Auto elettrica e infrastruttura di ricarica: i motivi del ritardo italiano

Uno studio evidenzia, da un lato, i progressi compiuti dal legislatore nazionale in tema di carburanti alternativi, con norme che fissano requisiti e obiettivi per le nuove infrastrutture. Dall’altro lato, però, la loro applicazione resta piuttosto complicata e incerta. Ne parliamo con l’avvocato Carlo Spampinato dello studio legale Rödl & Partner.

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L’auto elettrica è pronta a “invadere” le strade italiane in tempi ragionevolmente brevi? O la mobilità a zero emissioni rimarrà frenata per diversi anni?

Il provvedimento che più di tutti dovrebbe sbloccare il settore è il decreto legislativo 257/2016 che ha accolto la direttiva europea 2014/94 sui carburanti alternativi (DAFI, Directive Alternative Fuel Initiative).

Il decreto fissa una serie di requisiti per ridurre la dipendenza dai derivati del petrolio nei trasporti e favorire l’utilizzo di elettricità, gas naturale, idrogeno – quest’ultimo in via del tutto facoltativa e sperimentale – attraverso la realizzazione delle infrastrutture necessarie (articolo di QualEnergia.it con il testo pubblicato in GU).

Per fare il punto sulla legislazione nazionale dedicata alle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, QualEnergia.it ha sfogliato in anteprima il rapporto pubblicato dallo studio legale Rödl & Partner che riassume le sfide e opportunità per il nostro paese …

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