Come sono andate e dove andranno le rinnovabili secondo l’indice di EY

Esce il rapporto RECAI che misura lo stato di salute delle tecnologie pulite nel mondo e consiglia in quali paese è più conveniente investire. Costi di eolico e fotovoltaico in continua discesa. Ernst & Young è pronta a scommettere su veicoli elettrici e accumulo energetico. Le tendenze.

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Quali saranno le tendenze nel mercato globale delle fonti rinnovabili? Quali tecnologie offriranno le migliori opportunità di investimento nei prossimi anni?

La 50a edizione dell’indice RECAI, Renewable Energy Country Attractiveness Index, appena pubblicata da Ernst & Young (EY, documento completo allegato in basso), oltre a visualizzare la classifica aggiornata dei paesi più attrattivi per le fonti pulite, prova a gettare uno sguardo a quella che sarà l’economia energetica verde da qui al 2030.

La parte alta della graduatoria rimane stabile rispetto alla rilevazione dello scorso maggio (vedi QualEnergia.it), con la Cina al primo posto, seguita da India, Stati Uniti, Germania.

Anche l’Italia è ferma in diciottesima posizione, mentre ci sono dei movimenti tra le nazioni emergenti, ad esempio Argentina, Marocco, Turchia, Egitto guadagnano terreno, così come la Francia che sale al sesto posto, grazie alle annunciate misure pro-rinnovabili sotto la presidenza Macron.

Tra gli sviluppi-chiave degli ultimi mesi troviamo innanzitutto il continuo calo dei costi delle rinnovabili in diverse aste, con valori particolarmente bassi in India – tanto da far sorgere più di un dubbio sulla “tenuta” dei progetti proposti – e il record dell’eolico offshore in Gran Bretagna, in grado di competere con i prezzi elettrici concordati per il futuro impianto nucleare di Hinkley Point.

Intanto la Cina prosegue la sua corsa nel fotovoltaico, con oltre 20 GW installati in pochi mesi. Il governo di Pechino sta valutando anche di cancellare o ritardare la costruzione di oltre 100 GW di nuove centrali a carbone e di bandire progressivamente la vendita di automobili con motori a combustione interna.

Negli Stati Uniti l’incertezza è la regola in questa fase, tra le politiche ambientali varate da Obama che Trump sistematicamente cancella e la spada di Damocle delle tariffe protezioniste che pende sul fotovoltaico (vedi QualEnergia.it per tutte le novità sul caso Suniva-SolarWorld).

Allora che cosa è cambiato nel mondo delle rinnovabili dal 2003, da quando EY iniziò a monitorare il nascente mercato delle risorse pulite per orientare e consigliare gli investitori?

Da “barometro” di sussidi e incentivi, l’indice RECAI è diventato uno strumento sempre più complesso, seguendo l’evoluzione di molteplici parametri, in particolare l’andamento dei costi complessivi di generazione (LCOE, Levelized Cost of Electricity) delle varie fonti.

Quindici anni fa, se un investitore avesse chiesto dove indirizzare i suoi capitali agli albori della green economy, la risposta avrebbe potuto includere i biocombustibili, il solare termico o una qualche azienda emergente europea specializzata nella fabbricazione di moduli fotovoltaici.

In tutti questi casi, il nostro investitore, con ogni probabilità, avrebbe finito col perdere molti soldi, perché l’industria europea del solare FV è stata soppiantata dalla concorrenza cinese, mentre la crescita del solare termico è stata molto meno dirompente di quella segnata dal fotovoltaico e i biocarburanti sono sotto accusa per via dei loro effetti collaterali sull’ambiente (deforestazione, competizione delle piantagioni energetiche con le colture alimentari, elevate emissioni di CO2 nel ciclo di vita “dalla pianta alla ruota”).

Fotovoltaico, eolico sulla terraferma e offshore, veicoli elettrici e batterie di accumulo, sono i settori che appaiono più promettenti per gli anni a venire.

Secondo il New Energy Outlook di EY, infatti, i valori LCOE scenderanno moltissimo entro il 2040: -77% per i nuovi parchi eolici marini, -47% per quelli a terra e -66% per le centrali fotovoltaiche.

Intorno al 2025-2027, sostengono gli analisti della società di consulenza, la potenza cumulativa globale di storage energetico raggiungerà 100 GWh; pochi anni più tardi, i veicoli elettrici saranno più economici dei modelli a benzina/diesel e dopo il 2030, le rinnovabili supereranno il 30% di produzione elettrica nel mix complessivo delle fonti.

Micro-reti rinnovabili, generazione distribuita, reti intelligenti basate su protocolli digitali di comunicazione e sistemi di accumulo elettrochimico, sono altri esempi di quanto rapidamente stia cambiando l’ecosistema energetico nel suo complesso.

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