Autoconsumo e rinnovabili, la posizione del Consiglio verso i negoziati Ue

Autoconsumo e oneri, scambio sul posto, priorità di dispacciamento, aste, storage e molto altro: sono tante le modifiche rilevanti proposte dal Consiglio Energia sul Clean Energy Package. I 28 chiedono più libertà per i governi, spesso frenando la spinta innovatrice della Commissione.

ADV
image_pdfimage_print

La spinta a rinnovabili e autoconsumo impressa dalla Commissione europea nel Pacchetto d’inverno resta nella sostanza anche nella revisione su cui si è accordato il Consiglio Energia.

Ma i ministri dell’energia dei 28 hanno smorzato la propulsione, approvando su vari aspetti testi meno favorevoli alla transizione energetica sia rispetto a quelli proposti dall’esecutivo che rispetto a quelli su cui sta per votare l’Europarlamento.

Abbiamo già riportato le posizioni del Consiglio, riunitosi lo scorso 18 dicembre, sull’obiettivo rinnovabili 2030 e sul capacity market, entrambe deludenti per chi punta sull’energia pulita.

Su altri temi, come quelli cruciali dell’autoconsumo e degli incentivi alle fonti rinnovabili, le modifiche proposte dai 28 vanno in diverse direzioni, accomunate dalla volontà di dare agli Stati maggiore libertà nell’attuare gli indirizzi comunitari.

Si propongono infatti una serie di deroghe che in molti casi potrebbero frenare la transizione, mentre in altri potrebbero ritardare o evitare provvedimenti mal visti dal settore.

Siamo andati a vedere i testi usciti dal Consiglio (allegato in basso), con il prezioso aiuto dell’avvocato Emilio Sani, esperto ormai noto per chi in Italia segue l’evoluzione della normativa su autoconsumo e rinnovabili.

Autoconsumo

Su questo versante, la modifica più preoccupante per efficienza energetica e autoproduzione è che i ministri non hanno mantenuto il principio, proposto dalla Commissione, che non si debba in nessun caso penalizzare i prosumer con gli eventuali oneri che gli Stati potranno far pagare sull’energia autoconsumata.

Il testo del Consiglio prevede poi che si possa differenziare l’ammontare di oneri imponibili sull’energia dietro al contatore a seconda che l’autoconsumo sia singolo o collettivo: se i Governi vorranno, dunque, potranno frenare di più la competitività di soggetti come le future comunità dell’energia.

Si dà poi più flessibilità agli Stati nel definire le forme di autoconsumo collettivo, anche se rimane la menzione dei condomini, delle aree di servizi condivisi e dei sistemi di distribuzione chiusi (SDC).

Per i consumatori collettivi, inoltre, nel testo dei 28, sparisce il requisito che la condivisione dell’energia debba essere fisica.

“Una previsione, quella dell’obbligo di condivisione fisica, che invece sarebbe un’opportunità per lo sviluppo dello storage, mentre il fatto che la rete sia virtuale renderebbe più facile far pagare gli oneri sull’energia consumata dentro questi soggetti collettivi”, sottolinea Sani.

Storage e scambio sul posto

Sullo storage, il Consiglio ha ribadito il divieto per TSO e DSO di essere proprietari di sistemi di accumulo che vendano energia, definendolo meglio.

Si prevedono deroghe solo per i sistemi di stoccaggio per la regolazione e solo se questi servizi non si possono comprare sul mercato. “Dunque, Enel e Terna neanche in deroga potranno avere impianti di storage che vendano energia e questo garantisce più spazio agli altri sul mercato”, ci spiega Sani.

Altra novità indirettamente rilevante per le batterie è quella sullo scambio sul posto e altri meccanismi simili: si propone che gli Stati possano mantenerli fino al 2025.

Incentivi, aste e garanzie d’origine

Tra le diverse deroghe che i ministri dell’Energia dei 28 vogliono introdurre, c’è quella all’obbligo di imporre incentivi market-based e ad asta: gli Stati, secondo la proposta, potranno decidere per i piccoli impianti di incentivare l’energia prodotta, anziché solo quella immessa in rete e di farlo senza ricorrere a gare.

Da notare poi i ritocchi sulle aste: il Consiglio Energia rafforza la previsione che si possano fare anche aste specifiche per tecnologia, ma soprattutto introduce la possibilità di cambiamenti retroattivi all’incentivo.

Si propone che nelle tariffe assegnate nelle gare possano essere individuate componenti passibili di cambi retroattivi.

Lo Stato, cioè, potrebbe cambiare successivamente la remunerazione, purché questa possibilità sia stata chiarita fin dall’inizio. Ad esempio, si potrà stabilire preventivamente che il premio vari in relazione all’andamento del prezzo dell’energia.

Attenuate anche le previsioni sulla fine della priorità di dispacciamento, che i governi nazionali, secondo la proposta dei 28, potranno mantenere anche per i nuovi impianti, se piccoli (fino a 250 kW fino al 2025, per poi abbassare il limite a 150 kW).

Altra modifica voluta dal Consiglio: abolire l’obbligo di aprire i meccanismi incentivanti nazionali alla partecipazione dei produttori dei Paesi confinanti. La decisione spetti ai Governi, si chiede.

Merita attenzione, poi, quanto si prevede per le garanzie d’origine che sostanzialmente, con diverse soluzioni proposte, si vogliono rendere non cumulabili con gli incentivi.

“Questo – spiega Sani – può essere interessante per i nuovi impianti senza incentivi. Il fatto che gli incentivati non possano godere delle garanzie d’origine ne ridurrà infatti l’offerta, facendo salire i prezzi, con ricadute positive sui PPA per energia pulita”.

I prossimi step

In conclusione, come ci si aspettava, i 28, oltre a proporre un target per le rinnovabili ormai superato e a tutelare gli impianti a fonti fossili nel capacity market, chiedono più libertà d’azione per i governi nazionali, cosa che in certi ambiti, come quello dei prosumer, frena la spinta innovatrice voluta dalla Commissione.

Nei prossimi mesi si dovrà arrivare a un testo di compromesso tra la posizione del Consiglio, quella dell’esecutivo e quella del Parlamento europeo.

La versione di Strasburgo sarà votata nella terza settimana di questo mese. Per come uscita dalle commissioni competenti pare certamente più progressista rispetto a quelle degli altri due organismi.

Il confronto finale dovrebbe arrivare ad aprile 2018. Seguiremo attentamente l’evoluzione dei negoziati.

La seguente documentazione è riservata agli abbonati di QualEnergia.it PRO:

  • Testo Consiglio su direttiva Rinnovabili
  • Modifiche successive a testo Consiglio su direttiva Rinnovabili
  • Testo Consiglio su direttiva Mercato elettrico
  • Testo consiglio su regolemento del mercato interno dell’energia
ADV
×