Fotovoltaico e storage in Italia, un mercato tra prospettive e aspettative

A spingere ad un cauto ottimismo gli operatori ci sono alcuni elementi concreti come le nuove regole sulle modifiche agli impianti incentivati e il calo dei prezzi del FV e le opportunità per lo storage. E poi l'attesa dell'apertura del MSD e delle regole sulle reti private. Il polso del settore nel seminario che ha annunciato le due nuove sezioni di Key Energy su fotovoltaico e accumuli.

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Tanti ostacoli sono saltati, altri stanno per essere rimossi.

Si aprono nuove prospettive, che imprimeranno una nuova accelerazione al mercato del fotovoltaico, in lenta ripresa dopo la batosta del 2014-2015, e faranno finalmente decollare quello dei sistemi di accumulo.

Tra gli elementi incoraggianti, ci sono le nuove regole GSE sulle modifiche agli impianti incentivati, che finalmente permetteranno di spremere il grande potenziale non colto degli oltre 550mila impianti FV esistenti e incentivati in Italia.

Anche per lo storage elettrochimico c’è  poi un quadro normativo più definito e con regole che saranno presto semplificate, anche se il mercato che sta partendo solo timidamente, in attesa dei previsti cali dei prezzi e resta frenato anche dal meccanismo dello scambio sul posto.

Per il fotovoltaico, poi, ci sono le detrazioni fiscali del 50% che continuano a sostenere gli impianti residenziali, mentre l’esclusione dai TEE è in parte compensata dal nuovo super-ammortamento, che molti imprenditori vedono come uno stimolo importante per le loro aziende.

Ma soprattutto all’orizzonte ci sono molte “promesse”, più o meno concrete: c’è la riforma del Mercato dei Servizi di Dispacciamento che permetterà alle batterie di offrire anche servizi di rete; c’è poi la prospettiva, ancora indefinita, di regole, sembrerebbe caldeggiate anche dall’Aeegsi, che permettano di tornare a realizzare configurazioni come i sistemi di distribuzione chiusi (SDC).

Per i piccoli impianti inoltre c’è anche la proposta, che vedrebbe favorevole il GSE, della risoluzione anticipata degli incentivi in conto energia per i piccoli impianti.

Potrebbe poi ripartire anche l’utility scale, che sarebbe già competitivo sui costi, se solo si riuscisse a mettere in pratica anche in Italia il modello dei PPA, i contratti di fornitura di energia di lunga durata, o se, come si ventila da più parti, i prossimi meccanismi incentivanti vedranno aste competitive in cui il solare FV si disputerà i contingenti con altre fonti quali l’eolico.

Per tutto questo si respirava un discreto ottimismo, pur con la consapevolezza di essere ancora in una situazione tutt’altro che facile, tra i molti operatori e stakeholder che ieri a Milano hanno affollato la sala dove sono state presentate le due nuove sezioni della fiera Key Energy che si terrà a dal 7 al 10 novembre a Rimini, che saranno dedicate al fotovoltaico e ai sistemi d’accumulo: Key Solar e Key Storage).

Tra proposte UE e riforme delle tariffe

La strada è segnata dagli obiettivi europei”, ha esordito Gianni Silvestrini, presidente del comitato scientifico di Key Energy, oltre che, come noto, direttore scientifico di questa testata.

“Il target al 2030, del 27% di rinnovabili sugli usi finali, presuppone che sull’elettrico si arrivi almeno al 50% e il fotovoltaico, assieme all’eolico, è la fonte che potrà dare il contributo maggiore da questo punto di vista”.

Ci sono poi le proposte della Commissione europea del cosiddetto Winter Package “che impone di rimuovere gli ostacoli alla generazione distribuita e dà un ruolo centrale ai prosumer, i consumatori che sono anche produttori di energia”.

Anche Alberto Pinori, presidente di Anie Rinnovabili, è ottimista: parla di “un settore maturato”.

“Il declino del 2014-2015 è finito, nel 2016 è iniziata la ripresa e nel 2017 ci aspettiamo una crescita”, ha detto.

Gli fa eco Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, che parla di “un futuro straordinario”, al netto di politiche penalizzanti come l’esclusione del FV dai Certificati Bianchi e soprattutto la riforma delle tariffe elettriche, già realizzata per i domestici e in via di definizione per gli altri utenti.

