Scrivi

O&M, revamping e nuovi impianti FV, anche utility scale. Il business model trasversale di GEM

Dopo Montalto di Castro, la previsione di un ritorno del mercato utility scale in market parity in Italia è ormai realtà. Sono già diverse le aziende che guardano con interesse a questo segmento di mercato. Tra queste c'è anche GEM Green Energy, operatore O&M ed EPC.

ADV
image_pdfimage_print

Tra efficienza energetica e grande generazione: è questa la direzione che il fotovoltaico italiano sembra aver assunto nell’ultimo anno.

Dopo Montalto di Castro, la previsione di un ritorno del mercato dell’utility scale in market parity nella penisola è ormai realtà e sono già diverse le aziende che guardano con interesse questo segmento del mercato, integrandolo nel proprio business plan per essere pronti a cogliere una nuova ondata di impianti da costruire e mantenere secondo gli standard qualitativi più elevati.

È questo il caso anche di GEM Green Energy, azienda che nel 2013 nasceva per proporre servizi di O&M per il fotovoltaico industriale e che, dopo aver consolidato la propria presenza in questo segmento di mercato raggiungendo un portfolio di circa 100 MW in gestione, ha gradualmente ampliato il proprio business model.

Nel 2016 ha acquisito l’EPC Sinergya, per assorbirne il know-how ingegneristico e nella realizzazione di impianti di taglia prevalentemente medio grande. Ora si sta affacciando al mercato dell‘utility scale, nel quale punta a realizzare nei prossimi anni circa 150 MW totali, con impianti dai 6 MW in su, preferibilmente in media tensione.

La verticalizzazione sulle attività EPC e gli impianti market parity

“L’internalizzazione del know how di Sinergya, forti di un track record di oltre 30 MWp costruiti con ottima qualità e performance comprovate ad oggi – spiega a QualEnergia.it Fabio Grazioli, amministratore delegato – oltre ad accrescere le nostre capacità di revamping ci ha consentito di approcciare la ripartenza del mercato delle nuove costruzioni, ambito nel quale stiamo già eseguendo alcuni importanti lavori di taglia intorno a qualche centinaio di KWp, come un 350 kWp su tetto, ad esempio, quasi pronto all’allaccio”.

“Avendo capacità interne di progettazione ed engineering, costruzione ed O&M, il ragionamento alla luce della notizia di Montalto di Castro si è immediatamente spostato sugli impianti market parity e su come mettere a fattor comune questo esteso know how aziendale per sviluppare un mercato ‘captive’ per l’azienda a vantaggio di tutte le sue business lines”, ha spiegato Grazioli.

“L’obiettivo – continua Fabio Grazioli – è quello di collaborare con utility, gruppi industriali e grandi fondi di investimento e, ovviamente, sviluppatori locali per creare nuove opportunità, realizzando nuovi grandi impianti sui quali poi potremo intervenire con servizi di O&M e di revamping. Ci sono già alcune importanti iniziative in cantiere al Nord in collaborazione con partner dei quali non è ancora possibile fare il nome”.

L’interesse dei diversi player per questa nuova alba del mercato utility scale sembra presagire una prossima accelerazione di questo segmento, ma a rallentarne la ripresa ci sono diversi elementi. Tre in particolare quelli individuati da GEM Green Energy.

Il primo è la disomogeneità della normativa tra le varie regioni.

“Benché la normativa alla base sia la stessa, questa viene declinata diversamente di regione in regione – ci spiega Emanuele Tacchino, sales e business development manager dell’azienda – Questo è il motivo per cui, ad esempio, al Nord si può ipotizzare di ottenere un Autorizzazione Unica entro un anno, inclusa la Valutazione di Impatto Ambientale, mentre per il Centro-Sud potrebbero essere necessari almeno 18-24 mesi, anche per taglie medio piccole, tra i 6 e i 10 MW. Va però sottolineato che in un contesto di grid parity, all’interno del quale non ci sono dei limiti di tempo da rispettare per godere di un incentivo, i rallentamenti burocratici rappresentano probabilmente un problema minore rispetto ad altri”.

“Va infatti considerata – continua – la scarsa fiducia dei proprietari del terreno, che potrebbero non avere voglia di intraprendere nuovamente l’iter per la realizzazione di un impianto FV. Sono spesso persone che ai tempi del ‘flop’ del mercato, al termine di lunghi processi autorizzativi, sono rimasti con un pugno di mosche in mano e senza dubbio va riconquistata la loro fiducia”.

“La distanza dalla rete elettrica, è poi fondamentale, poiché gli impianti più vicini sono favoriti da minori costi di connessione”.

“Il finanziamento degli impianti non dovrebbe rappresentare un problema per chi intende realizzare grandi impianti FV in Italia con un approccio veramente industriale di lungo termine e non più speculativo. Si aprirà probabilmente un modo diverso per finanziare gli impianti, con leve meno spinte o un maggior uso di finanziamente o linee corporate già nelle disponibilità di grandi gruppi industriali o fondi”, conclude Emanuele Tacchino.

Un’altra problematica che potrebbe tornare attuale è quella dell’opposizione dei comitati territoriali.

“In base alla ‘massa’ generata da questa nuova fase del settore capiremo poi se questo problema sarà reale e in che misura. Lo sviluppo dovrebbe certamente tenere conto della qualità del suolo preservando quelli di classe superiore. Ma se ci si limitasse a costruire su terreni da riqualificare e con ormai nessuna priorità agricola non ci sarebbero le superfici per un vero rilancio del mercato e anche per rispettare gli ambiziosi obiettivi della SEN.

GEM Green Energy nell’O&M e nel revamping

GEM Green Energy detiene ad oggi sul mercato un portfolio manutentivo di circa 100 MW, tra impianti industriali di varie dimensioni che comprendono sia i piccoli e medi imprenditori italiani gestiti direttamente dall’azienda che i grandi player internazionali che operano sul territorio italiano e ai quali GEM Green Energy si relaziona come sub-appaltatore di qualità, data la capillare presenza sul territorio e gli elevati standard di servizio, rapidità e qualità.

“Le attività proposte dall’azienda – spiega Fabio Grazioli – spaziano dalla manutenzione elettrica ordinaria, correttiva o straordinaria, al revamping, anche totale, di un impianto, passando per la manutenzione del verde, fino alla pulizia dei pannelli FV e al monitoraggio da remoto degli impianti. L’azienda gestisce indifferentemente impianti a tetto, a terra o trackers anche biassiali, ed è service partner di importanti marchi di inverter, quali ABB Power One e Fronius, e garantisce al cliente la copertura a 360° dei servizi necessari per la completa ed efficiente gestione di un impianto fotovoltaico”.

“Nei nostri servizi aspetti fondamentali sono senza dubbio rapidità e qualità di intervento, la proattività nel risolvere problematiche al cliente e il conseguente reporting: la soddisfazione del cliente è per noi il miglior metro di giudizio sulla qualità del nostro lavoro ed è sicuramente un aspetto su cui non smetteremo mai di investire”.

Per illustrare le proprie competenze in ambito di revamping complessi, GEM Green Energy ha scelto di presentare ai lettori di QualEnergia.it il caso di ricostruzione di un impianto fotovoltaico da 1 MW installato su un impianto di riciclaggio carta pesantemente danneggiato a seguito di incendio.

La case history è in allegato di seguito:

L’articolo è stato realizzato da QualEnergia.it all’interno di un accordo commerciale con GEM Green Energy

ADV
×