Per le forza armate Usa, siamo in vista del picco

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Già nel 2015 mancheranno 10 milioni di barili al giorno rispetto al fabbisogno mondiale. Pesanti saranno le conseguenze economiche e geopolitiche. Ad affermarlo un recente documento delle forze armate statunitensi.

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Già nel 2015 il petrolio sarà troppo scarso rispetto al fabbisogno mondiale. Per quell’anno ne mancheranno fino a 10 milioni di barili al giorno, con pesanti conseguenze sulla crescita economica e sull’equilibrio geopolitico mondiale. Una previsione tra le più pessimistiche rispetto al problema della futura carenza di petrolio che fa rumore soprattutto per il soggetto che l’ha comunicato: è la visione delle forze armate americane, in particolare dell’American Joint Forces Command, contenuta in un report fresco di pubblicazione (vedi allegato, da pagina 24)

Si legge nel documento che “dal 2012 il surplus di produzione del petrolio potrebbe scomparire e già dal 2015 potrebbero mancare fino a 10 milioni di barili al giorno”. Le conseguenze? “Sicuramente ciò ridurrà le prospettive di crescita sia nel mondo sviluppato che nei paesi in via di sviluppo. Questo rallentamento economico esaspererà altre tensioni irrisolte, spingendo le nazioni più fragili verso il collasso e potrà avere effetti seri anche su Cina e India”.

Cosa significherà sul piano militare? “La presenza di ‘civili’ cinesi a guardia degli oleodotti in Sudan per proteggere i propri approvvigionamenti di petrolio fa immaginare un futuro in cui altri Stati interverranno in Africa per proteggere le risorse sempre più scarse. Enormi le implicazioni per futuri conflitti nel caso che la produzione non tenga il passo con la domanda e gli Stati debbano assicurarsi militarmente l’accesso a risorse scarse”.

I dati da cui partono i militari Usa sono quelli già noti dell’International Energy Agency, che solo in questi ultimi due anni hanno iniziato ad evidenziare la probabile futura crisi energetica. Dati allarmanti, ma resta il sospetto che siano stati “addolciti” per non creare il panico finanziario (Qualenergia.it,  Petrolio al 2030 e dati gonfiati dell’IEA ).

Al 2030, è la base di partenza dell’analisi dell’esercito americano, si prevede un aumento della domanda di energia del 50%, dagli attuali 86 milioni di barili al giorno per il petrolio si arriverà ad un fabbisogno fino a 118 milioni. Ma per soddisfarlo la produzione dovrebbe crescere “dell’equivalente di un Arabia Saudita ogni 7 anni“. Da qui al 2030, il mondo dovrà trovare altri 1,4 miliardi di barili all’anno.

“Il ritmo di nuove scoperte degli scorsi due decenni (escluso forse il Brasile) – commentano i militari – lascia poco spazio all’ottimismo di chi pensa che in futuro si troveranno nuovi giacimenti.” E oltre al problema delle riserve, c’è quello, collegato, degli investimenti: nei prossimi anni peserà “una carenza di piattaforme di trivellazione e capacità di esplorazione e raffinazione. Anche se uno sforzo concertato iniziasse oggi ci vorrebbero almeno 10 anni prima che la produzione riprenda il passo con l’aumento della domanda.”

“Al momento, gli investimenti stanno appena aumentando, con il risultato che la produzione raggiungerà un prolungato plateau. (…) Nel 2012, la produzione in eccesso sparirà completamente, e nel 2015 mancherà un 10% di output per soddisfare la domanda.” Tra 3 anni, dunque, non in un futuro non specificato. Nella previsione dell’esercito Usa che, si specifica, non vuole rappresentare in alcun modo la posizione ufficiale del governo, il problema della scarsità del petrolio è molto più serio e incombente che negli scenari dipinti dalla politica che non sembra nemmeno considerare questa eventualità

GM

14 aprile 2010

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