Il Parlamento Ue vota per alzare gli obiettivi 2030 su efficienza e rinnovabili

La Commissione Industria, ricerca ed energia (ITRE) ha approvato di innalzare i target vincolanti per l’efficienza energetica e le rinnovabili, rispettivamente, al 40% e al 35% al 2030. Al 12% le fonti rinnovabili nei trasporti. Le prime reazioni.

ADV
image_pdfimage_print

Stanno per arrivare traguardi più ambiziosi per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in Europa.

La Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) del Parlamento europeo, infatti, ha appena approvato l’incremento delle misure “verdi” del pacchetto clima-energia varato un anno fa da Bruxelles.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, l’ITRE ha rispecchiato l’orientamento emerso dalla Commissione Ambiente (ENVI) lo scorso settembre (vedi anche QualEnergia.it), appoggiando così a sua volta l’aumento dell’obiettivo di dieci punti percentuali, dal 30% indicato dall’esecutivo Ue al 40% nel 2030, con singoli “paletti” vincolanti per i vari Stati membri.

La votazione è stata molto combattuta con esito finale di 33 a 32 tra favorevoli e contrari/astenuti.

Per quanto riguarda, invece, la nuova direttiva sulle fonti rinnovabili, il target è stato innalzato dal 27% originariamente proposto dalla Commissione Ue al 35% con un voto più netto (43 a 12), anche se l’agenzia EurActiv riporta diversi malumori di chi considera – i Verdi ad esempio – questo risultato il “minimo indispensabile” per rispettare gli accordi di Parigi e, quindi, una “mancata opportunità”.

Il voto, in sostanza, ha trovato un compromesso tra il vecchio obiettivo fissato da Bruxelles e la proposta di portare le rinnovabili al 40% del mix elettrico nel 2030 con indicazioni vincolanti per ogni paese.

La risoluzione approvata dall’ITRE prevede un sotto-obiettivo del 12% per le rinnovabili nei trasporti.

Il documento, inoltre, impone alle autorità nazionali di garantire la “prevedibilità dei programmi e sistemi di sostegno per le rinnovabili, evitando mutamenti normativi retroattivi”.

La risoluzione, poi, attribuisce ai prosumer il diritto di consumare l’energia autoprodotta e installare sistemi di accumulo senza dover pagare oneri o tasse. In aggiunta, gli Stati membri non dovranno porre “condizioni o procedure ingiustificate” ai consumatori, in particolare a quelli domestici, che aderiscono alle comunità dell’energia.

Come ha commentato Monica Frassoni, presidente EU-ASE (European Alliance to Save Energy), “è molto importante che il resto del Parlamento europeo segua l’esempio della Commissione ITRE […] Noi continueremo a lavorare con il Parlamento e con le altre parti interessate, affinché esca un parere favorevole anche dalla sessione plenaria”.

ADV
×