Controlli GSE e sanzioni non proporzionate: un’interrogazione parlamentare

Rivolgendosi ai ministri dello Sviluppo Economico e dell'Economia e delle Finanze, una pattuglia di senatori capeggiata da Gianni Girotto denuncia come la non proporzionalità delle sanzioni agli impianti a fonti rinnovabili incentivati sia spesso controproducente per la collettività e chiede un intervento urgente.

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Intervenire con urgenza attraverso disposizioni che modifichino il regime sanzionatorio relativo alle verifiche sugli impianti a fonte rinnovabile, secondo principi di ragionevolezza e proporzionalità.

Questo l’appello lanciato oggi in un’interrogazione parlamentare ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze da una pattuglia di senatori capeggiata da Gianni Girotto (M5S).

L’interrogazione parte dall’articolo di QualEnergia.it Fotovoltaico e controlli GSE, se una carta ‘sbagliata’ manda in bancarotta un Comune in cui raccontavamo la vicenda del Comune di Avolasca in provincia di Alessandria.

La piccola municipalità piemontese, come avevamo riportato, a seguito di un controllo GSE rischia il commissariamento per un piccolo errore formale fatto in buona fede, dovendo deve restituire 1,2 milioni di euro al GSE: un caso simbolo di come, nell’ambito dei controlli sugli incentivi, sanzioni non proporzionate siano controproducenti per l’interesse pubblico.

“I Comuni e i privati potenzialmente coinvolti in situazioni analoghe potrebbero essere decine di migliaia”, denunciano i firmatari dell’interrogazione parlamentare, riportando i dati dei controlli GSE del 2016, nei quali si sono rilevate irregolarità per il 35 per cento dei casi e che sono stati oltre 4.000 , per quasi 3 GW di potenza.

Il decreto ministeriale 31 gennaio 2014 – si sottolinea – non attribuisce al GSE una discrezionalità nello stabilire la sanzione rispetto alle diverse tipologie di non conformità del progetto realizzato o di irregolarità presenti, ma impone la decadenza degli incentivi per tutte le “violazioni rilevanti” che sono un numero assai significativo e che ricomprendono anche minori irregolarità di carattere autorizzativo o relativo agli adempimenti burocratici per l’entrata in esercizio (mancate volture, omissione di comunicazioni e altre situazioni di carattere meramente formale).

“Sia una mera svista per distrazione della compilazione di un documento che la truffa architettata per rubare i soldi degli incentivi – si sottolinea nell’interrogazione – vengono sanzionate ugualmente con la sospensione della tariffa e l’obbligo di restituire quanto ricevuto.”

Il provvedimento di decadenza del GSE con la restituzione dell’incentivo, “mina, nel caso dei Comuni interessati, gli equilibri di bilancio con il rischio di un dissesto finanziario degli enti locali interessati e il coinvolgimento economico di numerose aziende che sono intervenute nella realizzazione dell’impianto”, prosegue l’interrogazione aggiungendo che “gli aspetti illustrati riguardano tutti soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati.

La decadenza dalla percezione delle tariffe incentivanti, si denuncia, “lungi dall’essere un beneficio, costituisce in questi casi un danno per la collettività, in quanto si condannano all’insolvenza soggetti sostanzialmente incolpevoli e si privano gli impianti delle risorse per mantenere la loro operatività andando a minare il raggiungimento di obiettivi di produzione da fonte rinnovabili che sono stati dati già per raggiunti”.

La situazione, proseguono gli interroganti “mina l’operatività e la possibilità di garantire i servizi a molti Comuni o amministrazioni che hanno già subito o stanno per subire verifiche sugli impianti. Si impedisce inoltre alle aziende del settore energetico di fare investimenti perché devono trattenere somme a riserva dei rimborsi per errori burocratici e si rischia l’abbandono di una parte sostanziale degli impianti più recenti ed innovativi costruiti in Italia.”

Per questo, si chiede se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e, come anticipato “se non ritengano, nell’ambito delle proprie competenze, opportuno intervenire con urgenza attraverso disposizioni che modifichino il regime sanzionatorio relativo alle verifiche sugli impianti a fonte rinnovabile, secondo principi di ragionevolezza e proporzionalità.”

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