La ridefinizione della struttura degli oneri, come sappiamo, penalizzerebbe fotovoltaico e autoconsumo e per questo secondo Viscontini “dovrà essere rivista se passeranno le proposte della Commissione che impongono di promuovere l’autoproduzione”.

In generale, il rapporto del settore con le istituzioni però sembra essere molto più collaborativo che in passato, almeno nelle parole di Pinori, che plaude alle “regole chiare del nuovo DTR del GSE” e al “feedback positivo del Minambiente”  sulla proposta di Anie di un incentivo per interventi che abbinino rimozione dell’amianto, coibentazione delle coperture e installazione di impianti FV.

Evoluzioni possibili per reti private e storage

Ci sono aspett6ative anche sulla questione delle reti private, in merito alla quale Andrea Poggio di Legambiente ha rilanciato la proposte dell’associazione della “bolletta di condominio”.

La stessa Autorità – ha riportato Fabio Zanellini, della commissione tecnica sistemi d’accumulo di Anie – ci ha esortato a fare pressioni con il legislatore affinché venga dato mandato per completare le regole che permettano di realizzare sistemi analoghi agli SDC.”

Per Massimo Venturelli, presidente di ATER, il grosso ostacolo da superare resta “la burocrazia e le molte regole, spesso ancora vaghe”. Serve poi più comunicazione e a più livelli: “i sistemi d’accumulo devono diventare come la lavatrice, immancabili nelle case degli italiani”. Al momento, fa sapere “c’è un interesse spasmodico per questi prodotti, anche se poi i conti non sono così attraenti”.

“Sullo storage  – gli fa eco Pietro Pacchione di Assorinnovabili – mancano ancora gli economics, soprattutto a causa dello scambio sul posto”. Scambio sul posto che – è emerso dalla presentazione di Luigi Mazzocchi di RSE – diminuisce di circa quattro quinti il risparmio possibile con le batterie.

Novità positiva per i sistemi di accumulo poi è che il GSE stia lavorando a un’ulteriore definizione delle regole: “Stiamo rivedendo le regole per semplificarle e recepire le revisioni delle norme CEI 016 e 021”,  ha spiegato la rappresentante del Gestore, Nicoletta Munzio.  Altra buona notizia arrivata dal convegno: è in via di pubblicazione una FAQ che chiarisce che, ai fini autorizzativi, la potenza della batteria non va a sommarsi a quella dell’impianto di produzione sul quale è installata.

Apertura di MSD e orizzonte del FV di grande taglia

Dove i sistemi d’accumulo potrebbero trovare una giustificazione economica già ai prezzi attuali (per quanto previsti in rapido calo), è emerso dalla presentazione di RSE, è nella fornitura di servizi per la rete.

Una prospettiva che dovrebbe concretizzarsi con la riforma del MSD tracciata dall’Autorità e che permetterà, come già avviene in altri Paesi, Germania in primis, anche alle batterie degli utenti domestici, gestite in maniera aggregata, di avere altre forme di remunerazione oltre al risparmio dato massimizzando l’autoconsumo.

Stando alla presentazione di Mazzocchi questi modelli di business sono molto interessanti economicamente. L’analista di eLeMeNS Tommaso Barbetti invece è più cauto: “si tratta di mercati (quelli dei servizi di dispacciamento, ndr) difficili da prevedere e sui quali c’è una forte concentrazione”, spiega

Dove Barbetti è più ottimista è sulla possibile “rinascita” dell’utility scale nel fotovoltaico italiano: “ai costi attuali – ha spiegato – si possono già avere LCOE tra 50 e 65 €/MWh. Rapportati con le proiezioni sull’andamento del PUN, previsto in leggera crescita per i prossimi anni, sono valori che sarebbero già competitivi. A frenare questi investimenti – ha sottolineato – è solo il rischio dovuto alla volatilità del mercato, ma questa può essere superata con l’adozione di contratti di fornitura di medio lungo termine del tipo corporate PPA”.

Dopo l’ottimismo adesso a parlare dovranno essere i fatti, cioè i numeri delle installazioni e il fatturati degli operatori.

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