La Danimarca punta al 50% di rinnovabili sul totale dell’energia al 2030

Il processo di decarbonizzazione del sistema energetico danese è nella direzione giusta. Anche la IEA in suo report sul paese certifica questo andamento, illustrando i risultati raggiunti in questi anni e indicando alcune possibili misure per realizzare nuova potenza pulita aggiuntiva. Le rinnovabili al 63% sull'elettrico.

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La Danimarca è pronta a liberarsi dalle fonti fossili entro il 2050.

Oggi produce il 42% del suo fabbisogno elettrico dall’eolico e punta ad arrivare almeno al 50% da rinnovabili sull’offerta di energia primaria entro i prossimi dieci anni, visto che oggi è già al 32,4% sul totale.

Sull’offerta di energia elettrica la copertura di tutte le rinnovabili arriva già ora alla notevole quota del 63% (quasi 19 TWh/anno).

Il consulente dell’associazione industriale danese, Hans Peter Slente, aveva spiegato, nel corso di un evento pubblico svoltosi a inizio novembre, che la Danimarca intende diventare paese leader nel consumo di energia da fonte rinnovabile e il percorso finora intrapreso sembra quello corretto.

Ad aiutare nel percorso di decarbonizzazione il paese scandinavo, oltre all’energia eolica (quasi 13 TWh nel 2016), contribuiranno i biocombustibili, le biomasse forestali e agricole, i rifiuti urbani per la produzione di calore. Anche l’energia solare darà il suo apporto nel mix elettrico e nella fornitura di energia termica (al momento è poco meno dell’1% sui consumi energetici totali) e continuerà a farlo nei prossimi anni.

Questi obiettivi sono stati ripresi nei giorni scorsi anche da una nota della IEA, l’International Energy Agency, che annunciava i contenuti di un country report di 210 pagine realizzato dall’agenzia proprio sulla Danimarca (allegato in basso) .

L’agenzia spiega come il paese si stia muovendo “con convinzione” verso un futuro carbon free e sottolinea soprattutto il ruolo che le aste stanno avendo nell’eolico offshore, con offerte a prezzi estremamente bassi: si è arrivati nella seconda parte del 2016 ad offrire tra i 5 e gli 8 centesimi di dollari per kWh.

Nonostante questo, gli schemi di sostegno adottati a livello governativo, che consentiranno agevolmente di raggiungere gli obiettivi 2020, vista la loro prossima scadenza, dovranno essere sostituiti da nuove e più efficaci misure che dovranno accompagnare il calo dei costi delle tecnologie, sottolinea la IEA.

Non sarà facile, spiega la IEA, realizzare potenza aggiuntiva eolica, solare e da biomassa per arrivare ai target 2030 e 2050. Una sfida importante e pioneristica per un paese che già guida su scala mondiale la capacità di integrare le sue fonti energetiche intermittenti, in particolare l’eolico, senza dovere sacrificare il fattore stabilità sia a livello di rete di trasmissione che di distribuzione. Tutto ciò grazie anche ad un sistema elettrico nazionale particolarmente flessibile e ad un elevato livello di interconnessioni transnazionali.

Ma energia non è solo elettricità. Molto dovrà essere fatto per la fornitura di calore ed energia per i trasporti. Quello che è stato realizzato finora, ma che dovrà essere incrementato, è creare reti di teleriscaldamento a biomasse, e dare priorità ad impianti a fonti rinnovabili (compreso solare termico) per il riscaldamento delle abitazioni private.

Un’elettrificazione del sistema energetico danese, per gli usi nei settori del riscaldamento e dei trasporti, sarà per la IEA la strada da intraprendere. Una delle soluzioni indicate dall’agenzia, in parte già adottate dal paese, è quella di ridurre la tassazione sui consumi elettrici per il riscaldamento (con pompe di calore, ad esempio), , oggi piuttosto alta, grazie a contatori intelligenti dedicati a questo scopo. Un metodo simile potrebbe essere applicato per valutare altri consumi di elettricità, come quelli per i veicoli e le batterie.

Va detto che il prezzo dell’energia elettrica per le famiglie danesi oggi è il più elevato tra i paesi Ue.

In questi grafico vediamo l’andamento delle fonti rinnovabili in Danimarca rispetto all’offerta di energia primaria (+63% dal 2006); oggi è al 32,4%, al quinto posto tra i paesi industrializzati, dopo Norvegia, Nuova Zelanda Svezia, e Austria.

In quest’altro grafico, invece, l’andamento dell’offerta di energia elettrica da rinnovabili: nel corso dell’ultima decade la produzione di elettrica pulita è aumentata dell’89%, mentre la produzione totale è scesa del 34%.

Un obiettivo è di superare, già entro entro il 2020, il 50% di elettricità dal vento, secondo il target nazionale previsto nel 2012.

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