California, il Senato estende al 2030 le misure per ridurre le emissioni

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Il Senato californiano ha approvato con due terzi dei votanti la proposta del governatore Brown di mantenere fino al 2030 il "cap-and-trade program", grazie ad un approccio bipartisan. Un provvedimento però criticato dagli ambientalisti perché troppo timido". Continua lo scontro Brown vs Trump.

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Il governatore democratico della California Jerry Brown ha segnato al momento una personale vittoria sul presidente Donald Trump.

Il senato californiano ha infati approvato con due terzi dei votanti la sua proposta di mantenere fino al 2030 le misure per la riduzione delle emissioni (sarebbero terminate nel 2020), un classico “cap-and-trade program“, cioè tagliare la CO2 usando un approccio di mercato, che Brown vorrebbe “esportare” anche verso altri Stati Usa, proprio nell’ambito della sua lotta contro la decisione Trump di trascinare gli Stati Uniti fuori dall’Accordo sul clima di Parigi.

Il provvedimento, comunque non apprezzato dagli ambientalisti perché troppo timido, prevede permessi di emissioni per le aziende più inquinanti che vanno a decrescere anno dopo anno; le aziende che emettono più di quanto devono dovranno acquistare dei crediti di emissione da quelle che inquineranno meno.

Per il governatore lo strumento è strategico per limitare le emissioni di gas serra nell’ambiente fino al 2030 secondo quanto dice la legge statale: -40% rispetto ai livelli del 1990.

Obiettivo e strumenti per raggiungerlo hanno ovviamente suscitato sempre le dure critiche da parte dei repubblicani. Ma alla fine il provvedimento è passato grazie all’alleanza stretta da Brown con i liberali, e attraverso alcune concessioni fatte alle imprese che lo rispetteranno, tra cui diverse agevolazioni fiscali. Ora dovrà essere discusso e approvato nell’Assemblea della California.

Il voto favorevole è arrivato anche da diversi repubblicani moderati, spingendo il 79enne governatore a dichiarare: “Repubblicani e democratici hanno messo da parte le reciproche differenze, si sono uniti e hanno preso una decisione coraggiosa. Questo è quello a cui un governo deve ambire”. Brown, suggerisce il quotidiano ‘Mercury News‘, avrebbe in questo modo fatto implicito riferimento anche al mancato accordo al Congresso sulla riforma sanitaria nota come Obamacare. La gran parte dei repubblicani ritiene invece che queste misure faranno alzare i costi statali, così come il prezzo della benzina.

La California è lo Stato americano più all’avanguardia nell’impegno a difesa dell’ambiente e nelle iniziative sul clima. Vuole assumere la leadership statunitense in questo ambito, tanto che ad inizio giugno il governatore Brown ha partecipato in Cina a un incontro con alcuni dei più importanti “climate leaders” per definire una campagna mondiale di rilancio della lotta al cambiamento climatico.

Su questa linea green ricordiamo anche il Bill SB 584, un provvedimento introdotto lo scorso 17 febbraio dal presidente del Senato della California, Kevin de Leon con cui si definisce l’obiettivo di coprire con le rinnovabili il 100% dell’elettricità entro il 2045. Se verrà approvato questo disegno di legge, che ricalca uno analogo già in vigore nelle Hawaii, si anticiperà al 2025 l’attuale obiettivo del 50% di elettricità “green”.

Con 39 milioni di abitanti e un prodotto annuale di 2.400 miliardi di dollari, la California è la sesta economia mondiale, per cui ha un peso di mercato tale che anche le sue norme per gli autoveicoli vengono automaticamente adottate dai costruttori americani, anche se risultano più restrittive di quelle federali o di altri Stati; può farlo in base ad una esenzione, che risale agli anni ’70, sul rispetto di particolari norme (waiver).

Ma la battaglia sul clima, anche personale, tra Trump e Brown non finisce siuramente qui. Trump potrebbe perfino annullare in futuro questa “esenzione” (waiver) per lo Stato della California e spingersi ancora oltre nella sua politica federale pro-fossili.

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