Emissioni, “Ryanair è il nuovo carbone”

La compagnia aerea entra nella top 10 dei più grandi emettitori europei. Esentata da tasse sul carburante e Iva, l'aviazione emette il 26% in più di CO2 rispetto a 5 anni fa.

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Ryanair è ora uno dei primi 10 emettitori di CO2 in Europa, decima dietro a 9 centrali a carbone.

A mostrarlo i dati ufficiali diffusi ieri dalla Commissione europea (link in basso).

L’entrata della compagnia area low cost – il cui ceo Michael O’Leary fino a 2 anni fa negava pubblicamente che ci si dovesse preoccupare per il cambiamento climatico – nella top ten europea delle aziende più dannose per il clima riflette è un evento simbolico che mostra chiaramente il fallimento dell’Ue nel mettere in atto misure efficaci per frenare la crescita delle emissioni del trasporto aereo, che non paga tasse sul carburante e Iva sui biglietti.

Le emissioni di CO2 delle compagnie aeree sono cresciute del 4,9% in Europa lo scorso anno, a differenza degli altri settori dell’ETS europeo, che hanno visto un calo del 3,9%. Negli ultimi 5 anni, la quantità di gas serra causata dai voli in Europa è aumentata del 26,3%, superando di gran lunga qualsiasi altra modalità di trasporto, sottolinea il think tank ambientalista Transport & Environment (vedi infografica).

“Quando si parla di clima, Ryanair è il nuovo carbone – commenta Andrew Murphy responsabile aviazione di T&E – Questa tendenza proseguirà fino a quando l’Europa si renderà conto che questo sottotassato e sottoregolato deve essere messo alla pari degli altri, a cominciare dall’introduzione una tassa sul cherosene e di obblighi che costringano le compagnie aeree a passare a carburanti a emissioni zero. “

Non sorprende, spiega T&E, che il modo di trasporto meno tassato sia anche quello con le emissioni di CO2 in più rapida crescita. “Questo deve finire. Le compagnie aeree non dovrebbero più avere quote di emissioni gratuite nell’ETS, dovrebbero iniziare a pagare le tasse sul cherosene che consumano e l’Iva sui biglietti, come tutti gli altri settori di trasporto. Il taglio radicale delle emissioni aeronautiche richiederebbe anche un passaggio al cherosene sintetico, prodotto da elettricità rinnovabile e carbonio catturato dall’aria.”

Non convince il think tank il controverso schema di compensazione dell’Onu per l’aviazione, noto come Corsia: “permetterà alle emissioni del trasporto aereo di continuare a crescere”, si spiega. Con questo sistema, infatti, secondo Transport & Environment, “le compagnie aeree possono emettere ancora più carbonio, acquistando compensazioni ultra-economiche”.

Quel che è certo è che l’aviazione  sarà uno dei settori più difficili da decarbonizzare: di recente abbiamo parlato di innovazioni che potrebbero portare a carburanti più sostenibili (QualEnergia.it, Soluzioni bio per l’aviazione: il carburante jet fatto con la cellulosa) e fatto il punto sul cammino da compiere (QualEnergia.it, Aerei elettrici e bio-kerosene, quanta strada c’è ancora da fare), ma si parla sempre di soluzioni per il futuro, mentre come dimostra la crescita delle emissioni di Ryanair e le altre, bisogna agire subito.

Aggiornamento ore 16: “Ryanair è la compagnia aerea più ecologica e pulita d’Europa. I passeggeri che viaggiano con Ryanair registrano le più basse emissioni di CO2 per km percorsi rispetto a qualsiasi altra compagnia aerea” è la dichiarazione che la compagnia aerea ci chiede di integrare nell’articolo dopo la pubblicazione, ma della veridicità della quale non troviamo riscontro nel link inviatoci a corredo.

Secondo l’analisi dei dati dell’UE fatta dall’ong Sandbag e da Transport & Environment, la seconda compagnia per emissioni Europa è invece EasyJet, al 31° posto nella lista, dopo un aumento dell’11% delle emissioni nel 2018. Seguono Lufthansa, Norwegian e British Airways, anche se va precisato che si parla di valori assoluti e riferiti alle attività in Ue e non di emissioni per passeggero per chilometro.

“I risultati di questo rapporto non sono rappresentativi in ​​quanto misurano solo i voli all’interno dell’Europa.  Essendo una compagnia aerea a corto raggio che opera interamente all’interno dell’Ue, quasi tutte le emissioni di Ryanair sono soggette alla direttiva ETS dell’Ue. Si tratta di una proporzione molto maggiore rispetto ai vettori legacy, i cui voli a lungo raggio non sono inclusi nella direttiva ETS”, ci scrivono dall’ufficio stampa della compagnia low-cost irlandese.

L’impegno di Ryanair per il 2030 non ci sembra comunque audace: ridurre la CO2 a 61,4 g per passeggero per km cioè l’8% in meno rispetto ai livelli attuali (e il 66% in meno rispetto al 2000) mentre l’azienda “supporta l’obiettivo 2050 della IATA per ridurre le emissioni del settore dell’aviazione del 50% rispetto ai livelli del 2005”.

Oltre a questo, si legge nel materiale giratoci, l’anno scorso Ryanair ha introdotto uno schema di compensazione del carbonio, cosa lodevole, ma, oltre ai dubbi sull’efficacia di questi sistemi, in questo caso il meccanismo è volontario e a pagare, eventualmente, sono i viaggiatori:   i clienti possono compensare il costo del carbonio del loro volo facendo una donazione volontaria al termine del processo di prenotazione, con i fondi raccolti che vanno a sostenere progetti certificati sui cambiamenti climatici scelti dalla compagnia.

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