Fondo Nazionale Efficienza Energetica: un possibile volano per investimenti in edilizia, industria e servizi

  • 14 Marzo 2018

Secondo diversi analisti e operatori, se ben attuato, il Fondo potrà diventare una leva di innovazione tecnologica e digitalizzazione green per il nostro Paese con benefici per dal terziario alla manifattura. Da un convegno organizzato da Kyoto Club a MCE di Milano.

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Centocinquanta milioni di euro già resi disponibili dal Ministero per lo Sviluppo Economico, ai quali si sommano altri 35 milioni di euro all’anno nel periodo 2018-2020.

È questo l’ammontare previsto per il Fondo Nazionale di Efficienza Energetica, istituito tramite decreto attuativo lo scorso 28 dicembre dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. Il decreto, dopo il via libera da parte della Corte dei Conti, è stato ufficialmente pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 marzo 2018.

Sul tema Kyoto Club ha organizzato oggi, 14 marzo, nell’ambito di MCE 2018 il convegno “Il Fondo nazionale per l’efficienza energetica: un’opportunità per le aziende e la Pubblica Amministrazione“, per esaminare le nuove opportunità, il sistema di garanzie e finanziamenti e il rapporto tra il Fondo di efficienza energetica e la Strategia Energetica Nazionale.

“L’attenzione al settore dell’efficienza energetica da parte del sistema del credito è in crescita, anche se, come per professionisti, imprese e pubblica amministrazione è necessario operare per incrementare formazione, conoscenze, e lo sforzo del Kyoto club è orientato in questa direzione – dichiara Mauro Conti, responsabile del gruppo di lavoro “Finanza” di Kyoto Club –  Il fondo efficienza è un tassello importante del percorso per uno sviluppo concreto dei progetti di efficienza energetica, perché la garanzia pubblica è uno strumento che facilita l’accesso al credito, e al contempo consente di contenere a livelli bassi gli spread. Il fondo è forse troppo sbilanciato sul pubblico, ad esempio sarebbe stato importante facilitare le Esco per interventi nelle imprese, attendiamo ora l’emanazione da parte di Invitalia degli strumenti operativi per dare il via a progetti che devono perseguire la massima qualità nella progettazione e nella realizzazione. Come gruppo finanza del Kyoto club, approfondiremo i vari aspetti relativi all’attuazione del fondo e al contempo opereremo per conoscere e confrontare nuove opportunità come il nuovo strumento Bei approvato il 6 Febbraio scorso Smart finance for Smart buildings”.

Questo Fondo diventa decreto quando abbiamo consapevolezza che, a livello europeo, entro l’estate due nuove direttive sull’Efficienza energetica e sulla prestazione energetica degli edifici indicheranno le linee chiave di sviluppo sostenibile e distintivo per l’Europa e l’Italia’, sostiene Laura Bruni, Responsabile del Gruppo di Lavoro ‘Efficienza Energetica” di Kyoto Club e Direttore Affari Istituzionali e Relazioni  Esterne di Schneider Electric.

“Se i decreti attuativi confermeranno una praticabilità estesa nel perimetro che va dall’industria ai servizi dall’edilizia al terziario, puntando sull’efficienza energetica ‘più avanzata’, insieme al Piano Impresa 4.0, il Fondo potrà diventare una leva di innovazione tecnologica e digitalizzazione green per il nostro Paese”, ha detto Bruni.

“Il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica può finalmente diventare un potentissimo volano per lo sviluppo del settore dell’edilizia dedicata alla rigenerazione urbana, e per spingere in direzione del raggiungimento dei target sull’efficienza energetica”, ha aggiunto Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club.

“Abbiamo perso anche troppo tempo e il successo dei bonus fiscali sulle ristrutturazioni è la migliore conferma che puntare su efficienza e mettere a punto gli strumenti adeguati è la strada migliore per economia e ambiente.”

 “Nel quadro delle politiche per la crescita e per il rilancio della manifattura un ruolo importantissimo è svolto dall’efficienza energetica – ha detto Elena Bruni, Area politiche Industriali e Settore Energia di Confindustria – L’industria dell’efficienza energetica è un pilastro della green economy italiana, con numerose leadership tecnologiche a livello europeo. In termini di investimenti per l’efficienza energetica i settori manifatturieri italiani hanno contribuito negli ultimi 3 anni per oltre il 70% della riduzioni totale dei consumi di energia del Paese. Per le imprese gli investimenti in efficienza energetica non sono solamente obiettivi di riduzione del costo energetico, ma anche in innovazione di processo finalizzati ad una maggiore sostenibilità della produzione manifatturiera”.

Fonti rinnovabili e risparmio energetico sono opportunità che assumono una notevole rilevanza economica per chi rappresenta gli operatori economici, sia dal punto di vista occupazionale che da quello della ricchezza prodotta, in termini di redditività, ma anche per le ricadute sugli investimenti legati ai continui avanzamenti tecnologici e al costante sforzo per il miglioramento delle prestazioni – sostiene Eugenio Massetti, delegato all’energia di Confartigianato Imprese – Sono opportunità che per essere sfruttate richiedono un impegno che richiede un sostegno politico bipartisan e su una visione programmatica in grado di infondere certezze agli investitori e agli istituti di credito per almeno i prossimi dieci anni”.

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