Dal fossile alle rinnovabili, in Europa il futuro si decide ora

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Si sta decidendo la normativa che definirà l’assetto energetico dell’UE. Le proposte della Commissione su autoproduzione, efficienza e rinnovabili sono più avanzate di quelle di molti Stati, ma bisogna vigilare affinché si concretizzino. Se ne è parlato al convegno “Energia 5 Stelle: Dal fossile ad efficienza e rinnovabili. Quale via?"

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I prossimi quindici anni saranno decisivi per l’assetto energetico futuro del nostro Paese. Queste battaglie vanno fatte con il coltello tra i denti. E per questo non dobbiamo essere troppo politicamente corretti, neanche con noi stessi. Questa è la sfida”.

Questa la conclusione dell’intervento finale, tenuto dal direttore esecutivo di Greenpeace, Giuseppe Onufrio, al seminario organizzato il 22 maggio in una sala del Senato dal M5S dal titolo “Energia 5 Stelle: Dal fossile ad efficienza e rinnovabili. Quale via?

Hanno partecipato numerosi esperti, ricercatori e docenti universitari, che hanno indicato brevemente alcune delle strade da percorrere per portare l’Italia su un percorso di transizione energetica verso l’energia pulita.

Il M5S aveva proposto alcune linee guida e indicazioni per un piano energetico al 2050 appena alcuni mesi fa (vedi QualEnergia.it).

Obiettivo del lavoro è di arrivare a un sistema energetico basato solo sulle fonti rinnovabili, soprattutto elettriche. Un piano che ovviamente è ancora in discussione e nell’incontro di due giorni è stato integrato da ulteriori nuovi elementi e ha ricevuto critiche e puntualizzazioni, anche alla luce delle ultime novità in campo normativo e di mercato.

Il video integrale dell’incontro (durata: circa 3 ore) può essere rivisto qui sotto:

L’autoproduzione di energia e il quadro europeo in cui ci si sta muovendo sono stati al centro degli argomenti trattati e delle proposte indicate dagli esperti presenti a seminario.

La generazione distribuita – è stato detto – contribuisce già oggi per il 25% della produzione elettrica nazionale.

E su questo punto si è soffermato anche il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, che ha voluto sottolineare come, parlando di autoproduzione e local energy community (LEC), sia necessario che la generazione dell’energia in questo ambito sia completamente da rinnovabili e sostenibile, “un aspetto non negoziabile – ha spiegato – pena il rischio di favorire le fonti fossili e far involvere il sistema”.

Secondo Bortoni, questo aspetto fondamentale è stato però sorvolato dalla Commissione Europa nel suo Energy Package.

Per il presidente dell’Aeegsi, il concetto di LEC, come ha spiegato in altre sedi (QualEnergia.it, Autoproduzione da rinnovabili, le proposte di MiSE e Aeegsi), andrebbe messo in pratica estendendo lo scambio sul posto ad un perimetro (ad esempio un condominio) con punti di prelievo, di produzione e di accumulo.

I clienti finali all’interno di questo perimetro, secondo la proposta del regolatore, dovranno poter scegliere il proprio fornitore di energia e la tutela dell’Autorità, con gli stessi diritti di prima e aver garantita sempre la qualità del servizio di qualità. Collettivamente verrebbero a verificarsi poi i benefici dello scambio sul posto.

Il presidente di FREE, GB Zorzoli, su questo punto segnala che l’approccio di Bortoni, sebbene possa garantire la qualità del servizio al consumatore, rischia di far mantenere totalmente la proprietà al distributore di energia elettrica. La proposta del presidente di FREE è che ci sia un atto concessorio specifico misurato sul condominio e sulla piccola comunità energetica.

La tecnologia attuale è in grado già di portarci ad un sistema energetico al 100% rinnovabile, sebbene con le complessità legate ad assicurare la piena sicurezza del sistema. Le barriere sono prettamente di natura politica.

Dario Tamburrano, eurodeputato M5S che lavora nella Commissione Industria, Ricerca ed Energia, ha voluto sottolineare come anche l’attuale assetto dell’economia monetaria, con il suo approccio di austerity, fa da barriera alla transizione energetica: non si può disporre di denaro pubblico per poter superare questo grave momento di difficoltà economica e spingere l’unica politica che potrebbe dare un futuro al nostro continente, quella di favorire gli investimenti low carbon.

L’europarlamentare ha ricordato come la nuova figura centrale del prosumer, citata in tutta la documentazione della Commissione e del Parlamento anche nella fase di preparazione al Clean Energy Package, inizialmente non era sostenuta da un quadro legale e normativo che la definisse con precisione, con specifici diritti e doveri.

Si è iniziata così una battaglia anche assieme ad altri gruppi – ha spiegato – affinché la Commissione potesse fornire un quadro legale, fornendo le definizioni essenziali allo sviluppo di questa tipologia di consumatore-produttore di energia.

La definizione di prosumer che ne è emersa (che prevedeva anche l’uso della tecnologia blockchain per incrementare la generazione distribuita), passata in plenaria, è stata leggermente diminuita di ambizione. Ma è importante che oggi sia contenuta nelle nuove proposte di revisione della direttiva europea, ha sottolineato Tamburrano.

Al momento, ricordiamo, ci sono otto proposte legislative nel Clean Energy Package formato da circa 5mila pagine di studi di impatto e proposte legislative, oltre a numerosi allegati che intendono trasformare la politica energetica degli Stati membri.

Poiché le proposte del pacchetto sono sicuramente più avanzate rispetto a quelle di molti Stati, Tamburrano ritiene che questo sia il momento di cogliere tali indicazioni, evidenziando il fatto che “quest’anno e nel prossimo si deciderà quale sarà la normativa che definirà l’assetto energetico dell’UE”.

Governance energetica, mercato elettrico, norme sull’efficienza in edilizia e sulla promozione rinnovabili saranno riviste. Dunque, servirà intervenire proprio ora nella legislazione europea.

Le proposte della Commissione non sono perfette, e potrebbero essere sicuramente migliorate dal Parlamento, ma se entrassero in vigore già così come sono sarebbe una cosa positiva, ha detto Tamburrano, un’affermazione condivisa dai presenti.

Dopo la discussione in Europarlamento saranno discusse nel consiglio dell’UE e lì riteniamo che si giocherà questa partita. Pertanto bisognerà arrivare con proposte ambiziose per evitare il rischio che possano essere svilite e demolite”, ha sottolineato l’eurodeputato.

Ricordiamo che per presentare emendamenti sul Clean Energy Package le scadenze sono a breve. Per la direttiva delle prestazioni energetiche in edilizia la deadline è l’8 giugno, per il regolamento della governence dell’Unione dell’Energia è il 27 giugno, per la direttiva efficienze energetica il 28 giugno, per la direttiva sulle rinnovabili è il 29 giugno.

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