’energia autoprodotta, si scopre, sarà competitiva rispetto a quella acquistata dalla rete nel 2016 per i piccoli impianti da 3 kWp e un anno prima per quelli da 200 kWp; al Nord la grid parity in autoconsumo si raggiungerà nel 2017 per i piccoli impianti e nel 2016 per quelli con potenza da 200 kW.

Il lavoro parte dall’analisi dell’andamento dei costi di moduli, componenti e impianti previsto dalle principali società di ricerca e dalla European Photovoltaic Association (vedi anche Qualenergia.it, Costi e competitività del fotovoltaico al 2020): i moduli fotovoltaici dovrebbero passare dai circa 1,4 €/Wp attuali a circa 1 €/Wp entro il 2013. Il sistema fotovoltaico completo installato scenderebbe così, secondo lo studio per i piccoli impianti da 3 kWp dai circa 3.600 €/kW attuali a 2.800 nel 2014, mentre per i sistemi da 200 kWp dai circa 2.800 €/kWp attuali a circa 2.000 nel 2014.

Stime elaborate prima della firma del quarto conto energia, spiega a Qualenergia.it il professor Lorenzoni: “con la riduzione delle tariffe incentivanti i prezzi caleranno anche più rapidamente del previsto”. Ma il premio che il nuovo conto energia dà agli impianti con almeno il 60% di componenti di produzione europea non avrà l’effetto di allineare i prezzi con quelli dei più costosi moduli made in Europe? “Saranno probabilmente i moduli cinesi a dover scendere ulteriormente di prezzo per mantenere la loro competitività”, dice Lorenzoni.

Incrociando il calo dei prezzi con l’andamento previsto del prezzo dell’elettricità, lo studio arriva a stimare quanto anticipato e riassunto nei grafici qui in basso:

Come si vede lo studio colloca la grid parity in Italia leggermente prima rispetto ad altre proiezioni come quella dell’EPIA di cui abbiamo parlato recentemente (Qualenergia.it, Costi e competitività del fotovoltaico al 2020), che comunque fanno riferimento a date abbastanza simili. I calcoli di Lorenzoni, che includono nel calcolo un tasso di interesse del 5,3% e stimano una vita dell’impianto di 25 anni, si concentrano infatti sull’autoconsumo e non sulla produzione da immettere in rete: assumono cioè che tutta l’elettricità prodotta venga consumata in loco ed entri in concorrenza con l’elettricità acquistata dalla rete al prezzo dei clienti finali, quindi gravata di tasse ed oneri di sistema: “La domanda che ci siamo posti è: quando al consumatore converrà prodursi l’elettricità con il fotovoltaico rispetto ad acquistarla dalla rete”, ci dice Lorenzoni.

Lo studio è comunque stato sviluppato tenendo conto di ipotesi conservative e quindi realistiche. Ad esempio si è voluto stimare l’aumento della bolletta elettrica media annua per i prossimi anni di 3-3,28%; un valore che potrebbe verosimilmente essere sottostimato a causa del possibile aumento del prezzo del petrolio. Nel caso in cui gli aumenti dell’energia dovessero essere maggiori di quanto stimato e la riduzione dei prezzi degli impianti più veloce, il raggiungimento della grid parity arriverebbe addirittura prima di quanto indicato nello studio.

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