Mondiali Russia 2018: la Fifa si veste di verde, ma è solo greenwashing

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Partono i mondiali di calcio in Russia. La Fifa offre una compensazione delle emissioni di CO2 ai possessori dei biglietti delle partite. Ma il budget previsto dalla schema è limitato al 3-4% dei visitatori esteri attesi. Non si capisce quali siano i progetti collegati. E non parliamo poi degli sponsor.

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Oggi partono i mondiali di calcio in Russia. Un evento con un giro d’affari di intorno ai 4,5 miliardi di euro per il solo mese della competizione.

La federazione internazionale del calcio, la Fifa, dovrebbe aver incassato dagli sponsor (poi vedremo quali) già oltre 1,2 mld di dollari.

Come sappiamo, per ogni attività commerciale e industriale oggi una spruzzatina di green fa sempre bene. Al novero dei “fake greens”, non poteva mancare anche la Fifa, ora anche in squadra con l’Onu per i cambiamenti climatici, per essere parte dello schema Climate Neutral Now. Obiettivo della federazione di football internazionale è di diventare carbon neutral entro il 2050, secondo i dettami dell’accordo di Parigi sul clima.

La Fifa ha così deciso di offrire una compensazione delle emissioni di CO2 ai possessori dei biglietti delle partite di Russia 2018.

Negli ultimi giorni questa iniziativa è stata tacciata da molti giornali e organizzazioni ambientaliste come puro greenwashing: la compensazione sarebbe collegata ad uno schema imperfetto, se non fasullo, che non andrebbe a coprire affatto le vere emissioni dell’evento.

Quando parliamo di greenwashing in soldoni possiamo dire in sintesi: molto beneficio di immagine per il brand e scarso o nessun risultato per l’ambiente.

Ora, relativamente al caso mondiali si è stabilito che per ciascun possessore di biglietto la Fifa abbia previsto un impatto di 2,9 tonnellate di anidride carbonica, che sarebbe una stima delle emissioni medie per un viaggio aereo da un qualsiasi paese verso la Russia.

Poiché questo schema prevede un limite massimo di sole 100mila tonnellate di CO2, significa che in realtà verrebbero compensate le emissioni dei viaggi di appena 34.500 visitatori, o tifosi che dir si voglia. Ma per la grande kermesse calcistica si attendono almeno un milione di persone dall’estero.

La stime sulle emissioni, peraltro risultato di analisi commissionate dalla stessa Fifa ad esperti, dicono che la Coppa de Mondo di calcio quest’anno causerà oltre 2,1 milioni di tonnellate di CO2, di cui tre quarti risultanti dalle emissioni connesse ai voli internazionali.

La FIFA ha anche garantito di compensare tutte le emissioni su cui ha il controllo diretto. Queste sono stimate in 243mila tonnellate di CO2, pari all’11,2% delle emissioni totali.

Oltre al cap molto basso dello schema di compensazioni, non si conoscono ancora quei progetti, in Russia e all’estero, che sarebbero collegati al taglio delle emissioni climalteranti. Ma un po’ tutto il meccanismo sembra controverso, come spesso accade in questi casi.

Nel 2016 uno studio del centro di ricerca Öko-Institut aveva riscontrato pecche fondamentali negli schemi di carbon offsetting delle Nazioni Unite. Secondo lo studio solo il 7% dei crediti che certificano la potenziale riduzione delle emissioni avevano una probabilità di comportare un taglio reale delle emissioni, che fosse inoltre misurabile e addizionale.

La responsabile di Carbon Market Watch, Kelsey Perlman, ha avvertito la Fifa che questo tipo di iniziativa è in genere “molto problematico” e potrebbe chiaramente rivelarsi semplicemente greenwashing. Per questo è essenziale l’immediata pubblicazione di tutti i dettagli dei progetti collegati a queste iniziative, per poi poter essere esaminati con attenzione. Non dovrebbero, per esempio, mai essere inclusi impianti di grande idroelettrico, a carbone, a gas e nucleari.

Insomma, per essere veramente seri in questo processo di taglio delle emissioni sarebbe più esemplare finanziare direttamente dei progetti a ridotto impatto ambientale e di CO2, come impianti a fonti rinnovabili o interventi di efficienza energetica.

Ma l’aspetto che da’ un segnale, se proprio vogliamo dirlo, di ipocrisia a tutta l’operazione è da ricercarsi nella lista dei principali sponsor della Fifa per l’evento russo. Tra questi, Gazprom, Qatar Airways e Kia Motors. Non serve aggiungere altro.

Come scrive il famoso giornalista ambientalista Fred Pearce, che si è occupato a fondo dell’imperversare del greenwashing, “oggi tutte le imprese e tutti i prodotti tendono ad autodefinirsi amici dell’ambiente: è considerata una strategia molto utile in quanto mostrarsi ecosostenibile fa vendere. Qualche ambientalista definisce questo approccio la differenza tra il dire e il fare e, di fatto, consiste nella classica pennellata di verde di chi vuole cavalcare l’onda della sostenibilità”.

Per evitare il greewashing sarebbe intanto necessario che ciascun progetto sia sempre certificato e controllato nell’intero suo ciclo di vita. Altrimenti si tratta solo di una bella “risciacquata”.

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