Conto termico 2.0, opportunità per imprese e PA

  • 5 Aprile 2017

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Le opportunità del Conto Termico 2.0 per le imprese e le amministrazioni pubbliche, un'agevolazione ancora poco conosciuta ma vantaggiosa per ridurre i consumi energetici adottando tecnologie efficienti. Se ne è parlato nei convegni organizzati da AIEL a "Italia Legno Energia" di Arezzo.

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Il sistema di incentivi del Conto Termico 2.0 premia anche chi interviene su un edificio sostituendo un generatore obsoleto a gasolio, carbone o biomassa con un generatore di ultima generazione a biomassa che garantisca basse emissioni e alti rendimenti energetici.

Questo turnover tecnologico nonché gli interventi di efficientamento che riducono il consumo energetico sono elementi fondamentali, in particolare quando riguardano la pubblica amministrazione, dove a una maggiore efficienza energetica si accompagna un risparmio in termini economici e di sostenibilità ambientale per la collettività.

Di questo si è discusso in fiera ad Arezzo nel giorno di apertura della manifestazione Italia Legno Energia dedicata alla filiera legno energia e alle opportunità rappresentate dalla biomassa legnosa per il riscaldamento, durante il convegno “Conto termico 2.0 per la pubblica amministrazione: istruzioni per l’uso”.

Ha moderato l’incontro, organizzato da AIEL (Associazione italiana energie agroforestali) in collaborazione con ANCI Toscana e GSE, Valeria Verga – che ha realizzato sul Conto Termico un webinar per QualEnergia.it – che ha sottolineato come: “il Conto Termico è ancora troppo poco conosciuto dai cittadini, dalle imprese, dalle amministrazioni pubbliche, ma è un incentivo importantissimo che premia gli apparecchi più performanti dal punto di vista non solo dell’energia termica prodotta ma anche delle ridotte emissioni in atmosfera, in linea con il concetto di uso sostenibile delle biomasse”.

In questo contesto si è inserito Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, che ha presentato le misure del Psr Toscana per la realizzazione di impianti termici a biomasse al servizio dei piccoli Comuni. Per la sua Regione l’opportunità è molto grande visto che è ricoperta da boschi per 1.150.000 ettari (quasi il 50% della superficie totale regionale).

«L’interesse degli operatori è altissimo – sottolinea l’assessore Cremaschi – Con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro la sottomisura 7.2 del Psr è un punto di partenza in cui credo molto perché rappresenta un’enorme potenzialità per il territorio».

In Toscana è stato fatto molto da parte delle amministrazioni pubbliche lungo la filiera bosco-legno-energia. Ha portato l’esperienza maturata nelle attività con i Comuni grazie alle opportunità offerte dal Conto Termico il vicepresidente di Anci Toscana Oreste Giurlani.

«Noto che gli amministratori locali – ha affermato Giurlani – sono più attenti, rispetto al passato, al territorio e agli strumenti che consentono di trattenere gli abitanti sul territorio. Una di queste è anche il Conto Termico; senza contare i benefici per le amministrazioni pubbliche che trovano risorse per operare sui propri edifici nell’ottica dell’efficientamento energetico. Per il sistema economico locale, poi, si aprono interessanti potenzialità per l’attivazione di filiere produttive legate alla biomassa legnosa».

A fianco delle amministrazioni locali non lavorano solo le istituzioni per incentivare l’uso del Conto Termico, ma anche le Università e i Centri di ricerca.

Ha raccontato l’esperienza di iBionet (Intelligent Bioenergy Network), spin-off dell’Università di Firenze, Claudio Fagarazzi che ha illustrato i risultati del lavoro di stima della potenzialità produttiva delle agroenergie in Toscana al servizio degli impianti a biomassa presenti nella Regione. «In questo modo – ha spiegato Fagarazzi – favoriamo la trasparenza del processo produttivo contro il proliferare di comitati contro le biomasse in tema di qualità dell’aria e di sostenibilità ambientale».

Ad approfondire ulteriormente le attività di assistenza ai Comuni su efficienza energetica e piccoli impianti di biomasse forestali è stata Marina Lauri di Anci Toscana che ha ricordato come sia fondamentale che i territori colgano le opportunità della filiera bosco-legno-energia.

«Per questo Anci Toscana – racconta Lauri – ha svolto attività di comunicazione e coinvolgimento del personale tecnico dei piccoli Comuni; in questo modo Anci Toscana ha raccolto le istanze dei territori per proporre e formulare misure ad hoc all’interno del Psr. Abbiamo anche messo in rete Comuni dove sono già state attivate delle filiere bosco-legno in modo tale da favorire il confronto e lo scambio di know-how, perché il grosso limite in questo settore è la mancanza di formazione e di informazione corretta».

Ma è il Conto Termico 2.0 che rappresenta l’opportunità più grande per le amministrazioni pubbliche, ed è stato Filippo Marcelli del Gse (Gestore servizi energetici) a illustrarle: «Si è creata la consapevolezza – sostiene Marcelli – delle potenzialità offerte dai 900 milioni di euro (700 milioni per i privati, 200 milioni esclusivamente per le PA) messi a disposizione dal sistema incentivante per l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti di energia rinnovabile, biomasse legnose comprese».

Per le PA il Conto Termico prevede anche modalità di accesso peculiari e scaglioni ben precisi: l’incentivo può arrivare fino al 50% per isolamento in zone climatiche E/F, fino al 55% per interventi combinati, fino al 65% per interventi nZEB (nearly zero emission builing).

Infine, per quanto riguarda la cumulabilità del Conto Termico con altri incentivi in conto capitale di natura statale e non, per le PA è prevista nel limite del 100% della spesa effettuata.

