Un mondo di energia basato su sole e vento

Anche dagli Stati Uniti arrivano numerosi studi per un futuro energetico basato al 100% sulle rinnovabili. Mark Delucchi dell'Università della California e Mark Jacobson dell'Università di Stanford hanno valutato come tale obiettivo non solo sia possibile già al 2030, ma anche senza bisogno del nucleare o delle biomasse. Su questi temi un convegno del Kyoto Club il prossimo 16 febbraio.

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Arriva dalla California un altro studio che spiega come si possa arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili in 20 anni o poco più. Secondo i calcoli pubblicati sulla rivista Energy Policy da Mark Delucchi dell’Università della California e Mark Jacobson dell’Università di Stanford l’obiettivo è possibile e senza bisogno di far uso di energia nucleare o da biomasse (qui una delle prime bozze del loro lavoro nel 2009) .

Cosa servirebbe per raggiungere questo target? Ecco una lista sintetica di installazioni: 4 milioni di turbine eoliche da 5 MW, 90mila grandi centrali solari da 300 MW, sia del tipo fotovoltaico che termodinamiche, 1,7 miliardi di piccoli pannelli fotovoltaici da 3 kW da installare sui tetti di praticamente tutte le case del pianeta.

A completare il mix energetico potrebbero contribuire anche centrali geotermiche e che sfruttano le onde, come quella appena inaugurata in India. Come detto, risulterebbero inutili sia l’atomo che le biomasse, che ora invece forniscono rispettivamente il 6 e il 10% dell’energia primaria mondiale, mentre insieme eolico e solare sono ancora al 3%.

”Volevamo dimostrare che vento, sole e acqua presenti sul pianeta sono sufficienti a soddisfare la domanda di energia – spiegano i due ricercatori – e che il problema principale è solo la volontà politica. L’obiettivo potrebbe essere raggiunto entro il 2030, ma più realisticamente entro questa data si potrebbe smettere di produrre nuove centrali a combustibili fossili, mentre in altri 20 si potrebbe completare lo ‘switch’ alle energie verdi”.

Secondo lo studio, le riserve di materie prime per costruire questi impianti sono sufficienti, spiegano gli autori, e questo vale sia per quelle più abbondanti come cemento e acciaio sia per le terre rare, recentemente divenute al centro delle strategie e guerre commerciali tra Cina, Giappone, Usa e Europa. Passare alle rinnovabili richiederà anche una nuova rete elettrica ‘intelligente’ e impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta da vento e sole. ‘In realta’ vento e sole lavorano benissimo insieme – dicono gli esperti – normalmente una giornata con poco vento è soleggiata, e viceversa”.

Realizzare ora una simile rivoluzione sarebbe piuttosto costoso, ma i due ricercatori sono ottimisti per il futuro: secondo le loro proiezioni da qui a 20 anni i prezzi delle rinnovabili continueranno a scendere, rendendole sempre più convenienti nei confronti delle fonti fossili che hanno anche esternalità, cioè un ‘costo sociale’ per l’ambiente e la salute, molto più elevato.

Su questo concetto, che chiameremo “100% rinnovabili”, l’Europa sta lavorando da qualche anno tanto che di recente sono stati pubblicati diversi rapporti autorevoli che mirano a verificare la possibilità di riuscire a soddisfare con l’energia verde il 100% di tutta la domanda elettrica nel vecchio continente entro la metà del secolo.

Per analizzare quali siano le possibilità anche per l’Italia e le strategie da attuare, Kyoto Club organizzerà un convegno dal titolo “100% Rinnovabili. La sfida per le energie verdi entro il 2050” che si svolgerà a Roma il prossimo 16 febbraio.

 

 

 

 

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