Oltre 38mila firme per incentivare il FV in sostituzione dell’amianto

I primi firmatari della petizione hanno presentato oggi l'iniziativa in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Perché escludere dall'incentivo i piccoli impianti FV se l'intervento va a bonificare un tetto in amianto? Utilizzare il decreto sulle rinnovabili elettriche 2018-2020 ancora in concertazione.

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Sono state finora oltre 38mila le firme raccolte da #BastaAmianto, la petizione per chiedere di ripristinare lo strumento più efficace che sia mai stato attivato per consentire la bonifica di tetti e coperture in amianto. Lo strumento era quello di legare un extra-incentivo per la bonifica della copertura, agli incentivi dedicati a chi produce energia pulita attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici.

I primi firmatari della petizione, lanciata su Change.org da Annalisa Corrado (Green Italia e Possibile), hanno presentato l’iniziativa alla Sala Stampa della Camera. presenti Rossella Muroni (deputata LeU), Pippo Civati (Possibile), il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante, Luca Pastorino (deputato LeU) insieme al Coordinatore dell’Ufficio scientifico di Legambiente Andrea Minutolo.

“Nonostante sia passato più di un quarto di secolo dalla messa al bando la questione è tutt’altro che risolta”, hanno spiegato i promotori.

Nel nostro Paese si stima siano presenti ancora dalle 32 alle 40 milioni di tonnellate d’amianto, tra 1 e 2,5 miliardi di mq di coperture in fibrocemento amianto su capannoni, strutture, edifici pubblici e privati, mentre sono 75.000 gli ettari di territorio in cui c’è una accertata contaminazione. Inoltre ci sono migliaia di edifici pubblici, tra scuole e altre strutture, che ancora ospitano manufatti contenenti amianto.

Una pesante eredità che si somma a quella ancora più tragica delle morti legate all’esposizione a questo killer silenzioso: tra le 3mila e le 6mila l’anno. Inoltre aumenta la percentuale di persone che si ammalano senza aver avuto una esposizione di tipo professionale.

Secondo i promotori, la via più diretta per il ripristino di questo incentivo sarebbe inserirlo, per tutte le taglie di impianti fotovoltaici, nel decreto di incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche per il 2018-2020 ancora in fase di concertazione.

Oltre al vantaggio ambientale, “ripristinare l’extra-incentivo per la sostituzione delle coperture contenenti amianto con impianti fotovoltaici ridurrebbe i costi sanitari a carico della collettività e attiverebbe filiere economiche innovative e di qualità, dall’edilizia all’industria fotovoltaica, passando per gli installatori di pannelli e addetti alla bonifica”, rilanciando questi settori”, spiegano nel corso della conferenza stampa.

Gli incentivi per chi bonifica tetti con coperture in amianto e le sostituisce con pannelli fotovoltaici è dimostrato che si è rivelata la misura più efficace mai messa in campo per la bonifica delle coperture in amianto.

Infatti con questo strumento si sono potuti bonificare oltre 20 milioni di metri quadrati di coperture in meno di due anni, realizzando sul territorio nazionale impianti fotovoltaici per una potenza di 2.000 MW.

In seguito, con la soppressione dell’incentivo si è avuto di fatto un blocco delle bonifiche.

I promotori della petizione #BastaAmianto sono pronti a lanciare una campagna di sensibilizzazione per mobilitare cittadini, società civile, professionisti, corpi intermedi e istituzioni.

Il primo step sarà un social bombing per il 28 aprile, la Giornata Mondiale della vittime dell’amianto. Per partecipare basta andare su Change.org/bastaamianto.

#BastaAmianto con la sua compagna di sensibilizzazione e mobilitazione intende suscitare un dibattito più ampio, che comprenda anche la delicata questione della gestione definitiva del fine vita di questi residui contenenti amianto, per cui in Italia mancano le strutture.

Nel corso della conferenza si è parlato dunque anche del decreto legge sulle rinnovabili non ancora in vigore che potrebbe ripristinare questo incentivo..

Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, ha spiegato che sarebbe “utile intervenire sulle tariffe incentivanti per i piccoli impianti, categoria nella quale ricadono soprattutto gli impianti fotovoltaici sui tetti installati dopo la rimozione dell’amianto”.

Nel decreto, il fotovoltaico è stato inserito nel calderone insieme all’eolico, ma se ad esempio “se per le aste è previsto un premio per il fotovoltaico installato in aree bonificate con un privilegio di accesso diretto – spiega Ferrante – non si capisce perché un incentivo non venga dato anche ai piccoli impianti che concorrono anch’essi alla bonifica, ma dell’amianto sui tetti”.

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