Dal carbone alle rinnovabili senza passare per il gas, uno studio sulla Gran Bretagna

Secondo uno studio del WWF britannico, il Regno Unito può rinunciare a costruire nuovi grandi impianti a gas, affidandosi invece in misura maggiore alle rinnovabili, alle importazioni di elettricità e alle batterie d’accumulo.

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Zero carbone e tante rinnovabili, con un ruolo declinante per il gas naturale: così il Wwf vede il mix elettrico inglese al 2025.

In un rapporto pubblicato recentemente, Coal To Clean (documento completo allegato in fondo all’articolo), l’organizzazione ambientalista ripercorre l’evoluzione del sistema energetico della Gran Bretagna negli ultimi anni.

Indubbiamente, il gas sta dando un contributo fondamentale alla de-carbonizzazione dell’Inghilterra, come abbiamo osservato diverse volte su QualEnergia.it, spiegando come Londra sia riuscita a far crollare la generazione di elettricità degli impianti fossili più “sporchi”, sostituendola con il gas e le rinnovabili (vedi ad esempio l’articolo Addio carbone: il crollo in UK continua, verso lo stop al 2025)

La produzione da carbone è scesa ai minimi storici dopo la conversione a biomasse di alcune unità – vedi il caso di Drax – mentre la tassa aggiuntiva sulle emissioni di CO2 ha messo fuori mercato gli impianti più vecchi e inquinanti.

Ora Londra può rinunciare progressivamente al gas come “combustibile ponte” della transizione energetica? Tutta la nuova potenza di cui avrà bisogna sarà coperta dalle tecnologie pulite?

Il Wwf ritiene che si possa tagliare moltissimo l’utilizzo del gas in Gran Bretagna, a tutto vantaggio delle rinnovabili e delle diverse soluzioni per gestire in modo più intelligente e flessibile la rete elettrica: batterie, d’accumulo, cavi interconnettori ad alta tensione, generazione distribuita con tecnologie DSR (demand-side response) con cui ridurre la domanda.

Secondo le proiezioni riportate nello studio, l’output elettrico delle risorse “verdi” nel 2025 supererà il picco di TWh prodotti con il carbone in questo secolo (142 TWh nel 2006), grazie soprattutto al boom dell’eolico offshore.

Quindi, sostiene il Wwf, il mix di generazione vedrà assottigliarsi la fetta del gas, mentre scomparirà quella del carbone e crescerà quella delle rinnovabili, con un contributo sempre più rilevante delle importazioni.

L’apporto del nucleare diminuirà leggermente in confronto agli anni precedenti, oltre a dover affrontare tutte le incognite che circondano il progetto per Hinkley Point C (vedi QualEnergia.it).

Secondo gli autori del rapporto, in sostanza, è inutile costruire nuovi grandi impianti fossili in Gran Bretagna per rimpiazzare il carbone, perché i consumi di gas naturale sono stimati in continuo calo nei prossimi anni, nei differenti scenari elaborati dal Wwf.

Già oggi la domanda di gas è lontana dal massimo storico raggiunto nel 2008.

Le rinnovabili e le importazioni di elettricità, chiarisce lo studio, potranno colmare il vuoto lasciato dal carbone e dalla mancata realizzazione delle centrali a gas di maggiori dimensioni progettate in Inghilterra, lasciando alle piccole unità definite “peaking gas plants” il compito di accendersi/spegnersi rapidamente per soddisfare i picchi di domanda sulla rete.

 

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