Democrazia energetica, l’esempio di Sifnos e la legge greca sulle comunità rinnovabili

Sull’isola greca delle Cicladi occidentali una cooperativa di cittadini vuole rendersi energeticamente indipendente grazie a un impianto a rinnovabili con sistema di accumulo. Il progetto sembra economicamente valido, ma soprattutto l'esperienza che si sta facendo a Sifanto ha contribuito a plasmare l'innovativa legge greca sulle comunità dell'energia.

ADV
image_pdfimage_print

Rendere energeticamente autonoma un’isola grazie alle sue inesauribili fonti di energia rinnovabile, per proteggere il suo equilibrio socio – ambientale ed economico. Era questa l’idea di partenza degli abitanti e amici dell’isola di Sifnos (Sifanto, in italiano) – un’isola greca delle Cicladi occidentali con una superficie di 74 km2 per 2.500 abitanti – che hanno trasformato un’idea in una vera e propria centrale elettrica rinnovabile di proprietà dei cittadini e contribuito alla nascita della nuova legge greca che regolamenta e promuove le comunità energetiche.

Ideato e sviluppato dagli abitanti costituiti in cooperativa, il progetto prevede di garantire l’autonomia energetica da fonti rinnovabili per l’intera isola, grazie alla realizzazione di una centrale elettrica ibrida composta di un parco eolico e un impianto di pompaggio di acqua di mare per lo stoccaggio dell’energia. Tutte le nuove strutture da installare contribuiranno alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo turistico dell’isola.

Secondo il piano di fattibilità, l’investimento sarà redditizio dal primo anno di funzionamento della stazione ibrida e continuerà ad essere redditizio in seguito, in quanto la domanda di energia è garantita. La centrale sarà di proprietà della cooperativa, che prende tutte le decisioni principali nell’assemblea generale dei Soci e i cui membri sono tutti partner con il criterio “una testa, un voto”.

Il progetto – da cui è nata la Sifnos Island Cooperative – è stato promosso nell’ambito del programma internazionale SMILO, finalizzato a sostenere le isole di dimensione inferiore a 150 km² che vogliono strutturare e federare misure per gestire meglio le risorse e la biodiversità. La fase di sviluppo del programma (2017-2021) è destinata a sostenere 18 piccole isole situate nell’Africa occidentale, nell’Oceano Indiano, nell’Oceano Pacifico e nel Mediterraneo.

L’impianto

La stazione ibrida è composta di un piccolo parco con 5 turbine eoliche, un serbatoio di acqua marina sigillato da 1.100.000 m3, scavato nella zona rocciosa vicino al mare, ad un’altitudine di 330 metri, una centrale idroelettrica con 4 idroturbine e una stazione di pompaggio con 12 pompe.

L’elettricità generata dalle turbine eoliche fornirà sia la rete che le pompe che innalzeranno l’acqua di mare, riempiendo il serbatoio d’acqua. I generatori idroelettrici funzioneranno sempre, fornendo stabilità alla rete. Anche in assenza di vento per diversi giorni, la centrale idroelettrica sarà in grado di soddisfare senza sforzo la domanda di energia elettrica dell’isola.

 

Il piano finanziario

È previsto un investimento totale di 37 milioni di euro, con ricavi annui per 6,9 milioni e costi annui di manutenzione, assicurazione, salari, tasse, ammortamenti, e interessi per 3,2 milioni. L’utile annuo stimato è di 3.550.000 per 20 anni.

Quattro i passaggi che hanno reso possibile la realizzazione del progetto, il cui completamento è previsto entro 5-7 anni e che è ora nella sua fase autorizzativa: creare una cooperativa energetica, progettare il miglior piano di autonomia energetica per l’isola, condurre gli studi richiesti per ottenere il permesso dall’autorità competente e elaborare il piano di finanziamento.

 

La scelta della formula cooperativa

Sifnos Island Cooperative (SIC) è stata fondata nel 2013 da 53 membri fondatori e da allora ha continuato ad espandersi. Una volta ultimato l’impianto, i suoi soci saranno prosumer, al contempo produttori e consumatori di energia. Si tratta di una cooperativa con finalità economiche, un’impresa a tutti gli effetti.

“Abbiamo iniziato ad acquisire le informazioni legali, nazionali e europee, sulla forma giuridica da adottare e infine scelto questa formula giuridica – ci dice Apostolos Dimopoulos, fondatore della cooperativa – perché ha vantaggi che le aziende e le cooperative sociali non hanno.”

“Una cooperativa – prosegue – non può essere acquistata come qualsiasi altra azienda, tuttavia può svilupparsi allo stesso modo delle aziende e combina due elementi chiave: si tratta in primo luogo di un business, ma ha anche standard operativi e obiettivi sociali e democratici stabiliti dalla legislazione e dagli statuti greci. Non ha i limiti legali previsti dalla legislazione greca per le cooperative sociali, che sono autorizzate a distribuire profitti solo a determinate condizioni: nelle cooperative civili l’assemblea generale decide se e come gestire i propri guadagni”.

