Nel 2050 i climatizzatori faranno “esplodere” i consumi elettrici globali

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Un nuovo rapporto della IEA traccia uno scenario poco rassicurante sul futuro della climatizzazione: senza politiche molto più severe per migliorare le prestazioni minime degli apparecchi, il fabbisogno energetico mondiale per raffrescare gli edifici è destinato a triplicare.

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Se la domanda elettrica crescerà moltissimo nei prossimi decenni in tutto il mondo la “colpa” sarà anche dei climatizzatori.

Lo sostiene l’agenzia internazionale dell’energia (IEA, International Energy Agency) nel suo ultimo rapporto, The Future of Cooling (documento allegato in basso).

Il peso della climatizzazione estiva, spesso, resta un po’ ai margini del dibattito su come ridurre i consumi di elettricità e le relative emissioni inquinanti, evidenzia lo studio della IEA, però a torto, perché si prevede un boom delle installazioni di nuovi apparecchi.

L’agenzia, infatti, ritiene che nel 2050 ci saranno almeno 5,6 miliardi di unità AC (air-conditioning) a livello globale, contro 1,6 miliardi installati oggi.

Ora, meno di un terzo delle abitazioni nel mondo ha un climatizzatore, ma tra poco più di trent’anni il quadro sarà molto diverso, grazie alla spinta esercitata dai mercati emergenti, come l’India, dove una fetta sempre più ampia della popolazione vorrà acquistare apparecchi per rinfrescare la casa nei mesi più caldi.

Negli Stati Uniti e in Giappone, al momento, il 90% degli edifici residenziali è già equipaggiato con un sistema di climatizzazione.

Il mercato globale degli apparecchi AC domestici, chiarisce la IEA nel grafico sotto, vede al primo posto la Cina, davanti a Stati Uniti e Giappone, ma le vendite stanno aumentando rapidamente in altri paesi.

Guardando ai dispositivi nel loro complesso, quelli utilizzati nelle case e quelli installati nel segmento commerciale (uffici, negozi e così via), gli Stati Uniti dominano la classifica per quanto riguarda la capacità totale in termini di GW, sia nell’installato che nelle vendite annuali, considerando le diverse tecnologie (mono e multi split, chiller, eccetera), come evidenzia la tabella seguente.

Nello “scenario base” che proietta al 2050 le politiche business-as-usual, la IEA stima che triplicherà il consumo energetico per la climatizzazione, arrivando a 6.200 TWh, con il settore residenziale responsabile di circa il 70% di tale incremento.

Il grafico sotto riassume i dati di questo scenario.

Da notare che il 30% dell’elettricità consumata dagli edifici dipenderà dal raffrescamento degli ambienti interni; la climatizzazione, inoltre, rappresenterà il 14% circa dell’intero fabbisogno energetico finale degli immobili (linea verde nel grafico).

Un’evoluzione di questo tipo, spiegano gli analisti della IEA, porrà diverse sfide ai sistemi elettrici di vari paesi. Ad esempio in India si presume che i climatizzatori contribuiranno in buona parte ad innalzare i picchi di domanda energetica in certe ore del giorno (il 45% dei carichi di picco sarà attribuibile alle unità AC).

Di conseguenza, si legge nel rapporto, sarà sempre più difficile coprire questi consumi addizionali con le fonti rinnovabili e si dovranno mantenere costosi impianti fossili di backup.

Secondo le proiezioni, serviranno circa 2.500 GW di potenza aggiuntiva, tra le diverse fonti di generazione elettrica, per coprire la “fame” energetica della climatizzazione nel 2050 nel Baseline Scenario, una potenza superiore all’attuale capacità installata negli Stati Uniti, in Europa e in India tutti insieme.

La IEA, quindi, propone uno scenario di maggiore efficienza, Efficient Cooling Scenario, dove al 2050 la richiesta di elettricità per la climatizzazione sarà intorno a 3.400 TWh, il 45% in meno in confronto al quadro di riferimento. Per dare un’idea, il risparmio così ottenuto sarebbe equivalente all’intero fabbisogno elettrico dell’Unione europea nel 2016.

Per raggiungere questi risultati, l’agenzia esamina molteplici soluzioni, tra cui gli interventi sugli edifici, soprattutto l’isolamento termico, ma ritiene che la via più efficace e rapida sia rendere i climatizzatori più efficienti e “puliti”, introducendo standard obbligatori sempre più severi sulle prestazioni minime, minimum energy performance standards (MEPS).

In questo momento, chiarisce lo studio, gli apparecchi AC venduti in Europa e Giappone sono mediamente il 25% più efficienti di quelli presenti sul mercato americano e cinese.

L’ultimo grafico che proponiamo confronta i due scenari elaborati dalla IEA e i contributi delle singole nazioni al risparmio energetico complessivo.

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