Arriva la blockchain “verde” a basso consumo energetico, ecco come funzionerà

Un'organizzazione no-profit sta testando una nuova piattaforma digitale “a catena di blocchi” per eseguire transazioni in totale sicurezza e privacy, dedicata alle applicazioni nel campo dell’energia, dalla compravendita di elettricità alla ricarica delle vetture a zero emissioni.

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Una blockchain sicura e affidabile al 100% ma poco “affamata” di energia: la sostenibilità ambientale è al centro della piattaforma digitale proposta da Energy Web Foundation (EWF), l’organizzazione no-profit che sta promuovendo un sistema energetico decentralizzato e a basse emissioni inquinanti, grazie alle potenzialità offerte dai nuovi registri virtuali “a catene di blocchi”.

Ricordiamo velocemente che la blockchain è nata in ambito finanziario per compiere transazioni in cripto-valute (Bitcoin ad esempio), rinunciando del tutto all’intermediazione delle banche.

La sicurezza è garantita dal metodo del consenso di tipo “proof-of-work”: la moneta virtuale non si può creare ma estrarre (il cosiddetto mining) dopo aver risolto complessi problemi matematici, che richiedono un’elevatissima potenza di calcolo.

Pertanto, è la soluzione di questi algoritmi che consente all’intera catena di avanzare.

Com’è facile intuire, il processo di convalida della blockchain richiede tantissima elettricità, perché ci sono migliaia di computer che lavorano incessantemente in tutto il mondo per verificare le singole transazioni, estraendo cripto-valuta e così aggiungendo nuovi blocchi di dati.

Alcuni progetti, ad esempio quello proposto da Cryptosolartech in Spagna, cercano di ridurre l’impatto ambientale della blockchain alimentando i voracissimi computer con l’energia pulita generata da impianti eolici e solari.

Cryptosolartech, tramite un autofinanziamento in cripto-valuta, mira a costruire una serie di parchi fotovoltaici, che forniranno elettricità a basso costo a migliaia di server utilizzati per l’estrazione di moneta digitale. Vedi questo documento con tutti i dettagli del progetto spagnolo.

Energy Web Foundation invece sta puntando su una piattaforma basata sul metodo del consenso di tipo “proof-of-authority” (PoA), che rimane aperto e trasparente ma coinvolge un numero molto più piccolo di centri di calcolo impegnati a controllare le operazioni svolte sulla blockchain.

Più di trenta compagnie a livello globale, evidenzia una nota di EWF, stanno testando la versione beta (battezzata Tobalaba) per differenti possibili utilizzi nel campo dell’energia, dalla ricarica dei veicoli elettrici alla certificazione dell’origine “verde” dei kWh acquistati, passando per gli scambi diffusi di energia autoprodotta nell’ambito di comunità solari o micro-reti indipendenti.

Per il momento, le società partecipanti non possono eseguire transazioni con moneta “reale”. La versione definitiva è attesa tra 12-16 mesi.

L’obiettivo è creare una blockchain dell’energia, dove le singole aziende potranno sviluppare delle applicazioni proprietarie sulla piattaforma open-source di EWF, quindi ci sarà un app-store dedicato alla rete elettrica intelligente e distribuita, che permetterà a chiunque di acquistare/vendere energia.

Come funzionerà?

Innanzi tutto, il metodo “proof-of-authority” consentirà di compiere milioni di transazioni con un consumo di elettricità molto più basso di una blockchain tradizionale, perché ogni operazione sarà verificata da un gruppo ristretto di “controllori industriali”, tra cui, ad esempio, le compagnie elettriche e le autorità di regolazione del mercato.

In secondo luogo, le informazioni sensibili, che riguardano i dati personali/aziendali, saranno codificate in delle transazioni segrete in modo che i diversi soggetti potranno sottoscrivere dei contratti con la massima tutela della privacy.

Inoltre, con la funzione EW Origin, ogni utente potrà conoscere con grandissima precisione la provenienza dell’energia rinnovabile: quando e dove è stato generato ogni singolo kWh, con quale risorsa/tecnologia, quante sono le emissioni di anidride carbonica evitate, sul tema vedi anche il recente accordo tra Engie e Air Products sulla certificazione d’origine green dal produttore al consumatore finale.

Per approfondire la blockchain su QualEnergia.it:

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