A Londra sempre più energia “verde” con le incognite di gas e nucleare

La Gran Bretagna può rivendicare una leadership green, magari a scapito della Germania che continua a bruciare tantissimo carbone? Eolico e solare da record nel 2017, mentre il gas si consolida come combustibile dominante nel mix elettrico inglese. Gli ultimi dati e i problemi da risolvere.

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Il 2017 sarà ricordato come un anno “green” per il mix elettrico della Gran Bretagna. Le fonti rinnovabili, nel complesso, hanno generato il triplo dell’energia rispetto al carbone (i dati sono aggiornati a fine novembre-inizio dicembre).

Per 315 giorni in totale, le tecnologie pulite hanno battuto il combustibile fossile: i parchi eolici hanno prodotto più elettricità del carbone in 263 giorni, mentre gli impianti fotovoltaici hanno sopravanzato la fonte “sporca” per antonomasia in 180 giorni.

Lo schema sotto, elaborato da MyGridGB e BM Reports, riassume l’output energetico inglese dei dodici mesi precedenti, dove eolico, solare, biomasse e idroelettrico hanno rappresentato il 21% circa del mix elettrico.

Il carbone, al contrario, è precipitato ai minimi storici, soprattutto in primavera-estate, quando il contributo del fotovoltaico ha toccato i livelli più alti, come evidenzia il prossimo grafico sulla generazione elettrica mensile in Gran Bretagna.

Il crollo del carbone si deve essenzialmente alle scelte politiche: Londra, da un lato, ha deciso di abbandonare questa risorsa fossile entro il 2025, chiudendo tutte le centrali ancora in attività, dall’altro ha imposto un prezzo minimo (floor-price) su ogni tonnellata di CO2 emessa dal settore termoelettrico, da aggiungere al prezzo del carbonio sul mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme).

Ecco perché in Inghilterra le rinnovabili e il gas hanno guadagnato rapidamente terreno, mentre in Germania, nonostante la forte crescita dell’eolico e del solare, il carbone continua a essere la fonte energetica dominante, grazie anche al costo irrisorio della CO2 sulla piattaforma ETS (La contestabile leadership green della Germania che brucia troppo carbone).

In Gran Bretagna, in definitiva, il gas ha sostituito il carbone, diventando la risorsa primaria per la generazione “baseload” di elettricità.

Eolico e solare hanno costantemente aumentato la potenza installata: il fotovoltaico, quest’anno, dovrebbe superare 1 GW di nuova capacità, con 902 MW già installati tra novembre 2016 e novembre 2017, secondo le stime ufficiali del governo.

Intanto l’eolico offshore ha registrato valori incredibilmente bassi nelle ultime aste regolate dai “contratti per differenza” (CFD, Contracts for Difference): parliamo di circa 63 €/MWh, molto meno del costo dell’energia prodotta dalla futura centrale nucleare di Hinkley Point C (In Gran Bretagna anche l’eolico offshore è più economico del nucleare).

Il prossimo grafico, sempre elaborato da MyGridGB, chiarisce l’evoluzione del mix delle fonti negli ultimi anni, con la sostituzione carbone/gas, il boom delle rinnovabili e il leggero incremento del nucleare.

D’altronde, già nel 2016 l’eolico era riuscito a produrre più elettricità del carbone, segnando una svolta storica per il sistema elettrico inglese (vedi QualEnergia.it).

Per capire quanto vale la possibile leadership verde della Gran Bretagna, bisogna richiamare alcune contraddizioni e incognite che pesano sul futuro dell’energia in questo paese.

L’attuale dipendenza dal gas, infatti, espone Londra ai rischi tipici di questo combustibile fossile, legati essenzialmente alla sicurezza delle forniture e alla volatilità dei prezzi.

Per puntare sempre di più sulle fonti rinnovabili, Londra dovrà “scommettere” sui dispositivi di accumulo per la rete (articolo di QualEnergia.it sulle potenzialità dello storage vs gas in California), da abbinare alle piccole centrali OCGT per coprire i picchi di domanda che gli impianti eolici e solari non sono in grado di gestire.

Questa ricetta sta interessando anche Drax, il colosso energetico inglese che intende completare la riconversione della super-centrale a carbone dello Yorkshire, iniziata con le biomasse, indirizzandola verso il gas e le batterie di accumulo (Drax, il “mostro” inglese del carbone che pensa anche a gas e storage).

La domanda è se Londra riuscirà a ridurre gradualmente il peso del gas e del nucleare, incrementando la quota delle rinnovabili con storage.

Certo non aiuta la contestata decisione di costruire i nuovi reattori di Hinkley Point C, un progetto costosissimo che il governo di Theresa May aveva autorizzato in via definitiva lo scorso anno (vedi QualEnergia.it).

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