BP scommette sull’auto elettrica con 20 milioni per la batteria super-veloce

Il colosso petrolifero inglese punta sulla tecnologia sviluppata dalla società israeliana StoreDot: un accumulatore al litio basato su polimeri organici che promette di ricaricare un veicolo in cinque minuti, garantendo centinaia di km di autonomia.

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Ricaricare un’auto elettrica in cinque minuti, quasi lo stesso tempo che s’impiega oggi per fare il pieno di carburante in una stazione di servizio: questa è la scommessa tecnologico-finanziaria fatta propria anche da BP, che ha appena investito 20 milioni di dollari nella start-up israeliana StoreDot.

Quest’ultima società sta sviluppando un nuovo tipo di batteria al litio, una “flash battery” con una struttura degli elettrodi basata su polimeri organici, che promette di essere molto più sicura, efficiente e stabile degli accumulatori attuali, tanto da consentire a un veicolo 100% elettrico di percorrere fino a 480 km con una singola ricarica di pochi minuti.

Per il momento, spiega l’analista di GTM Research Ravi Manghani, esperto di soluzioni di storage, la tecnologia è in stadio avanzato di sviluppo e l’azienda ha pianificato il lancio commerciale delle prime batterie, destinate ai dispositivi mobili (telefonini, computer e così via), all’inizio del 2019.

Grazie anche all’investimento del colosso petrolifero inglese, StoreDot punta a trasferire la nuova “architettura” di accumulo energetico nel campo della mobilità a zero emissioni.

A settembre dello scorso anno, la compagnia israeliana aveva attirato l’interesse della divisione camion del gruppo Daimler.

Il costruttore tedesco, infatti, aveva guidato una tornata di finanziamenti per un totale di 60 milioni di dollari, con cui supportare le attività di StoreDot nell’ambito della ricarica ultra-rapida per i mezzi elettrici (fast charging).

Tra i vantaggi della flash battery, evidenzia Manghani, c’è l’elevata densità energetica, oltre alla sua maggiore durata e “tenuta” ai cicli di carica/scarica, senza dimenticare che l’uso di polimeri permette di eliminare metalli rari e costosi come nickel e cobalto.

Tuttavia, chiarisce l’esperto di GTM Research, è molto difficile stimare quando una simile batteria sarà pronta ad abbandonare i test in laboratorio, per essere prodotta su vasta scala e utilizzata su auto e camion. Secondo Manghani, dovremo aspettare fino intorno al 2030, per uscire definitivamente dai progetti pilota e abbracciare il mercato di massa con questa tecnologia.

Intanto, in una nota sull’investimento in StoreDot, BP afferma che la ricarica super-veloce sarà la chiave per accelerare la diffusione dei veicoli plug-in, da attaccare alla spina.

La compagnia inglese, lo scorso febbraio, nel suo Energy Outlook 2018 per la prima volta aveva riconosciuto che l’auto elettrica trasformerà il nostro modo di viaggiare, soprattutto nei centri urbani, e che avrà un impatto sul raggiungimento del picco del petrolio.

Per approfondire la strategia di BP tra mondo fossile e aperture alle tecnologie pulite vedi QualEnergia.it: La transizione energetica secondo BP, tra greenwashing e schizofrenia

Ricordiamo, infine, che BP a gennaio 2018 ha investito 5 milioni di $ nella società americana FreeWire, che produce sistemi mobili per rifornire di elettricità le batterie dei veicoli, ad esempio il Mobi Charger DC con ricarica veloce a 50 kW.

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