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Più posti di lavoro e PIL in crescita nello scenario “accelerato” delle rinnovabili

Un nuovo rapporto illustra il possibile sviluppo della transizione dalle fossili alle rinnovabili da qui al 2050: tecnologie pulite al 65% del mix energetico, 29mila miliardi di $ di investimenti aggiuntivi, più impulso all'efficienza e 66% di probabilità di contenere la temperatura entro i 2 gradi.

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Quali obiettivi bisogna perseguire per sviluppare una futura società a basso tenore di CO2? E come sta avanzando la transizione energetica mondiale verso le tecnologie pulite?

Periodicamente, le grandi agenzie internazionali riformulano queste domande, aggiornandole con previsioni e dati: l’ultimo studio è stato appena pubblicato da IEA e IRENA (International Renewable Energy Agency) per illustrare l’auspicabile traiettoria degli investimenti in efficienza energetica e fonti rinnovabili.

Il rapporto “Perspectives for the Energy Transition” (allegato in basso) evidenzia quante risorse occorrerà destinare all’economia verde globale, nell’ipotesi di contenere il surriscaldamento medio terrestre entro i 2 gradi centigradi, come stabilito dagli accordi sul clima di Parigi.

Per riuscirci con una probabilità del 66%, si legge nel documento, la transizione energetica dovrà avere una portata “eccezionale” in tutti i settori – generazione elettrica, riscaldamento, trasporti – perché il carbon budget planetario, cioè la quantità cumulativa di CO2 compatibile con lo scenario dei 2 gradi, si sta esaurendo velocemente.

Vediamo allora i principali punti del nuovo studio IRENA. Il grafico sotto mostra come dovrebbe evolversi l’offerta di energia primaria nei prossimi decenni, nello scenario di “adozione accelerata delle rinnovabili” REmap per il 2030-2050.

Le rinnovabili dovrebbero contare circa il quadruplo rispetto a oggi (65% del mix) aumentando la loro quota di oltre un punto percentuale ogni dodici mesi, con un ritmo 7 volte superiore in confronto a quello attuale.

Il secondo grafico che proponiamo riassume l’entità degli investimenti addizionali in green economy stimati dall’agenzia nel periodo 2015-2050, rispetto allo scenario di riferimento (Reference Case).

La cifra netta ammonta a circa 29.000 miliardi di $ (29 trilioni), considerando, da una parte, i minori investimenti in combustibili fossili e reattori nucleari, dall’altra gli esborsi extra in rinnovabili, efficienza energetica, riqualificazione dell’edilizia, sistemi di accumulo elettrochimico e tecnologie CSS (carbon capture and storage).

Il grafico a torta qui sotto, infine, mostra come sarebbero suddivisi i consumi finali di energia rinnovabile nel 2050 tra diversi settori-tecnologie.

Ecco qualche altro dato dello studio:

  • 19.000 miliardi di $ è l’incremento cumulativo del PIL mondiale da qui al 2050 grazie alle politiche accelerate di diffusione delle rinnovabili.
  • 6 milioni di posti di lavoro in più saranno creati dalla transizione energetica, con un bilancio netto positivo perché gli occupati persi nelle fonti fossili saranno più che compensati dai colletti verdi.
  • I costi totali aggiuntivi della decarbonizzazione (29 trilioni) saranno ampiamente ripagati dai benefici economici, sociali e climatici dell’economia verde, nell’ordine di 2-6 volte. Tra questi troviamo, ad esempio, le minori spese sanitarie e per la mitigazione dei disastri ambientali.
  • 2,6% è la riduzione media delle emissioni di CO2 richiesta per il periodo 2015-2050 per rimanere nella traiettoria dei 2 °C: -0,6 gigatonnellate di CO2 l’anno in termini assoluti.

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