Energia e ambiente nella nuova legislatura, le sfide secondo Legambiente

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Legambiente lancia ai candidati politici di tutti gli schieramenti un messaggio presentando un pacchetto di idee per la prossima legislatura. Proposte per creare lavoro e rendere l'economia più competitiva attraverso progetti di sviluppo che mettano al centro l’ambiente.

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“Per rilanciare l’Italia, creare lavoro e rendere la nostra economia più competitiva servono idee e progetti di sviluppo e futuro che mettano al centro l’ambiente”.

È questo il messaggio che Legambiente lancia ai candidati politici di tutti gli schieramenti presentando un pacchetto di idee per la prossima legislatura.

Dalle politiche climatiche ad un piano 5.0 per l’economia circolare, dalla fiscalità green alla rigenerazione urbana, al rilancio della cooperazione internazionale.

I temi che Legambiente propone di mettere al centro del confronto vedono l’ambiente intrecciarsi con le grandi questioni dell’attualità e del futuro del Paese: il clima, l’economia circolare, la rigenerazione e riqualificazione urbana, ma anche la messa in sicurezza del territorio, la tutela della biodiversità, la mobilità, la lotta all’abusivismo, il Mediterraneo e il ruolo dell’Italia come ponte tra l’Europa e il Mare Nostrum.

Oggi – scrive l’associazione ambientalista in una nota stampa – l’ambiente non rappresenta, infatti, un limite allo sviluppo ma una grande opportunità per scommettere sul futuro, su nuovi posti di lavoro, per rendere più competitiva l’economia, ma anche per spingere l’innovazione e la ricerca e abbattere le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali cresciute nella Penisola.

Lo dimostrano le tante storie di green economy che si stanno moltiplicando nei territori e ne sono sempre più convinti i singoli cittadini che chiedono più qualità e riqualificazione ambientale.

Per questo l’associazione ambientalista lancia le sue proposte “green” convinta che se si intervenisse sulla fiscalità con obiettivi ambientali, sugli sprechi e fermando le infrastrutture inutili, si avrebbero tutte le opportunità per un rilancio del Paese e con ricette attuabili al Sud, come nelle città e nelle aree interne.

Ecco allora le sfide ambientaliste: si va ad esempio dall’urgenza di avere finalmente una strategia per la lotta ai cambiamenti climatici, capace di spingere le fonti rinnovabili e di mettere in sicurezza il territorio attraverso progetti di adattamento nei confronti di fenomeni climatici sempre più impattanti, al ridisegnare la fiscalità in chiave ambientale, ridefinendo, per esempio, l’Iva sui prodotti sulla base dei criteri ambientali e sociali, cancellando rendite e privilegi contro l’ambiente, eliminando tutti i sussidi alle fonti fossili e definendo nuove regole di tassazione più trasparenti e chiare per cave, acque minerali, rifiuti.

E poi incoraggiare lo sviluppo dell’economia circolare pensando ad un piano di industria 5.0 che aiuti a far decollare su tutto il territorio questo nuovo modello di sviluppo economico. Senza dimenticare che il rilancio del Paese passa anche dalle città attraverso interventi di rigenerazione urbana, riqualificazione del patrimonio edilizio e dello spazio pubblico.

Per questo per Legambiente “è importante che la prossima legislatura definisca un’agenda per le aree urbane per affrontare problemi e criticità urbane, una road map 2030 per la mobilità sostenibile e la lotta all’inquinamento con l’obiettivo di ridurre il parco circolante delle auto per arrivare ad escludere nel 2030 i motori a combustione interna dalla commercializzazione; estendendo il protocollo anti-inquinamento Governo Regioni, oggi attivo solo in pianura Padana, in tutta Italia e modificando le accise sui carburanti in modo proporzionale al contenuto di CO2 emessa al litro, a parità  di gettito per lo Stato”.

Occorre inoltre cambiare le priorità infrastrutturali, a partire dal trasporto su ferro e dai progetti innovativi di mobilità sostenibile. E in questa prospettiva – scrive Legambiente – l’Italia deve svolgere un ruolo da protagonista in Europa per rilanciarne il ruolo nel Mondo, in una dimensione di continente dei diritti, dell’accoglienza e dell’innovazione, e nel Mediterraneo con una visione che permetta di affrontare la grande questione dei migranti, dei diritti delle persone e di un nuovo progetto di cooperazione internazionale che abbia al centro l’acqua, le fonti rinnovabili e i cambiamenti climatici.