“In seguito abbiamo studiato le modalità di produzione e stoccaggio dell’energia, le reti di distribuzione di elettricità, le fonti di energia rinnovabile (RES) e la loro evoluzione – continua Dimopulos – e stretto contatti con altre RESCoop europee, attraverso la Federazione europea delle cooperative energetiche, REScoop.eu, di cui siamo diventati membri nel 2014. Abbiamo partecipato a conferenze e seminari in tutta Europa, sulle RES e sulle modalità di finanziamento di progetti come il nostro, ottenendo preziose conoscenze. Abbiamo infine organizzato noi stessi eventi di sensibilizzazione e nel 2014, a Sifnos, una conferenza internazionale dal titolo ‘Cooperative energetiche, come possono essere promosse nelle regioni insulari della Grecia’”.

L’iter autorizzativo

Nel mese di settembre del 2016, la cooperativa ha presentato all’Autorità greca per l’Energia la domanda per il permesso di produzione (il primo dei tre necessari) per la centrale ibrida.

“Nel febbraio 2016 avevamo condotto una consultazione aperta per la presentazione di proposte integrate per l’autonomia energetica dell’isola e l’assemblea generale della cooperativa ha selezionato all’unanimità la migliore proposta per la creazione di una stazione ibrida da fonti rinnovabili con impianto di stoccaggio con acqua di mare e, subito dopo, ha incaricato il consiglio di amministrazione di iniziare a realizzare il progetto. Abbiamo quindi assegnato la conduzione dello studio tecnico del progetto, la cui stesura è stata completata a giugno 2016”.

In seguito all’ottenimento del permesso di produzione rilasciato dall’Autorità per l’Energia, la cooperativa dovrà richiedere il permesso di costruzione. Solo a questo punto si potrà avviare il cantiere per la realizzazione degli impianti di produzione e stoccaggio, che dovrebbe durare due anni. Una volta ottenuto il permesso di operare, si potrà avviare la produzione, rifornendo gradualmente di energia la rete dell’isola. Il processo di rilascio delle licenze, la costruzione e l’installazione degli impianti di produzione e stoccaggio, fino al loro funzionamento, dovrebbe durare 5-7 anni.

La nuova legge greca per le comunità dell’energia

Dopo aver presentato il piano per l’autonomia energetica dell’isola di Sifnos al Parlamento Europeo e al Ministro greco dell’Ambiente e dell’Energia, i rappresentanti della cooperativa erano stati invitati dal Segretario generale dell’Energia a discutere il progetto con i direttori dell’amministrazione della rete elettrica delle isole greche (HEDNO).

In seguito, su invito del Ministero dell’Ambiente e dell’Energia, hanno partecipato con altri sette organismi alla consultazione per la preparazione del nuovo quadro giuridico per le RES in Grecia. Le osservazione della cooperativa (cinque su sei) sono state accolte dall’amministrazione greca e incorporate nella nuova legge che regolamenta le comunità energetiche, ed entrata in vigore il 23 gennaio scorso.

“In sintesi – spiega John Gyllis, membro del board della cooperativa – la legge 4513 / 23-1-2018 per le Comunità dell’energia, fornisce un quadro giuridico per la creazione e il funzionamento di cooperative civili specificamente per lo sfruttamento delle FER da parte di gruppi di cittadini e delle loro autorità locali. “

“Nell’ambito del quadro giuridico preesistente, spiega, per le cooperative civili (legge 1667/86), ogni membro di una cooperativa poteva acquisire un massimo di 6 quote, che implicava la necessità di mantenere piuttosto elevato il valore di ogni azione, che nel nostro caso era di 700 euro. 700 euro sono una cifra considerevole per le persone meno abbienti e allo stesso tempo 6X7 = 4.200 euro è una piccola somma per le persone che desiderano investire in un progetto energetico.”

Ai sensi della nuova legge, invece, ogni membro può investire fino al 20% del capitale totale della cooperativa, che sale al 50% nel caso dell’amministrazione locale, pur mantenendo un solo voto nell’assemblea generale.

“Questa disposizione – sottolinea Gyllis – consente di mantenere il valore delle singole azioni a un livello inferiore, ad esempio 100 euro, che consente ai simpatizzanti meno abbienti di partecipare alla cooperativa mentre gli investitori possono partecipare con importi più consistenti. Per garantire la rappresentanza territoriale, infine, i membri non residenti non possono rappresentare oltre il 49% dei voti”.

La legge prevede anche che le richieste di permessi avanzate dalle Comunità per l’energia siano trattate dall’Autorità per l’energia con priorità e a costi inferiori, oltre a una serie di altre disposizioni minori ma mai meno favorevoli per i cittadini che desiderano impegnarsi nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Sifnos Cooperative Island ha pertanto deciso di cambiare il proprio status legale anche se, conclude John Gyllis, “come per tutte le questioni legali, ci si aspetta che l’esame approfondito di ogni singolo articolo della nostra nuova costituzione richiederà del tempo.”

Secondo quanto si legge sul sito Balkan Green Energy News, il governo greco vuole che l’iniziativa delle cooperative energetiche diventi parte della sua politica sociale, per proteggere i piccoli investitori rispetto a quelli più grandi. Un primo passo per promuovere la generazione diffusa di energia da fonte rinnovabile, verso la democrazia energetica.

 

 
 

 

ADV
×