Con l’efficienza energetica l’Italia può avere 1,5 euro per ogni euro investito

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Dal nuovo rapporto di Confindustria: l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale devono essere le colonne portanti del piano industriale italiano, diversamente rischiamo di perdere in competitività. I dati e un resoconto del convegno di presentazione del rapporto.

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Almeno a parole, la cosa sembra essere ormai chiara a tutti, industria e decision maker in primis: la politica industriale italiana non può che essere costruita in funzione della sfida climatica e ambientale.

Bisogna cioè mettere al centro l’efficienza energetica e le rinnovabili, che altro non sono che parte di una più generale efficienza produttiva.

Il concetto è stato reso in modo efficace oggi dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, intervenuto alla presentazione del nuovo rapporto sull’efficienza energetica di Confindustria.

“Avremo vinto quando non ci sarà più un ministero dell’Ambiente, ma un ministero dello Sviluppo sostenibile, dell’Agricoltura sostenibile e così via”, ha affermato provocatoriamente Galletti, invocando “una sorta di Cipe della sostenibilità”.

Come ha sottolineato il ministro, infatti, il mondo ormai ha preso una direzione: “dopo Parigi non si torna indietro” e le politiche per efficienza ed energia pulita saranno sempre più un requisito fondamentale per la competitività di un Paese, anziché, come qualcuno le ha considerate in passato, un freno.

I numeri del rapporto di Confindustria, illustrati oggi dal vice direttore Energia e Ambiente dell’associazione, Massimo Beccarello, parlano chiaro: per ogni euro di spesa pubblica in efficienza energetica si possono ottenere 1,5 euro in termini di aumento dell’occupazione, investimenti privati, energia risparmiata e benefici ambientali.

Le politiche attive per la decarbonizzazione, si legge nel corposo documento, infatti, potrebbero far crescere la domanda finale al 2030 di 543 miliardi di euro.

Questo implicherebbe un incremento del valore della produzione industriale italiana di 1.019 miliardi di euro (1,9% medio annuo, 867 miliardi al netto dei beni intermedi importati), un’occupazione più elevata di 5,7 milioni di unità lavorative anno (+1,4% annuo) e un incremento del valore aggiunto di 340 miliardi di euro (+1,4% medio annuo).

Quanto agli effetti netti sul bilancio statale, positivi per 69,1 miliardi di euro, e di quelli sul sistema energetico in termini di riduzione della fattura energetica e CO2 risparmiata, calcolati in 37,7 miliardi di euro, la stima è che l’aumento della domanda comporti un impatto complessivo positivo sul sistema economico per circa 106,8 miliardi di euro cumulati nel periodo 2016-2030.

Grazie anche alle nuove tecnologie il potenziale è molto alto, specie nel settore residenziale. Ma anche nell’industria, dove già si è fatto tanto, c’è ancora molto da spremere, emerge dalla parte del rapporto che analizza le varie soluzioni per il risparmio energetico.

“Grazie all’ICT, le diverse tecnologie coordinate consentono di avere case e aziende omotetiche al sistema energetico”, cioè all’interno delle quali l’energia viene gestita in maniera intelligente come al livello superiore, “e il residenziale, e in genere dei settori non ETS, si aprono a tutta una serie di nuovi servizi integrati con il sistema”, ha spiegato il presidente di RSE, Stefano Besseghini.

D’altra parte, come emerge dalla raccolta “105 Buone pratiche di Efficienza Energetica” del Kyoto Club, illustrata al convegno dalla coordinatrice efficienza energetica Laura Bruni, “grazie alle tecnologie smart in un 10% dei casi esaminati abbiamo visto addirittura interventi che si ripagano da soli in meno di 18 mesi”.

Insomma, le opportunità ci sono e potrebbero portare grossi benefici sia all’industria che al sistema Paese, come emerge dai numeri che abbiamo citato dal report di Confindustria.

Tutto ciò, però, dipende molto dalla misura in cui questo aumento della domanda sarà catturato dalla produzione nazionale e qui, è stato sottolineato in più interventi, le politiche messe in campo sono cruciali.

Varie le proposte dell’associazione degli industriali presenti nel report, in gran parte in linea con la SEN ancora in consultazione che, assieme al Clean Energy Package europeo, è lo sfondo sempre ben presente del rapporto.

Tra le policy caldeggiate: stabilizzazione delle detrazioni fiscali, aggiornamento del meccanismo dei TEE, promozione del teleriscaldamento/teleraffrescamento, nonché di sistemi smart e reti intelligenti, detassazione del reddito reinvestito e molte semplificazioni e snellimenti burocratici.

Sull’Ecobonus è intervenuto Roberto Moneta dell’Unità Efficienza Energetica dell’ENEA, ribadendo che per l’ente sarebbe il caso di rimodulare l’incentivo in base al risparmio ottenibile dai vari interventi e di spingere più di quanto fatto finora sulla portabilità del credito, aspetti che peraltro sono stati inclusi nella SEN.

“Tantissimo per l’integrazione delle varie tecnologie e per l’efficienza energetica si potrà fare attuando le proposte della Commissione che danno un ruolo centrale ai prosumer”, ha ricordato nel suo intervento Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente.

Su questo fronte, il senatore M5S Gianni Girotto, membro della Commissione Industria di Palazzo Madama, ha sottolineato però le incongruenze delle attuali politiche: la riforma delle tariffe elettrica dei clienti domestici “che disincentiva l’autoproduzione e fa pagare di più chi consuma meno” e quella ancora da definire dei non domestici, “un’incertezza che non permette alle aziende di pianificare investimenti”.

Dal pubblico, infine, si sono levate voci polemiche per la notizia che la riforma degli sgravi agli energivori non entrerà nella Legge europea 2017 in discussione alla Camera: è chiaro, come emerso anche dall’intervento conclusivo di Giuseppe Pasini, del gruppo tecnico Energia di Confindustria, che il tema più sentito per una parte del mondo industriale resta quello del costo dell’energia in sé, più che quello di un suo uso efficiente.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Il IV Rapporto Efficienza Energetica di Confindustria

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