La domanda elettrica in Italia nel 2017 e gli obiettivi di elettrificazione spinta al 2050

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Lo scorso anno la domanda elettrica è stata pari a 320,4 TWh, con un aumento del 2% sul 2016. Le rinnovabili, in calo, hanno coperto il 32% della richiesta. In diminuzione anche il saldo con l'estero. Si è avuta così una crescita del termoelettrico. Intanto spunta un obiettivo di elettrificazione dei consumi finali di energia al 2050 del 59%. Ma con quali fonti?

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Grazie ai dati aggiornati di Terna approfittiamo per fare nuovamente il punto sui consumi elettrici in Italia.

Dati che possono rivelarsi utili per definire anche una baseline da cui partire per capire quali potrebbero essere gli scenari di elettrificazione spinta che, ad esempio, un documento di Eurelectric, appena pubblicato, indica come “la strategia” per decarbonizzare il sistema energetico.

Del “controverso” studio di Eurelectric parleremo nei prossimi giorni. Intanto anticipiamo che il documento, dal titolo “Decarbonisation Pathways”, considera come obiettivo fondamentale al 2050 per l’Unione Europea la copertura con l’elettricità del 60% dei consumi energetici finali.

Questo target consentirebbe, secondo Eurelectric, di ridurre le emissioni del 95% a metà secolo. Documento controverso dicevamo, perché, sebbene l’elettrificazione possa favorire l’efficienza energetica in molti comparti, come ad esempio nel trasporto, nell’industria o nella cottura dei cibi, non viene spiegato bene come dovrebbe essere generata questa grande quantità di elettricità, che ricordiamo è un vettore e non una fonte.

Tornando alla situazione 2017 italiana, Terna ha ufficializzato che lo scorso anno la domanda elettrica è stata pari a 320,4 TWh, con un aumento del 2% sul 2016. Questa richiesta è stata soddisfatta per l’88,2% dalla produzione nazionale (282,6 TWh), al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi.

La restante quota del fabbisogno (11,8%) è stata coperta dalle importazioni nette dall’estero, per 37,7 TWh, in aumento del 2% rispetto al 2016. Il saldo con l’estero è tendenzialmente in calo da diversi anni.

Le rinnovabili elettriche hanno contributo per il 32%, con una produzione di 103,4 TWh (vedi anche QualEnergia.it), che, come abbiamo più volte ricordato, è stata inferiore del 3,3% rispetto all’anno precedente.

La domanda elettrica del 2017 è stata però la più elevata degli ultimi 5 anni, come si può desumere dalla tabella, sebbene ancora al di sotto degli anni precedenti alla crisi (340 TWh circa nel 2006 e 2007). Un dato che spiega l’incremento nel 2017 è legato a una stagione estiva con temperature molto al di sopra della media.

Lo scorso anno il sensibile aumento delle domanda (poco più di 6 TWh) è stato coperto soprattutto con una maggiore generazione da fonte termoelettrica.

Il documento Eurelectric, sopra citato, rileva che per l’Italia il tasso di elettrificazione medio (i dati sono relativi al 2015, quindi molto vicini a quelli del 2017) è pari al 21%.

In particolare per l’industria siamo al 36%, per l’edilizia al 28% (ma 51% per l’edilizia del terziario e al 18% per quella residenziale) e per i trasporti al 2% (98% per le ferrovie e praticamente zero per il resto).

L’obiettivo al 2050 per l’Italia, secondo l’associazione delle utility elettriche europee, è di passare da un tasso di elettrificazione dei consumi finali del 21% a uno del 59%. Impresa non semplice e secondo noi non sostenibile, per i prossimi 32 anni, se non si procederà ad una rapida decarbonizzazione del settore elettrico. Ma su questo torneremo.

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