Le scienze comportamentali e il rendimento degli impianti fotovoltaici residenziali

Un progetto pilota promosso dal GSE ha coinvolto 477 impianti fotovoltaici della stessa tipologia e con simile insolazione: i proprietari che hanno ricevuto la comunicazione che li invitava a migliorare l'impianto hanno aumentato la produzione del 4%.

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La manutenzione degli impianti fotovoltaici ha una duplice valenza: per il titolare dell’impianto fa aumentare i propri ricavi e per la collettività migliorare l’ambiente e ridurre le emissioni di CO2.

Su questo tema è stato sviluppato il progetto pilota promosso dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse), in collaborazione con Matteo Motterlini, Professore di Economia Cognitiva e Neuroeconomia al San Raffaele di Milano.

I risultati della prima fase del progetto sono stati illustrati durante un convegno che si è svolto a Roma presso la sede del GSE.

Il campione ha riguardato 477 impianti fotovoltaici della stessa tipologia (tra i 3 e i 20 kW, a struttura fissa, relativi al settore domestico) e nella medesima area geografica (Nord Italia).

Gli impianti sono stati suddivisi in tre gruppi simili: un gruppo di controllo, che non ha ricevuto alcuna comunicazione e due gruppi, per un totale di circa 318 impianti, ai quali è stata inviata una comunicazione mirata (che in Scienza Comportamentale viene chiamata nudge) per informarli delle basse prestazioni dei propri impianti, inducendoli ad effettuare la manutenzione per aumentarne l’efficienza.

Di questi due gruppi di 318 impianti, 159 hanno ricevuto un nudge che faceva leva sul confronto con altri impianti “gemelli” che producono di più (confronto sociale), mentre altri 159 hanno ricevuto una comunicazione relativa alla perdita di incentivi (avversione alle perdite) dovuta alla scarsa efficienza dell’impianto.

Il primo “nudge”, fa leva sul confronto con altri impianti “gemelli”

Il secondo “nudge”, fa leva sulla predita degli incentivi

I risultati

Nei primi 9 mesi di sperimentazione, a parità di insolazione, gli impianti che hanno ricevuto il nudge (318 su 477) hanno prodotto mediamente il 4% in più rispetto al gruppo di controllo a cui non era stata inviata alcuna comunicazione.

La prima fase del progetto conferma quindi che il nudge o “spinta gentile” consente di orientare i comportamenti al fine di aumentare la produzione di energia fotovoltaica.

Francesco Sperandini, Presidente del GSE, ha detto che “con il progetto di Scienze Comportamentali il GSE condivide con la collettività il proprio patrimonio di informazioni, così da innescare comportamenti virtuosi per l’economia e per l’ambiente”.

La comunicazione inviata dal GSE ha generato una competizione virtuosa tra i titolari di impianti per produrre così più energia rinnovabile e risparmiare CO2. I destinatari della e-mail, sono stati invitati a consultare la pagina del sito GSE che riporta i consigli per la migliore gestione dell’impianto.

“Un’enorme mole di evidenza mostra che le scienze comportamentali consentono di progettare politiche di provata efficacia a un costo più basso”, ha spiegato il professor Motterlini, aggiungendo che “se vogliamo aumentare i comportamenti virtuosi dei cittadini, non possiamo prescindere da una più realistica comprensione di ciò che determina le decisioni di ciascuno di noi, da cui, in ultimo, dipende il benessere di tutti. Progettare e realizzare interventi a misura di cittadino che siano semplici, salienti, attraenti e basati sull’evidenza è cruciale per il successo di ogni forma di politica pubblica”.

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