Politiche climatiche

Serve un’accelerazione sul fronte delle politiche climatiche e su quello della cooperazione internazione mettendo al centro il Mediterraneo. L’Italia potrebbe svolgere un ruolo da protagonista sia come ponte tra l’Europa e il Mediterraneo sia nel contribuire a quella rivoluzione energetica incentrata sulle rinnovabili al centro degli Accordi di Parigi.

Una sfida – tecnologica, politica, sociale – che sarebbe a portata di mano nel Mediterraneo per le potenzialità di solare e eolico e per la riduzione dei costi degli impianti. Per questo Legambiente, tra le sfide green da attuare, lancia anche quella di “una cooperazione internazionale che abbia come priorità il Mediterraneo e i cambiamenti climatici prevedendo interventi capaci di dare una risposta alla sfida climatica, alla quale si deve contemporaneamente affiancare l’impegno dell’Italia per superare un quadro normativo arretrato in materia di diritti e di sistema di accoglienza”.

La Penisola deve svolgere un ruolo da protagonista nel dibattito sul futuro dell’Europa, avanzando già nei prossimi mesi proposte concrete di riforma delle politiche comune in concomitanza alla discussione del bilancio 2021-2027. 

Tornando alle politiche climatiche, i cambiamenti climatici sono l’emergenza del tempo che viviamo e producono conseguenze sempre più devastanti in tutto il mondo. I costi degli eventi estremi legati al clima dal 1980 al 2013 in Europa, sono stati valutati dall’Agenzia europea per l’Ambiente pari a 400 miliardi di euro e nei prossimi anni è previsto un aumento esponenziale in assenza di interventi. Per questo oltre all’approvazione del Piano Energia e Clima e quello degli Adattamenti ai cambiamenti climatici, l’associazione ambientalista propone anche  l’istituzione di un Ministero per il clima e l’energia responsabile per la transizione e decarbonizzazione al 2030, a cui affidare tutte le attuali competenze del MISE e quelle del Ministero dell’Ambiente sul tema.

La definizione di una struttura di missione per l’adattamento climatico e la messa in sicurezza del territorio; e poi l’approvazione di una legge per i prosumer dell’energia da fonti rinnovabili e un nuovo Piano nazionale di gestione e tutela della risorsa idrica. Sul fronte dell’economia circolare, occorre istituire una struttura di missione per l’economia circolare presso la Presidenza del Consiglio, premiare e incentivare le imprese più virtuose e chi investe in applicazioni e ricerche sul recupero di materie nei processi produttivi, penalizzare lo smaltimento in discarica e spingere per il riciclo, puntura su una tariffazione puntuale. Sono tutte iniziative che permettono di ridurre l’inquinamento nelle città e ampliano le opportunità e libertà di movimento oltre, cosa non banale, a risultare comprensibili ai cittadini.

Consumo del suolo

In campo ambientale, le altre sfide green riguardano: l’approvazione della legge per lo stop al consumo di suolo, l’accelerazione degli abbattimenti degli edifici abusivi e il definire una task force per accelerare le bonifiche.

Ad oggi – sottolinea l’associazione – sono oltre 100mila gli ettari di territorio ancora da bonificare dopo 30 anni dall’individuazione delle aree e l’avvio di un programma nazionale di bonifica (SIN) di siti avvelenati da inquinamento e rifiuti di ogni tipo. A questi, si aggiungono 6027 Siti di Interesse Regionale (SIR) e locali nella stessa situazione), accelerare la demolizione degli edifici abusivi e combattere gli ecoreati definendo anche una legge sui delitti contro fauna e flora protette.

Il Paese deve anche saper investire sempre di più sulle proprie bellezze e qualità valorizzando il patrimonio naturale e la biodiversità, l’agricoltura biologica, i prodotti enogastronomici, puntando sulla qualità dell’offerta turistica per far ripartire la domanda interna e spingere il made in Italy all’estero. Per questo tra le proposte green, Legambiente propone di “rilanciare il sistema agricolo italiano puntando sulla qualità, abbattendo l’uso della chimica in agricoltura, accelerando il processo di conversione della superficie agricola a biologica, rafforzando il capitale naturale italiano e pensando ad un progetto per le aree interne italiane”.

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