«Nel 2016 – conclude Marcelli – le PA hanno inoltrato 800 richieste di incentivo per un totale di 30 milioni di euro; nel 2017 alla data del 23 marzo, le PA hanno inoltrato 500 richieste di incentivo per un totale di 15 milioni di euro. Questo è un buon segno, ma le potenzialità sono di gran lunga più grandi».

«Queste potenzialità, nell’ottica della sostituzione di impianti obsoleti, ancora inespresse dal Conto Termico avrebbero sicure ripercussioni positive anche sulla qualità dell’aria – ha ricordato Valter Francescato, direttore tecnico di AIEL – che ha ricordato come «il turnover tecnologico ha consentito di abbattere i livelli emissivi dalla combustione di biomasse legnose. Il parco installato infatti non ha cambiato il suo valore numerico, ma si è evoluto nell’ottica della qualità e del progresso tecnologico. Anche grazie al Conto Termico. Questo dato però non emerge dai dati ufficiali nazionali relativi ai consumi di biomassa legnosa e questo è frutto di stime inesatte da parte dei centri accreditati; questo crea un grave danno a un settore che in Italia invece crea lavoro e dà valore al territorio».

Dopo aver presenziato durante tutta la durata del convegno, ha concluso i lavori della mattinata l’On. Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali che ha sottolineato come «i temi emersi stamattina, dal Conto Termico alle certificazioni di qualità della filiera legno-energia, sono la conferma di un piano di indirizzo per le aziende del settore e per le PA che dura già da diversi anni a livello nazionale e oggi si cala nel contesto regionale. Questa versione 2.0 del Conto Termico ha una marcia in più rispetto al passato e sta dando dei segnali e dei risultati incoraggianti, segno tangibile per i cittadini e i decisori pubblici nella direzione dell’efficienza energetica e dell’evoluzione tecnologica. Un esempio così virtuoso può essere capofila soprattutto in zone marginali e interne per dare sostegno e forza all’economia locale e per qualificare il territorio. Oggi finalmente, anche grazie a queste best practices, riusciremo a dare valore a quella F in fondo all’acronimo del Mipaaf su mandato della legge di stabilità a scrivere una nuova legge forestale nazionale».

Conto Termico 2.0 e Certificati bianchi per le imprese

Anche gli agriturismi possono aumentare l’efficienza delle strutture con la scelta di legna o pellet.

Se ne è parlato in occasione del convegno “Conto Termico 2.0 e Certificati bianchi per le imprese. Opportunità di investimento per agriturismi, alberghi e condomini e per i processi termici a biomasse” tenutosi durante la manifestazione Italia Legno Energia in fiera ad Arezzo.

Promosso in collaborazione con Turismo Verde, Casentino Sviluppo e Turismo, Federalberghi e i Consorzi Turistici Terre Toscane e Montagna di Abetone, l’incontro è stata l’occasione per approfondire la conoscenza dei Certificati Bianchi e della loro applicazione, del Conto Termico 2.0 per agriturismi, alberghi e condomini con l’illustrazione di diversi casi applicativi con l’obiettivo di far conoscere alle imprese i benefici della filiera corta e delle energie da biomassa: economicità, sostenibilità e sicurezza.

Con la moderazione di Sandro Orlandini, membro del Consiglio direttivo di AIEL, è stato Rico Farnesi di Esco Agroenergetica a introdurre il primo tema del pomeriggio, quello dei Certificati Bianchi, o Titoli di Efficienza Energetica, che sono quei titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali dell’energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza.

Punto chiave dell’intervento, la spiegazione di quali sono i fattori determinanti nella scelta dell’incentivo per il proprio progetto: Certificati Bianchi o Conto Termico? La scelta è frutto di una valutazione dell’intervento a 360 gradi prendendo in considerazione non solo la tecnologia impiegata ma anche le ore di lavoro del generatore, i relativi impieghi e anche l’integrazione con altre fonti energetiche.

«Il grande vantaggio di questo sistema incentivante – spiega Massimo Budelli, della CIA Umbria – è che l’incentivo è erogato tramite bonifico bancario, in un’unica rata fino a 5.000 euro, in due rate annuali se l’incentivo è sopra i 5.000 euro: tempi molto brevi rispetto all’alternativa delle detrazioni fiscali che hanno un traguardo temporale di 10 anni!».

Le applicazioni dei Certificati Bianchi e del Conto Termico sono numerose; alcune tra le più significative sono state presentate da Michele Vannuccini della esco Erre Energie e da Massimo Vacca della esco Ecoenergia Futura nei territorio del Centro e del Sud Italia.

Infine, per quanto riguarda i prezzi dei biocombustibili legnosi, un’interessante review è stata presentata da Laura Baù di AIEL che ha messo a confronto i valori di prezzo dell’energia primaria sulla base della fonte.

«Se 1 MWh di energia prodotta da gpl costa 233 euro, 1 MWh di energia prodotta dal pellet costa 65 euro, dalla legna da ardere 41 euro, dal cippato 27 euro. La convenienza è facilmente comprensibile». E per quanto riguarda gli andamenti dei prezzi? «Quelli dei combustibili fossili – ha spiegato Baù – hanno sempre dimostrato una forte volatilità di cui invece non si trova riscontro nel prezzo dei biocombustibili legnosi».

Le prospettive nel lungo periodo del mercato dei biocombustibili legnosi appaiono positive perché il raggiungimento degli obiettivi europei nell’ambito della produzione di energia da fonte rinnovabile è legato a doppio filo alla biomassa legnosa. In futuro il mercato si aspetta una crescente richiesta di materiale certificato e uno sviluppo soprattutto nei settori delle aziende agricole, delle strutture ricettive e turistiche, banche, uffici, nell’ottica della riqualificazione degli impianti.

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