Friburgo, la città delle alternative

  • 7 Novembre 2009

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Il percorso della città tedesca, da anni esempio di sostenibilità energetica e vetrina delle rinnovabili, è considerato in un articolo del Financial Times un esempio per la lotta al global warming. Tutto iniziò da uno scontro sul nucleare. Oggi le emissioni sono state ridotte del 14% rispetto al 1992. Si punta a ridurle del 40% al 2030.

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Cosa può nascere da una battaglia dei cittadini contro un progetto di centrale nucleare a 30 km dalla città? Uno scontro simile può far sedimentare nella popolazione l’idea che qualcosa di nuovo e di alternativo può essere fatto? Siamo negli anni ’70 e nessuno sa cosa sia la rivoluzione energetica, né ilconcetto di green economy. La località è una cittadina tedesca di oltre 200mila abitanti posta in angolo della Germania occidentale, ai confini con Francia e Austria: è Friburgo. E da quell’esperienza è nato un esempio di sostenibilità per molte municipalità europee.

I cittadini di Friburgo volevano veramente qualcosa di diverso e di concreto; un’idea che si è rafforzata dopo Chernobyl, nel 1986. Oggi la città ha saputo ridurre del 14% le emissioni di gas serra rispetto al 1992 e punta ad andare molto al di là degli obiettivi dell’Unione Europea, per arrivare ad un “meno 40%” al 2030.

Di questo caso di successo oggi ne ha parlato anche l’autorevole e, se vogliamo, conservatore Financial Times per indicare una possibile strada da percorrere per la lotta ai cambiamenti climatici. Il quotidiano britannico si concentra principalmente sulle strategie per l’efficienza energetica, ma va detto che il comune ha puntato molto anche sul solare fotovoltaico e su altre fonti rinnovabili. Interi palazzi privati e edifici pubblici sono ricoperti in facciata o sul tetto con moduli fotovoltaici, così come la copertura dello stadio comunale. Il quartiere periferico di Vauban, per coloro che operano in questo settore e hanno avuto l’occasione di farci una passeggiata, è una specie di “paese dei balocchi” (foto 1foto 2 *).

Il Comune ha aiutato la diffusione della tecnologia solare creando un sito web in cui ognuno può individuare la propria abitazione e scoprire se il proprio tetto sia o meno adatto ad ospitare un impianto solare, capire quale sia l’angolo migliore per posizionarlo e come dimensionarlo. Tutto ciò grazie ai dati recuperati attraverso foto aeree (vedi anche sito Freiburg Green City).
Ma è l’edilizia a basso consumo energetico che qui trova la sua massima espressione. In questa città hanno operato i pionieri della casa passiva, sia per quanto concerne il lato architettonico e tecnico (vedi Rolf Disch) che quello normativo. Già dal 1992 Friburgo aveva introdotto standard per le nuove costruzione inferiori del 30% rispetto a quelli statali. Nel 2011 questi limiti saranno ancora più stringenti: le nuove case potranno consumare solo fino a 15 kWh/m2 anno (oggi è fino a 50), mentre la media europea è intorno a 200-230 kWh/m2 anno. Molte abitazioni utilizzano per il riscaldamento e per il raffrescamento soprattutto pompe di calore geotermiche, oltre a un po’ di solare termico o di biomasse.

Sull’edilizia esistente il Comune eroga incentivi aggiuntivi a quelli federali per coloro che coibentano, installano finestre a triplo vetro e realizzano altri interventi di risparmio energetico. Lo stesso stanno facendo anche Monaco di Baviera e Heidelberg e alcune banche tedesche hanno deciso di predisporre prestiti facilitati e standard per queste tipologie di intervento.

Anche il traffico cittadino è stato notevolmente ridotto nel tempo, rafforzando la rete tramviaria e costruendo ovunque piste ciclabili. La bicicletta è la regina delle strade urbane. Al contempo i parcheggi nel centro città sono diventati salatissimi.
Oggi i cittadini di Friburgo sono consapevoli che edilizia a basso consumo ed energia pulita sono anche una risorsa turistica (pdf) per la città, ma anche un beneficio per tutta l’attività produttiva e commerciale dell’area.

Si tratta di un caso replicabile? A livello municipale costruire cloni non è semplice, ma è nella motivazione di cittadini e amministratori di Friburgo che va visto l’esempio.
Un tempo l’elettricità da nucleare forniva il 60% della domanda cittadina. Oggi è meno del 25%.

LB

 * foto di Thilo Pommerening

6 novembre 2009

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