Legge europea 2017, ok a sconti in bolletta con le risorse per le rinnovabili

Approvato l'emendamento sulle aste per le fonti rinnovabili e, con alcune modifiche, quello applicando gli sgravi agli energivori concede sconti ai consumatori grazie alle risorse che si libereranno dalla componente A3 della bolletta. Per il Coordinamento FREE una norma “da film horror”.

ADV
image_pdfimage_print

Almeno metà delle ingenti delle risorse che si libereranno dalla componente A3 nei prossimi anni, anziché andare a finanziare le rinnovabili, sarà destinata a sconti in bolletta agli utenti domestici e alle imprese che finanziano gli sgravi agli energivori.

Nella seduta di ieri, 19 luglio, alla Camera è stato approvato con alcune modifiche l’emendamento che avevamo riportato ieri che, attuando la riforma degli sgravi agli energivori, interviene in generale anche sul caro energia, tirando in ballo le risorse dell’A3.

Approvato anche l’altro emendamento di notevole interesse per il comparto delle energie pulite, quello sulle aste con contingenti contesi tra le diverse fonti rinnovabili.

Parliamo delle modifiche al ddl sulla Legge europea 2017, il cui esame prosegue anche oggi alla Camera.

Gli sconti  finanziati con l’A3

Rispetto alla versione che avevamo riportato ieri mattina, l’emendamento sugli energivori approvato (022 all’art 11-bis, allegato in basso) estende la sua portata: gli sconti in bolletta che introduce andranno infatti a beneficio non solo dei clienti domestici e delle aziende in bassa tensione, come da prima scrittura, ma di tutti gli utenti che sostengono gli oneri per gli sgravi agli energivori. Si includono così anche le aziende in media e alta tensione, che diversamente sarebbero rimaste escluse e penalizzate sia rispetto a quelle in bassa e ai domestici, che rispetto a quelle ad alta intensità energetica, cioè gli energivori.

A finanziare i nuovi sconti, secondo l’emendamento presentato da Gianluca Beneamati (PD), “le risorse derivanti dal minor fabbisogno economico relativo alla componente A3 per gli anni 2018, 2019 e 2020 rispetto al 2016” che dal 2018 saranno destinate per il 50% alla riduzione diretta delle tariffe elettriche degli utenti sopra elencati.

L’emendamento, che nei commi successivi attua il meccanismo di agevolazioni per gli energivori elettrici, basato sul Val (Valore aggiunto lordo) recentemente approvato dalla Commissione UE, non è piaciuto per nulla a FREE, il coordinamento delle associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.

“Perfetta la trama del film horror: si punisce chi vuole contrastare il cambiamento climatico a favore di chi, come gli energivori, più di altri contribuiscono a provocarlo”, commenta il presidente del Coordinamento, GB Zorzoli.

“Invece di riformare un meccanismo tariffario, che da troppo tempo penalizza le piccole e medie imprese, favorendo le grandi imprese – prosegue la nota di FREE – si risolvono in piccola parte i loro problemi con una regalia a danno della possibilità, finora ribadita da tutte le istituzioni interessate e dalla stessa proposta di Strategia Energetica Nazionale, di riutilizzare le risorse liberate per la promozione di quelle rinnovabili che non hanno ancora raggiunto la competitività”.

Oltre 5 miliardi l’anno da dividere

Insomma: sembra chiaro che ci sarà un dibattito acceso su come usare queste sostenziose risorse attualmente destinate al sostegno delle rinnovabili e andranno a liberarsi nei prossimi anni.

Come sappiamo, la componente A3 da quest’anno inizierà a scendere, liberando, secondo la stima GSE, circa 5,1 miliardi l’anno dal 2018 al 2030 e molte di più successivamente, con un prelievo per l’A3 che passerà dai 12,4 miliardi di euro del 2017 a 0,6 mld € nel 2040.

Sia il Governo nella SEN che il GSE in audizione alla Camera, hanno proposto che tali risorse vengano usate sia per ridurre il costo dell’energia in bolletta, che per continuare a sostenere le rinnovabili.

Il nodo è appunto quanta parte del gettito che si libererà sarà destinato a ciascuna delle due finalità. Destinare il 50% della diminuzione dell’A3 agli sconti in bolletta, per FREE, metterebbe a rischio un sostegno adeguato a quelle rinnovabili che ancora non hanno raggiunto la competitività sul mercato.

L’approccio della SEN, market oriented come da indirizzi europei, infatti sembra essere quello di puntare molto, minimizzando gli incentivi, sulle fonti pulite che ormai sono sulla soglia della market parity, cioè l’eolico e il fotovoltaico.

L’emendamento sulle aste FER

Visto il calo dei costi di queste tecnologie, che si accontentano di incentivi molto più bassi che in passato (e addirittura a zero nel caso di contract for difference in uno scenario, molto probabile, con un PUN in aumento) – sembra essere la visione del Governo e del GSE – c’è ancora spazio per ridurre le bollette e per far continuare a crescere le rinnovabili elettriche, che per il 2030, secondo la SEN, dovrebbero coprire almeno il 48-50% della domanda di elettricità.

A tal proposito, veniamo all’altro emendamento alla Legge europea approvato ieri, quello sulle aste per le rinnovabili, ancora a firma Benamati: la norma abbassa da 5 a 1 MW la soglia per le aste per tutte le fonti rinnovabili, con un’eccezione per l’eolico, per il quale il limite resta a 5 MW.

Secondo la proposta, gli incentivi sono diversificati per fonte e per scaglione di potenza e i contingenti “anche riferiti a più tecnologie e specifiche categorie di interventi”: si va dunque verso un sistema di aste tecnologicamente neutre in cui vedremo gareggiare progetti eolici e fotovoltaici.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

 

ADV
×